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Dalla redazione
lunedì 23 novembre 2015

Champagne: La forza del Pinot Nero

Il vitigno più difficile della Champagne è stato il protagonista della serata che la Delegazione di Verona ha dedicato ai Blanc de Noirs presso Villa Quaranta Park Hotel

Corinna Gianesini


Ha la pelle sottile e la salute delicata, ha paura del freddo e dell’umidità, con il caldo si deprime e se qualcosa non gli piace fa i capricci e si inacidisce. Insomma, è davvero un enfant terrible il Pinot Nero. Ma come tutti i ragazzini esigenti, se ben cresciuti, con rigore e fermezza, ma anche con tanto amore e dedizione, sono capaci di diventare degli adulti generosi, eleganti, capaci di far star bene chi è in loro compagnia. Così come fa un genitore che sa attendere la maturità del figlio, allo stesso modo i Vigneron Indépendant, che nella Champagne coltivano, raccolgono e vinificano la loro uva, sanno crescere con pazienza il loro Pinot Nero, sopportandone le bizze e gli sbalzi d’umore. Perchè sanno che i loro sforzi verranno ripagati ampiamente. Dopo il primo appuntamento dedicato ai Blanc de Blancs tenutosi all’inizio di novembre, la seconda serata dedicata agli Champagne organizzata dalla Delegazione di Verona e condotta abilmente da Nicola Chiavegato ha focalizzato l’attenzione sui Blanc de Noirs. Tra gli otto vini in degustazione, provenienti da zone diverse della Champagne, sei sono ottenuti da Pinot Nero in purezza, due da Pinot Meunier.

La degustazione si apre con due Pinot Nero in purezza. Il primo è un “argilloso” Brut prodotto da Jerome Coessens, che ci trasporta nella Côte des Bar e ci prepara all’assaggio del Brut Nature prodotto da Nathalie Falmet nella stessa zona. E’ una produttrice provocatoria e decisa Nathalie ed il suo vino le assomiglia: affascinante nel suo color oro antico, all’olfatto è verticale e fine, al palato decisamente minerale, un po’ inquieto, ma con una bella chiusura sulla spezia dolce. A questo punto irrompe nella degustazione il Pinot Meunier, che ci trascina lungo la Valée de la Marne, seguendo le rive che il fiume ha scavato tra le colline di argilla e marna alluvionale. Cuvèe Emile è un Pinot Meunier Brut realizzato da Alain Mercier da vigne di 80 anni; attacco freschissimo, frutta croccante e balsamicità lasciano poi spazio a sentori più dolci di mela e cedro canditi. Un vino immediato e piacevole, subito seguito dal Meunier Rive Gauche di Bérêche et Fils, più opulento, con sensazioni di frutta bianca matura, resinose e balsamiche di ginepro e rosmarino.

Con gli ultimi 4 vini, tutti a base di Pinot Nero 100%, siamo pronti a sorvolare la Montagne de Reims, i suoi terreni di gesso bianco ed i vigneti ordinati che si fanno spazio tra i boschi dell’altopiano. Qui Delphine, figlia di Jean Vesselle, produce il suo “Oeil de Perdrix” brut, brillante colore buccia di cipolla, risultato di una brevissima macerazione sulle bucce, colpisce per la sua natura schietta ed elegante al tempo stesso. L’olfatto ampio, con sentori di rosa, fiori bianchi, mandarino e la tipica mineralità di questo terroir trovano un bel compendio al palato in un frutto fragrante e succoso e nella freschezza decisa che invita alla beva. Segue “L’Ouverture”, Brut Premier Cru di Daniel Savart, che affina i vini in legni della Champagne: spezia, gesso e frutta matura si ritrovano in un palato avvolgente, con una vena sapida di tutto rispetto. Ed ecco il primo Gran Cru: è la Réserve Brut di Gatinois, veste dorata, perlage incessante. Un vino elegantissimo, quasi trattenuto, in cui l’olfatto ampio ed il sorso gustoso non sono mai sopra le righe. Ma è proprio nell’ultimo vino in degustazione che risulta evidente la volontà del vigneron di domare la potenza del Pinot Nero, di volerla tenere sotto controllo. E’ la Cuvée du Goulté, Brut Grand Cru realizzato da Marie-Noelle Ledru nel comune di Ambonnay, a sud della Montagne de Reims. Madame Ledru è una signora di 77 anni, una donna tutta d’un pezzo, che non ha paura di domare il suo Pinot Nero e non usa legno per ammorbidirne il carattere spigoloso. Ne risulta un vino dalla forte personalità, estremamente fine, ampio al naso, con sentori fragranti di crosta di pane e sesamo tostato, dolci di mughetto, freschi di agrume e mela selvatica, un sorso appagante, che stimola a lungo la salivazione, in una persistenza elegante e lunghissima. Quando il Pinot Nero svela la parte migliore del suo carattere è davvero una piacevole compagnia.


Album e foto di Federico Marconi:  ALBUM

Video di Sonia Sandri: VIDEO

 

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