Assaggiato per voi
Dalla redazione
venerdì 1 aprile 2016

Supertuscan e Bordeaux a confronto

Un viaggio tra i vigneti di due delle più vocate zone vinicole

Vanessa Olivo


Non capita molte volte di avere la fortuna di ascoltare un relatore che sappia coniugare semplicità, completezza ed entusiasmo. Una di queste volte è stata giovedì 24 marzo, quando Cristiano Cini, responsabile nazionale dell’area concorsi AIS, ha condotto magistralmente le circa 120 persone presenti in una degustazione focalizzata sul confronto di due delle più grandi zone vinicole per eccellenza: Bolgheri e Bordeaux.

Punto comune di queste due zone è il taglio bordolese, nato in Francia proprio nella regione di Bordeaux dalla quale ha preso il nome. Per il resto sono due realtà completamente diverse, sia per terroir, sia per bagaglio storico: infatti, mentre la storia dei vini bordolesi comincia circa 600 anni fa, Bolgheri vanta il riconoscimento della sua denominazione solo una trentina di anni fa.

Il nostro viaggio è cominciato attraverso Bordeaux, conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo per i suoi rossi accattivanti, esplorandone le tre zone vinicole definite da due grandi fiumi, la Garonna e la Dordogna, e dal loro estuario, la Gironda. Di queste zone ne abbiamo “assaporate” due, ovvero quella corrispondente alla riva sinistra della Gironda, e precisamente le AOC Margaux e Pauillac, e quella individuata alla riva destra della Gironda, attraverso l’AOC Pomerol.

E poi siamo arrivati a Bolgheri, quasi con una favola, quella dell’origine della sua fama, da attribuire alla nascita del Sassicaia. Una favola in pieno stile iniziata secoli fa grazie ai Conti Della Gherardesca e che nell’ultimo secolo ha visto il contributo di grandi nomi alla nascita di questo vino tanto lusingato, nomi come Guidalberto della Gherardesca, Mario Incisa della Rocchetta, Niccolo’ Antinori, Giacomo Tachis, Luigi Veronelli. Perché si sa, come in ogni favola che si rispetti, le cose non accadono mai del tutto per caso. E’ con l’affermarsi del Sassicaia che si è scoperta la zona di Bolgheri come territorio eletto alla coltivazione della vite. Un microclima racchiuso dai fiumi Cecina a nord e Cornia a sud, delimitato ad est dal bosco e dalle colline e ad ovest dal mare, dove la vite e la macchia mediterranea convivono armoniosamente.

Vini in degustazione:

  • Chateau Nenin 2012 Pomerol – 70% merlot, 30% cabernet franc. Il vino si muove nel calice con consistenza rilasciando sulle pareti del bicchiere un velo purpureo segno di grande ricchezza antocianica. Al naso è intenso, si percepisce un frutto carico, polposo, come la mora e la prugna, unito a profumi di sottobosco, di tartufo, di liquirizia. In bocca è largo, avvolgente, generoso, con un tannino perfettamente integrato che emerge soprattutto nel finale.

  • Bolgheri Rosso Ca' Marcanda Gaja 2012 – 50% merlot, 40% cabernet sauvignon, 10% cabernet franc. Dotato di un colore rubino con riflessi porpora questo vino esprime nel bicchiere grande consistenza. Dal punto di vista olfattivo rispetto al campione precedente c’è l’idea di un clima più caldo, il frutto è sotto spirito accompagnato da sentori di china, liquirizia, polvere di caffè, cacao e, non ultima, una nota balsamica che ricorda la resina. In bocca è più snello di quanto non sia al naso, è scorrevole grazie ad una buona presenza di acidità. In chiusura riemergono una nota di calore ed una nota tannica.

  • Chateau d’Issan 2012 Margaux – 67% cabernet sauvignon, 33% merlot. Il colore rubino-purpureo è più cupo dei precedenti, quasi impenetrabile, segno di una forte estrazione antocianica. Al naso presenta una dolcezza intrinseca che lo rende molto elegante e che si può esprimere con l’idea di un ribes con lo zucchero. Presenti anche sensazioni che richiamano l’humus, il sottobosco, il profumo del fungo, la bacca di vaniglia e la scorzetta dell’arancia. In bocca affiora un tannino giovane ma di grande fattura ed eleganza.

  • Argentiera Bolgheri Superiore 2012 Tenuta Argentiera – 40% cabernet sauvignon, 40% merlot, 20% cabernet franc. Nel calice si presenta di un colore rosso rubino intenso e luminoso oltre che di grande consistenza. Sotto il profilo olfattivo si spazia dalle note vegetali di peperone e muschio, alle note fruttate di ciliegia e prugna fino a quelle speziate di pepe nero, noce moscata e tabacco. L’impatto gustativo è diretto, intenso, persistente, anche se si avverte la gioventù di un tannino che deve ancora aspettare qualche anno per trovare il suo migliore equilibrio.

  • Haut Batailley 2012 Pauillac – 70% cabernet sauvignon, 25% merlot, 5% cabernet franc. Nel bicchiere stupisce per una bella intensità di colore dove il rubino predomina ma con riflessi purpurei di gioventù. Stuzzica il naso con note di ribes nero e spremuta d’arancia, cioccolato, fieno e tabacco. Al palato è scorrevole grazie ad una buona acidità, è elegante, setoso, mentre in chiusura emerge la forza di un tannino di grande fattura che darà longevità al vino.

  • Grattamacco Bolgheri Rosso Superiore 2012 – 65% cabernet sauvignon, 20% merlot, 15% sangiovese. Nel bicchiere il vino accenna ad una trasparenza ed una luminosità maggiori dei precedenti campioni. L’impatto olfattivo è di grande intensità: si distinguono note di piccoli frutti rossi maturi, accompagnate da sentori balsamici di menta, timo e salvia, ma anche note di speziatura quali il pepe nero. Il sorso è ampio, si avverte la freschezza apportata dal sangiovese e la trama tannica è fine ed avvolgente.

articoli correlati
Dal Monte Amiata al Monte Baldo
domenica 7 aprile
TRAMÌETÌ 2019 Dos dei Caporai - Bianco Verona IGT
LE TANTE “VITE” DI GIORGIO
venerdì 1 marzo
ANDER 2018 - Bardolino DOC, SOC. AGRICOLA FRUCTUS VINEA SAS DI GIORGIO PASQUA DI BISCEGLIE
Welcome to San Francisco
giovedì 1 febbraio
Frisco - La Villana
ACCENTO D’OLTRALPE
giovedì 4 gennaio
VALPOLICELLA CLASSICO SUPERIORE 2019 - Monte Castelon