Assaggiato per voi
Dalla redazione
lunedì 21 marzo 2016

I merlot di gran classe

L'esclusività francese incontra la raffinatezza italiana

Raffaella Zanovello


Nella cornice di Villa Barbieri una serata dedicata all'emozione, un viaggio per i sensi organizzato da AIS Vicenza, giovedì 17 marzo.

A introdurre la degustazione il delegato provinciale Michael Flanigan che definisce questa esperienza “magica”, perché non si tratta di una semplice degustazione, ma di un viaggio itinerante per l'Italia, per poi venir catapultati nel gran regno: la Francia, al cospetto di lui: il Pétrus.

Relatore della serata Roberto Gardini, che con maestria ha preso tutti per mano e ci ha condotti insieme in questo percorso chiamato Merlot.

«Questi vini sono tutti Merlot, ma presentano grandi diversità - spiega subito Roberto Gardini - È chiaro che si tratta di un vitigno internazionale, patria ne è la Francia, ma si è stabilito bene in tutto il mondo e si adattandosi a tutti i territori, ad eccezione dei più caldi. Con la sua impronta di morbidezza serve a smussare e arrotondare altri uvaggi. La sua forza è una maturazione anticipata. I terreni che predilige sono quelli con argilla e ferro che donano forza e mineralità, poi nei terreni aridi e rocciosi troviamo abbastanza struttura, colore e corpo. Ma chi è il Merlot? È figlio da parte di padre del Cabernet Franc e da parte di madre nasce dalla Madeleine Noir des Charentes. Già lo avevano nominato i romani, come uva prediletta del merlo nero».

Diversi sono i Merlot che derivano da climi più freddi rispetto a quelli caldi. Infatti abbiamo ottimi prodotti nell'Italia del nord, nelle microzone della Toscana, nel sud della Francia, poi il Cile. Nei climi più caldi, come California, Sicilia, Argentina, Australia troviamo meno tannicità ma molto frutto, morbidezza e meno longevità.

La Toscana del Masseto

Siamo a Bolgheri e qui il vino viene chiamato Masseto con l'anno 1987 dalla Tenuta Ornellaia. Viene da tre territori: Masseto Alto, Masseto Centrale, Masseto Basso, da zero a 120 metri con tre diversi terroir e una vinificazione separata. Si vendemmia di mattina, a mano rigorosamente, selezione e basse rese. Anche la botte è molto importante: francese di media stagionatura. Due anni in legno e uno in bottiglia.

Il costo importante di Château Pétrus

La collina di Pétrus segna olo di 40 metri di altitudine, 11,5 ettari. La forza è il tipo di argilla con note calcaree e ferrose. È talmente unico che anche qui le rese sono bassissime, l'età delle vigne varia, 40 anni di media del vigneto, ma alcune arrivano ai 60 anni. Questo è un vino longevo, ci si riesce a stupire con un Pétrus di oltre 40 anni. Anche qui la vendemmia viene fatta a mano, di mattina e con una selezione maniacale.

Entriamo nel vivo della serata, 7 Merlot in degustazione e un intruso a sorpresa, che nessuno conosce. Per rendere più appetibile questa esperienza e lasciarsi meglio guidare dai sensi e da un professionista come Roberto Gardini, tutte le bottiglie ci vengono presentate coperte, perché nessuno abbia pregiudizi nel vedere quale etichetta viene presentata. Di sicuro, ci si aspetta un brivido ad ogni piccolo sorso.

La degustazione

1° Crosara 2012 - Cantina Maculan - Breganze

«Dal colore si capisce che è giovane, rubino, violaceo sebbene ci sia una piccola nota che vira al granato, grande carica antocianica, bella densità. Al naso si sente una combinazione di frutto e vegetale che arrivano subito, come delle note di legno, leggere e un timbro speziato, di pepe e chiodi di garofano; ma c'è anche la menta fresca che viene fuori. In bocca ecco una marcata acidità, piacevole, tannini sottili che devono ancora smussarsi e una bella mineralità, timbro di un territorio, di un clima fresco. Si avverte dolcezza perché in bocca rimane l'amarena, il ribes. È un vino che ha corpo ma che si deve bilanciare, avrà la sua storia da vivere. Ti viene di sicuro voglia di riassaggiarlo, anche perché al naso poi, col tempo, cambia, ecco una tostatura più marcata».

2° Messorio 2012 - A.A. Le Macchiole - Bolgheri

«Un colore similare al primo, è vivo, sintomo di integrità e freschezza, vino di buon spessore per la sua densità. I profumi sono diversi, un naso più aperto, forse proviene da un clima un po' più caldo. Ecco la maggiore carica aromatica mentre si continua a roteare nel bicchiere, arriva il frutto e il timbro di una tostatura, di legno nuovo. Ha più balsamicità, si avverte la vaniglia e la liquirizia. Al palato ecco un tannino ancora mordente, ma che non dà fastidio. Sento evoluzione, molto equilibrio qui, sapidità e corpo, ma c'è anche quel qualcosa da sistemare per poter avere l'eccellenza, i tannini sono ancora un po' verdi e alla fine, ecco, questa nota di curry incredibile».

