Assaggiato per voi
Dalla redazione
mercoledì 27 aprile 2016

Pietro Zanoni e il Valpolicella Superiore

La Delegazione di Verona in una nuova visita del ciclo "Non ci credo se non bevo"

Sonia Sandri


Una terrazza panoramica sulle colline di Quinzano con una vista bellissima su Verona, una giornata stupenda illuminata da un insolito caldissimo sole quasi estivo, vigneti con terreno inerbito punteggiati di fiori gialli spontanei, piante di ulivi centenari ed il sorriso di Pietro che ci accompagna alla scoperta del suo mondo. Tutto questo concentrato in un intenso sabato pomeriggio di aprile durante il quale la delegazione di Ais Verona con "Non ci credo se non bevo" ha avuto la possibilità di far conoscere ad una trentina di soci sommelier la filosofia della cantina Zanoni Pietro, volta al rispetto della natura e alla valorizzazione di un Valpolicella schietto e sincero, capace di grandi evoluzioni. Abbiamo potuto godere di una verticale del fiore all’occhiello dell’azienda: il Valpolicella Superiore, sempre prodotto con una percentuale di uve appassite, in quantità variabile a seconda dell’annata. "Le radici sono ‘il cervello’ della vite" ci spiega Pietro, da lì tutto ha inizio perchè dalla salute delle radici trae beneficio tutta la pianta, quindi ecco perchè il sovescio, ecco perchè l’inerbimento, ecco perchè questa maniacale cura del terreno e dell’ambiente circostante.

Alcune piante che crescono spontanee sono utilissime per metabolizzare delle sostanze dannose, ad esempio l’aglio spontaneo metabolizza lo zolfo ed induce benessere alla pianta a livello radicale.

Dopo la visita in vigneto ci siamo trasferiti in cantina per una verticale di Valpolicella Superiore, una tipologia di vino in cui Pietro crede molto. La nostra verticale inizia con due interessanti campioni da botte 2015 per poi procedere con l’annata 2013, 2011, 2009, 2007, 2005,  2003, 2001, 1999. Tutte molto interessanti, alcune ci hanno colpito in particolar modo, come l’annata 2011 dall’accattivante bouquet floreale, con sentori di frutta matura e sottospirito e un accenno di china. Sorprende al gusto per l’incredibile freschezza, la discreta mineralità lascia spazio ad un tannino elegante. Stoffa da campione anche per l’annata 2001 con un bouquet complesso che conquista con sentori fruttati, floreali di  glicine, speziati, balsamici. Tannino nobile. Lungo finale gustativo con ritorni piacevoli di amarene. Terminiamo la degustazione con l’annata 1999, fuori programma, un vino che sfida il tempo, elegantissimo nella sua evoluzione, con sentori fruttati di amarena ancora nitidi. Tannino vellutato, mineralità elegante, un vero campione di longevità.

Tutte le immagini dell'evento sono disponibili sull'Album Flickr 

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