Assaggiato per voi
Dalla redazione
mercoledì 20 gennaio 2016

Una verticale a due mani

AIS Venezia in visita all'azienda vinicola Ornella Molon

Laura Vianello


E’ sempre un’emozione, oltre che un onore, raccontare l’esperienza di un pomeriggio trascorso in cantina, tra i sorrisi delle persone e tanti calici di buon vino.

AIS Venezia ci fa incontrare l’azienda Ornella Molon Traverso collocata in una prestigiosa villa Veneta, Villa Giustinian, che fu residenza del Doge all’epoca della Serenissima. Ci troviamo a Campo di Pietra, Salgareda in provincia di Treviso, dove quasi ogni casolare possiede il proprio appezzamento di vigna, al di sotto della quale troviamo un terreno composto principalmente da limo, argilla e sabbia.

Ad accoglierci con un sorriso, un caloroso benvenuto, nonché un brioso, fragrante e piacevole calice di vino, la famiglia Molon Traverso al completo. Godiamo di questo momento di convivialità mentre una mistica riproduzione del Bacco di Caravaggio ci osserva dall’angolo della stanza.

Oltrepassiamo la zona dedicata alla vendita diretta e facendo attenzione al gradino varchiamo la porta del tempio che darà vita alle nostre degustazioni, riflessioni e domande.

Tutto è pronto e curato nel minimo dettaglio, quattro calici per ogni seduta, tovaglia bianca, carta e penna per ogni osservazione.

Si inizia.

“Una genialata”, penso.

Quale modo migliore di conoscere la storia di un’azienda se non attraverso l’evoluzione dei suoi vini e quindi con una interessante ed intrigante verticale?

E questa ci viene proposta con il top di gamma: il Rosso di Villa.

La prima annata prodotta risale al 1997.

Ma la storia della Azienda parte dal 1982 quando il signor Traverso manifesta la voglia di imbottigliare il proprio vino e di effettuare una produzione più ricercata e attenta alla qualità.

Così nel 1986 di ritorno da un viaggio in Francia, in Bordeaux, introduce nella propria azienda e quindi filosofia la barrique, impiegandola per affinare le uve di Raboso e le altre varietà rosse utilizzate per la produzione del taglio bordolese.

Questa nuova proposta inizia a farsi apprezzare e conoscere nella zona del Piave arrivando oggi giorno ad avere oltre il 70% di richiesta dal mercato estero.

Il Rosso di Villa appartiene alle selezioni di casa Molon Traverso, ottenuto da uve Merlot, la prima annata che ci viene proposta è la 2011 dove le mani dell’enologo Stefano Traverso promettono un vino di grande potenzialità e personalità. Sfila nel calice rubino intenso quasi inchiostrato, con un corredo olfattivo che ricorda il ribes e la mora e una sfumatura tostata che non aggredisce la fragranza del frutto. Nel mio taccuino scrissi supertuscan. Il sorso deciso e composto, un vino che può sopportare minimo altri 10 anni di riposo in bottiglia.

Il 2010 si presenta timido e affaticato, come d’altronde la natura ha voluto: pochi sono i ricordi di una giornata di sole e la produzione è stata difficile nonché limitata (3000 bottiglie).

Giunge nel nostro terzo calice l’annata 2009 opera sapiente del mastro di Stefano, ovvero il padre, che ci regala attraverso questo calice un vino seducente e appagante. Mette d’accordo noi tutti seduti al tavolo, un vino che fa alzare lo sguardo per sbirciare ciò che il vicino ha scritto tra le note di degustazione.

L’ultimo di questa verticale a quattro mani è il 2007, tenebroso e mistico sia al colore che ai profumi dove sfocia in un elegante terziario che dona delicate note di tabacco ed una sfumatura eterea, con un finale di mora e petali di rosa disidratati.

Al palato è intenso, equilibrato ed una trama tannica vellutata. Un vino che indossa una veste nobile e saggia come le mani del vignaiolo che lo ha creato, il sig. Traverso.

Una verticale che conferma l’alta qualità dell’azienda nonché l’amore per il territorio, la passione e la cura delle proprie vigne, la dedizione per il proprio lavoro e l’importanza della tradizione che viene tramandata di generazione in generazione.

Vi ringrazio di essere arrivati fino a qui nella lettura e, a questo attento e curioso lettore, tornerà utile sapere che a 200 metri dal cancello di entrata (meglio di uscita) dell’azienda ci si può imbattere con presenza di Velox con annessa pattuglia, la quale potrebbe anche disporre di strumenti per mettere in difficoltà un serial degustatore.

Quindi vi invito a non andarvene subito, ma a fermarvi per un “cicchetto” presso l’Osteria dove Ornella vi saprà deliziare con le tipiche preparazioni a base di cucina veneta e friulana.

articoli correlati
Dal Monte Amiata al Monte Baldo
domenica 7 aprile
TRAMÌETÌ 2019 Dos dei Caporai - Bianco Verona IGT
LE TANTE “VITE” DI GIORGIO
venerdì 1 marzo
ANDER 2018 - Bardolino DOC, SOC. AGRICOLA FRUCTUS VINEA SAS DI GIORGIO PASQUA DI BISCEGLIE
Welcome to San Francisco
giovedì 1 febbraio
Frisco - La Villana
ACCENTO D’OLTRALPE
giovedì 4 gennaio
VALPOLICELLA CLASSICO SUPERIORE 2019 - Monte Castelon