Assaggiato per voi
Dalla redazione
martedì 3 maggio 2016

Ad ogni annata la sua emozione

Degustando i vini delle Tenute Astoria in tre mini-verticali

Vanessa Olivo


Giovedì 28 aprile la delegazione AIS di Venezia ha raccolto un pulman di una cinquantina di persone per recarsi in visita all’azienda agricola Astoria di Susegana. Una prima tappa ha visto i presenti coinvolti da Giorgio Polegato in una breve visita della cantina adiacente lo Store, dove sono stati rappresentati i capisaldi del successo di questi vini: una vendemmia fatta rigorosamente a mano, un rigido controllo qualitativo, l’utilizzo oculato di lieviti selezionati, sono tra i punti cardine della filosofia aziendale. Dopo un brindisi a base di Valdobbiadene Prosecco DOCG Millesimato 2015, ci si è spostati alla Tenuta Astoria Wines per assaporare, guidati dalla maestria di Graziano Simonella, l’emozione di 3 mini verticali di 4 annate con un approfondimento sul territorio e tradizioni viticole.

Il primo vino è stato il Kàlibro, uno spumante derivante da uve chardonnay e pinot nero vinificato in bianco secondo il metodo Cavazzani, ovvero metodo charmat lungo, che prevede la presa di spuma del vino in autoclave a basse temperature per circa 45/50 giorni e poi la conservazione sulle proprie fecce per 12 mesi. Dopo l’imbottigliamento, il vino sosta in bottiglia per altri 12 mesi. Il primo campione, annata 2009, si presenta nel bicchiere di un colore dorato vivo, lucente, dà un messaggio di giovinezza. Al naso è pulito, emergono nette note di fragranza accompagnate da un frutto a polpa bianca in fase di maturazione e dal sentore di vaniglia. In bocca gioca su note morbide compensate da una buona freschezza. Il campione 2008 ha un impatto olfattivo che vira più sul minerale, il frutto che emerge è un frutto più maturo e la speziatura rimane sempre su note dolci. Al palato stupisce per una iniziale freschezza quasi citrina, ma nel finale emerge una chiara sapidità. Il 2007 esprime sentori che giocano più sulla speziatura, su note di gesso, su un frutto meno fresco che ricorda la nespola. Al palato dona dei messaggi più articolati dei precedenti dove la freschezza cede il passo alla sapidità. Nel finale si avvertono note di frutta matura, quasi marmellata. L’annata 2006 fa sfoggio di un invidiabile colore giallo dorato vivace, i sentori che sprigiona ricordano la fragranza della crosta del pane, la vaniglia, la nocciola e una grande mineralità. Al palato affiora un buon equilibrio tra freschezza e sapidità e nel finale il ricordo della pesca gialla armoniosamente legata ad una persistente sapidità.

Il secondo vino appartiene alla DOCG Colli di Conegliano ed è il Crevada, uvaggio di chardonnay, incrocio manzoni 6.0.13 e sauvignon, prodotto con fermentazione in barriques di rovere francese per 1/3 nuove e per 2/3 di secondo passaggio. Seguono poi la fermentazione malolattica e la maturazione in legno fino a primavera inoltrata, seguiti dal travaso in vasca di acciaio dove rimane per 1-2 mesi. Dopo l’imbottigliamento il vino sosta in bottiglia per un anno. I 4 campioni vantano nei loro bicchieri uno splendente colore verde oro, che seppure in tonalità più o meno marcate a seconda delle annate, accomuna la nostra verticale. Il primo anno, il 2010, si muove nel calice in modo agile e sontuoso. Nell’impatto olfattivo si avverte la speziatura vanigliata del legno che fa da cornice ad un frutto esotico e maturo, il tutto accompagnato da note di timo e salvia e da una mineralità che non è mai invadente. Al palato l’entrata è decisa, l’alcol si manifesta immediatamente insieme ad una bella acidità e ad un’importante sapidità. Il secondo campione, il 2008, si manifesta al naso con una nota minerale di pietra focaia, un frutto più evoluto, una speziatura più equilibrata. In bocca c’è un buon gioco tra freschezza e sapidità, con aromi di bocca che ricordano il melone maturo, la frutta secca fino al cioccolato bianco. Il 2006 stupisce per l’intensità olfattiva, con sensazioni che richiamano in primo luogo una frutta più evoluta e note burrose. Al palato la nota minerale e quella fruttata sono ben integrate tra loro in una buona persistenza gusto-olfattiva. L’annata 2001, prima annata di produzione del Crevada, sprigiona sentori di cipria, fiori bianchi, zenzero ed una lieve nota minerale. Al palato si avverte immediatamente la freschezza, coperta poi da una grande sapidità, mentre sul finale si abbandona ad aromi che ricordano la confettura di albicocca.

Ultimo vino degustato, sempre appartenente alla DOCG Colli di Conegliano, è il Croder, uvaggio di cabernet franc, cabernet sauvignon, merlot e marzemino, la cui fermentazione alcolica e malolattica avviene in acciaio per poi essere travasato in barriques in cui si affina per 12-14 mesi. Successivamente riposa in bottiglia per un altro anno. Il primo calice contiene l’annata 2008 che si manifesta con un vivace colore rosso rubino con accenni al granato. Il naso lancia un messaggio speziato di vaniglia, supportato da note di frutti rossi maturi e croccanti, mentre l’evoluzione si esprime con un sentore di cuoio e un finale leggero di liquirizia. Al palato è persistente, la bocca rimane asciutta ma non ruvida, segno di un tannino ben governato. Il 2007 cattura l’attenzione con note fruttate di sottobosco accompagnate da una nota evolutiva più spinta espressa da una speziatura tanto dolce di vaniglia quanto piccante di pepe nero. In bocca prevalgono le durezze, la sapidità è importante e il tannino è più deciso. Il finale amaricante ricorda la liquirizia, la china e il rabarbaro che rafforzano la persistenza. L’annata 2004 dà un impatto olfattivo avvolgente, vi è una completa interazione tra i riferimenti fruttati e quelli speziati. Al palato sapidità e tannicità sono ben contenute da morbidezza e alcol in un buon equilibrio. Il finale ripercorre note di caffè, cacao e foglie di tabacco. Il campione 1999, seconda annata di produzione del Croder, stupisce al naso con un tripudio di note terziarie, note terrose, di humus, ma anche tufacee, di liquirizia goudron e tabacco. Al palato regala grande persistenza supportata da una bella sapidità intrecciata ad un elegante tannino.

Al termine di queste appassionanti verticali, i sommelier hanno potuto apprezzare gli altri vini Astoria accompagnati da un buffet dove spiccavano risotto agli asparagi, salsicce, porchetta, i crostini con la battuta di carne di Bruno Bassetto e tante altre leccornie.

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