3° Masseto riserva 2012 - Tenuta dell'Ornellaia - Toscana IGT

«Una profondità di colore, più vivo, rubino e color ciliegia, denso. Abbiamo alcol qui e polpa, c'è sostanza. Un vino che darà soddisfazioni. Ecco l'eleganza dei profumi e poi stop. Deriva sicuramente da una vinificazione fatta a regola d'arte. Frutto deciso e bel timbro tostato, di torrefazione, quasi cioccolatoso. Poi abbiamo un ricordo di tabacco e terroso. Bisogna stare qui col naso, il vino è giovane e deve viaggiare ancora un po'. Il frutto deve un po' assestarsi ma arriva, è concentrato, mirtillo ma anche pepe nero. È ancora chiuso, ci vorrà pazienza per questo assaggio. In bocca si percepisce morbidezza, rotondità, impatto deciso. Il tannino che si sente è ben scolpito. Corpo robusto e consistenza. Un'apoteosi di aromi e il retrogusto di spezie e di mirtillo rosso. Frutto ma anche cacao nel finale, dolce finale, con note di sapidità. Una PAI che non finisce mai. Diamogli due-tre anni per avere un equilibrio ottimale».

4° Sito dell'Ulmo - Planeta - Sicilia - il vino a sorpresa

«Ha una sfumatura che vira all'aranciato. Al naso è marmellatoso, ma anche vegetale e speziato. Bisogna aver la pazienza di sostare di più qui col naso e si avverte anche una strana nota di cenere. Non è un naso ricco, ma piacevole, forse sarà timido! Al palato sembra di sentire una nota di rosolio. Viene fuori tutta la sua vigoria ma si disperde. Grande acidità, tannini a tratti ancora un po' crudi. Un corpo sottile e anche una PAI che si ferma leggermente a metà».

5° Vignai da Duline 2011 - Ronco Pilotti - Friuli

«Trasparente, di media densità nel calice, con un po' di evoluzione. Il profumo è dolcissimo, arriva il terziario, etere che emerge con le lacche; una punta speziata, decisa, di chiodi di garofano. Si sente il legno, ma non più di tanto. Nel finale ritorna l'etereo e il balsamico. In bocca ecco un vino leggero, ha poca parte estrattiva. Emerge l'alcol, il tannino arrotondato, gli manca un po' di lunghezza. E' da apprezzare per questa bevibilità, è facile, è piacevole perché è raccolto e si percepisce il dna vegetale del vitigno».

6° Palazzi 2009 - Tenuta di Trinoro - Toscana IGT

«Troviamo una maggiore densità rispetto al calice precedente, un rubino, granato, ancora vivo, una ricchezza di parte estrattiva. Per i profumi ecco che ha bisogno di tempo, giratelo, deve respirare. Arrivano le note iodate, la mineralità e un tocco di terziario, tostatura di caffè, confettura ricca di frutto rosso. Dopo un po' emerge questa percezione di noccioline. I profumi sono distinti e raffinati, un impatto di grande franchezza e pulizia. Un naso che va avanti nel tempo, ecco pelle e cuoio, humus, che si ritrovano nella parte finale. Assaggiamo, che textura incredibile! Frutto dolce che rimane fisso nel palato, tannino che si plasma bene con gli altri sapori, in un corredo aromatico che dona grande PAI. Come entra ti avvolge, grande sapidità, interminabile e alla fine ecco il fuoriclasse che ti fa sentire il frutto quasi salato. Interminabile, ribadisco».

7° Merlot Fra' i broli 2001 - Piovene Porto Godi - Colli Berici

«Qui siamo davanti ad un colore diverso, mattonato, aranciato, maturo, denso nel calice. Al naso arriva tutto il terziario, la lana bagnata, smalto e resine, anche una nota di fungo disidratato, ma di frutto poco. Ecco la cannella, la liquirizia, fondi di caffè. Quante cose? Ma chi sei? In bocca prende vivacità, una nota piacevole amaricante. È morbido, un vino quasi risolto, non c'è più tannino ma comunque è bilanciato. Gradevole, sottile, maturo».

8° Château Pétrus 2007 - Pomerol - Francia

«Colore granato vivo, grande vivacità. Buona densità, ha un peso importante. I profumi sono massicci, denotano grande ampiezza. In questa fase di apertura colgo l'eleganza, tra le spezie, con una tostatura non così decisa, è una spezia dolce. Il vegetale è molto soft. Frutto rosso in fase di confettura, il terziario è appena abbozzato, un tocco di menta disidratata. Ha bisogno di aprirsi, restiamo un po' qui, abbiate pazienza. Sento una nota leggera di tartufo e di goudron, ma bisogna darsi tempo. Sentite anche voi questa nota ferrosa, quasi ematica? All'assaggio eccolo, ha una grandissima potenza. Fa riflettere. Si spalma bene sul palato, ha questa grande lunghezza e il sapore vellutato, piacevole. Qui si che bisogna riflettere. Una PAI infinita».

 

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