Wine Experience
Dalla redazione
domenica 6 marzo 2016

Spirito divino

Cognac, Armagnac, Brandy: quando il vino si distilla

Alberto Cinetto


Diverse sono le teorie sulle ragioni che portarono alla “trasformazione” del vino in Brandy. Alcuni sostengono che il vino, a bassa gradazione alcolica, si deteriorasse durante le lunghe navigazioni e che questo abbia spinto i commercianti olandesi a distillarlo all’arrivo. Da qui i Francesi cominciarono a utilizzare alambicchi olandesi e a commerciare il brandy il cui nome deriverebbe dal fiammingo “brandewein” cioè “vino bruciato”. Per altri invece il brandy nacque per rendere più accettabile l’acqua ai marinai.

Fatto sta che da vini poco strutturati come il Trebbiano (l’ugni blanc dei francesi) si distilla uno “spirito divino” (mi si perdoni lo scontato quanto appropriato gioco di parole) in grado di sprigionare aromi complessi ed evoluti così intensi da dover mantenere  il bicchiere ad una certa distanza dal naso per poi avvicinarlo lentamente.

E se a guidare la degustazione è Franco Gasparri, Master Ambassador di Diageo, uno tra i maggiori esperti di superalcolici al mondo, allora “il viaggio” si prospetta ancora più interessante.

Cardenal Mendoza Solera Gran Reserva “Carta Real”:

Un Brandy unico, un aspetto seducente caratterizzato dal colore mogano invecchiato. Il suo aroma è elegante, si apprezzano sentori di legno vecchio con tracce di uva passa e susina, il gusto è perfettamente rotondo, morbido e persistente, caratteristiche eccezionali ottenute con il lungo invecchiamento con metodo “Soleras” nelle botti  di Sherry Odoroso e Pedro Ximenez.

Janneau Armagnac 

Un armagnac con sei anni di invecchiamento. Grande è la sua complessità aromatica: sentori erbacei e floreali, che si perdono pian piano per lasciare il posto a un bouquet dove dominano liquirizia, cacao e spezie. Al palato colpisce per la sua rotondità, anche se persiste la nota verde ed erbacea, che lascia il posto ad una lieve astringenza legnosa e ad una leggera spigolosità caratteristiche di questo distillato

Delamain XO Pale & Dry

La maison Delamain, fondata nel 1824, è una antica casa commerciale di cognac. A differenza delle aziende maggiori, la caratteristica di Delamain è di non avere contratti di fornitura pluriennali con i produttori, ma di acquistare di volta in volta ogni partita dopo assaggio e valutazione. La casa non ha vigne né distilla in proprio, ma acquista cognac già pronto, di cui cura l’invecchiamento, la maturazione e l’assemblage. Pale & Dry  è un cognac “base” di 25 anni, che costituisce l’80% delle vendite dell’azienda.  Un Cognac “Fine Champagne” aromatico, maturo, tipico rappresentante dei suoi cru, rotondo e ben fatto, con una una buona personalità al palato.

Hine “Rare” VSOP

Maison fondata nel 1763 da Thomas Hine, ha visto ogni membro della famiglia HINE contribuire alla sua storia. A partire dal fondatore che, lasciata la sua città natale Dorset (UK) si trasferì in Francia. Grande la passione nel perfezionare l’arte del cognac che di generazione in generazione ha portato all’introduzione di tecniche e strategie moderne come, ad esempio, le più recenti tecniche dell’agricoltura biologica.
“Rare” è una miscela di 25 brandy cognac che oltre il 50% da uve raccolte nella Grande Champagne e Petite Champagne negli altri, i due migliori cru del cognac. Un delicato Cognac a tutto tondo, con sentori di vaniglia, quercia, gelsomino, acacia e frutta.

Berta “Casalotto” Acquavite di Vino

Il Brandy che non ti aspetti: italiano (Piemontese), distillato da uve Moscato, Barbera e Nebbiolo elevato in Carati di rovere, invecchiato per 25 anni. Ricco e delicato colpisce perché affianca sentori complessi ed evoluti  di tabacco, cacao e vaniglia, a note agrumate di chinotto e  bergamotto.


Il cioccolato di Modica dell’antica dolceria Bonajuto

Era il 1880 quando Francesco Bonajuto, seguendo le orme del padre, apriva la sua piccola bottega dolciaria immersa nel meraviglioso barocco di Modica; da quella bottega cominciarono ad uscire squisitezze d'origine araba e spagnola frutto di una tradizione secolare.

Partendo da una massa (semi macinati) non privata del burro di cacao, riscaldata per renderla fluida, ad una precisa temperatura viene mischiata a zucchero semolato e spezie (cannella o vaniglia). Questo è il cioccolato di Modica, famoso in tutto il mondo, non è mai passato alla fase industriale rimanendo immutato attraverso i secoli. Ancora oggi il cioccolato è prodotto con la stessa metodologia e combinando gli stessi ingredienti, introdotti sin dal XVI secolo dalla dominazione spagnola che,a sua volta, l'avevano "imparata" dagli Aztechi.

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