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Dalla redazione
mercoledì 9 dicembre 2015

La Borgogna: il cuore dell'eccellenza, di clos in clos

Viaggio in Borgogna

Flavio Buratto


Una grande serata, semplicemente, quella svoltasi nella suggestiva cornice di Villa Braida per il consueto appuntamento mensile della rassegna dedicata alle degustazioni e approfondimenti a cura della Delegazione di Treviso.
Protagonisti i prestigiosi vini di Borgogna con il relatore Guy Vatus, originario proprio da questa regione, il quale con charme tutto francese ha guidato il numeroso e attento pubblico attraverso la storia dei vigneti di Borgogna.
La nascita del vigneto di Borgogna trova la sua naturale origine nell'ambiente monastico con la fondazione nel 1098 dell'Abbazia di Citeaux nel cuore delle attuali Côte de Beaune e Côte de Nuits.
Il ducato di Borgogna con Philippe Le Hardi imprime un rigoroso ordine alla produzione di qualità accantonando il Gamay dalla gamma dei vitigni in uso in quanto ritenuto non altezza delle due perle: Chardonnay e Pinot Noir. Da questo momento l'influenza dei vini di Borgogna si estende in tutta la Francia e l'Europa complice Louis XIV, il Re Sole, il quale sorseggiando il raffinato nettare ne favorisce la divulgazione e l'apprezzamento presso i nobili di corte.

L'identità vitivinicola dei vini di Borgogna, non trova però la sua radice solo nella storia. Sono i “climats”, sintesi Bourguignonne della nozione di terroir, attraverso la varietà geologica del terreno composto da materiali enormemente diversi anche a pochi metri di distanza l'uno dall'altro, la estrema frammentarietà dei clos, l'esposizione, la ventilazione e non ultimo l'intervento  dell'uomo, che rendono i vini di questa zona prodotti dall'autentica personalità e dall'assoluto primato, non riproducibili al di fuori delle condizioni pedoclimatiche tipiche. I vignobles de Bourgogne sono definiti "vigneti dei colli" e si ergono per un'altezza massima di 350 metri slm orientati a Est Sud-Est dove si coltivano le Appellations più nobili.

Di clos in clos, delle dimensioni spesso di un “giardino”, che si tramandano di padre in figlio, ma che trovano proprio nella frammentarietà la loro unicità. Guy Vatus ha continuato il viaggio tra le caratteristiche peculiari dei due vitigni unici, lo Chardonnay con una superficie vitata del 48% e il Pinot Noir al 34%, iniziando quindi il percorso degustativo e sensoriale di sette vini.

Si è potuto così confrontare la prorompente freschezza e sapidità dello Chardonnay prodotto in Chablis, che solo il tempo riuscirà a mitigare, espandendo il suo bagaglio olfattivo, piuttosto polarizzato da note floreali e agrumate, su espressioni minerali tipiche di pietra focaia al momento appena accennate; con la maggior morbidezza e persistenza di quello della Côte de Beaune, elevato in legno, ma con grande finezza, tanto da non evidenziarsi, lievemente speziato e mentolato, i cui aromi di frutta, anche secca, fiori, mineralità hanno evidenziato una progressione, intensità e persistenza che dalla appellation village al 1er cru si faceva sempre più netta, marcata, e elegante.

Il Pinot Noir, invece, è stato il protagonista della seconda parte della degustazione, introdotto da un Pommard Village, vino non diraspato, che M.eur Vatus ha definito didatticamente propedeutico ai vini della Côte de Nuits, a cominciare dall’intensità di colore, che nella côte de Beaune è ancor più tenue, con prevalenza di note pepate, di frutta rossa, leggeri sentori di violetta e tannini “esplosivi”, benché controllati. 
In Borgogna, in ogni caso, non è mai questione di estrazione materica, per intenderci alla Robert Parker, puntualizza sornionamente M.eur Vatus: è piuttosto ricerca della finezza, e questo aspetto è tanto più evidente quando ad esprimerlo sono le parcelle più vocate. Di conseguenza, percorrendo la centenaria gerarchia qualitativa dei vini della Côte de Nuits in degustazione, che dalla Appellation Village, attraverso un Premier Cru, ci ha condotto al Grand Cru: un crescendo di intensità, di sensazioni, di emozioni ha sollecitato i nostri sensi, rivelando nel contempo un indiscusso affinamento dell’eleganza e della delicatezza di quelle stesse percezioni.

A seguire, i partner eno-gastronomici hanno allietato il finale: l’Equipe dell’Unione Cuochi del Veneto (UCDV), con una spuma aromatica e guarnizione di crosta di pane del Panificio Pasqualato “La Spiga D’Oro” (S. Biagio di Callalta), ad accompagnare la carne battuta della Macelleria & Gastronomia Fabio Furlan (Istrana); il Consorzio Vini Asolo Montello, alla presenza del suo presidente Armando Serena, con le bollicine di alcuni produttori di Prosecco Asolo Docg.

In conclusione, ci preme rivolgere un particolare ringraziamento al collega di delegazione Stéphane Grenet, con la collaborazione del quale è stato organizzato l’evento e che ha tradotto con competenza l’affascinante e “autoctono” racconto di M.eur Vatus.

VINI IN DEGUSTAZIONE

 

Domaine Bernard Defaix - Chablis – Côtes de Léchet Premier Cru- 2013 | 100% Chardonnay - Biodinamico

Dupont Fahn - Côte de Beaune – Puligny - 2013 | 100% Chardonnay

Les Folatières Dupont Fahn – Côte de Beaune – Puligny Premier Cru | 100% Chardonnay

 

Domaine Lejeune – Pommard Village - 2010 | 100% Pinot noir

Fixin Domaine Gelin – Côte de Nuits - 2011 | 100% Pinot noir

Fixin Clos Napoléon Gelin – Côte de Nuits – Premier Cru - 2011 | 100% Pinot noir

Chambertin Clos de Bèze Gelin - Côte de Nuits – Grand Cru - 2008 | 100% Pinot noir

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