Assaggiato per voi
Dalla redazione
martedì 17 maggio 2016

Terapia antiruggine a Belluno

Il "Maestro" Eddy Furlan con il calice in mano dirige la degustazione e rispolvera la figura del sommelier a tutto tondo

Francesco Mancini


Alla Nogherazza di Belluno lunedì 16 maggio sembrava di essere alla prima di un concerto del Maestro Riccardo Muti: posti sold out da un pezzo e la sala gremita. Vedendo poi i partecipanti prendere posto, sistemare i propri bicchieri sul tavolino, si intuiva che l’attesa era per un altro Maestro, non meno importante per i soci AIS del Veneto: Eddy Furlan. Eddy al posto della bacchetta ha preso in mano un calice, e invece dell’orchestra ha diretto magistralmente la degustazione di sei grandi vini, captando l’attenzione della platea composta da tanti soci bellunesi, dai più giovani ai veterani, tutti insieme per una serata intitolata non a caso “terapia antiruggine” per consolidare le conoscenze ai nuovi e rinfrancarle ai senatori della delegazione.
Stile, classe e umiltà: sono questi i capisaldi da cui parte Eddy. Essi devono essere propri di ogni sommelier AIS, ovviamente il tutto supportato da una preparazione che non si conclude con la fine dei corsi, ma si arricchisce di continuo scoprendo e degustando nuovi vini, viaggiando, imparando altre lingue e confrontandosi con tanti colleghi.
Furlan riesce a seguire un immaginario filo conduttore, che ripercorre tutti i tre anni della formazione del sommelier e poi si sofferma, bicchiere alla mano, sulla degustazione, ribadendo l’importanza della terminologia AIS. Oggi il sommelier deve anche saper "comunicare" il vino, cercando di entusiasmare e incuriosire tutti gli interlocutori, siano essi esperti o semplicemente degli appassionati.
Altro argomento importante è l’abbinamento cibo-vino, forse l’aspetto più delicato del ruolo del sommelier in cui l’esperienza gioca sicuramente un ruolo decisivo.
Il tempo vola e la “terapia antiruggine” comincia a fare effetto. La progressione dei vini è scelta ad hoc per toccare più argomenti possibili, tre tipologie di bianchi: da un delicato Cremant d’Alsace al Collio Bianco riserva 2009, passando per un Riesling giovane della Mosella; i due rossi sono un vulcanico Nerello Mascalese e un Chianti classico Antinori, e poi gran finale con un liquoroso Sherry Pedro Ximenez, che conclude una grande serata. Scatta la standing ovation spontanea e meritata della platea per il direttore d’orchestra… pardon per Eddy Furlan. 

 

CREMANT D’ALSACE JEAN CLAUDE BUECHER BRUT 2011: Un cristallino che vira decisamente verso la brillantezza. La tonalità paglierina ci annuncia una certa acidità; le bollicine sono abbastanza numerose e persistenti. Al naso è molto elegante, con fragranze di lievito e fruttato di mela gialla e pesca; cresce pure la mineralità con un piacevole sentore di pietra focaia. Pur non avendo un'enorme complessità, i profumi lo rendono elegante. Questa eleganza si ritrova in bocca grazie alle bollicine che solleticano le papille e ne accentuano la freschezza. È secco, ma si apre verso la morbidezza ed ha un'equilibrata sapidità. Finale lungo e piacevole, con un grande equilibrio tra la freschezza e la sapidità da una parte e la morbidezza dall’altra. Più che intenso è persistente. Abbinamento con crudité di crostacei con sale e olio fruttato.
 
RIESLING FRITZ HAAG BRAUNEBERGER “J” 2014 (Mosella): Molto luminoso, è un paglierino con qualche riflesso verdolino. Ha una buona consistenza pur muovendosi bene nel bicchiere. La nota minerale è la prima che sentiamo assieme ad una frutta acidula di mela verde, di pompelmo e limone, poi delicatamente di salvia, fragranze che oscillano tra il vegetale ed il floreale del geranio. Mano a mano che prende temperatura cresce l’agrume, mentre la mineralità rimane intatta. L’attacco del vino in bocca è su note fresche, l’acidità è istantanea e poi si avverte la sapidità. La nota alcolica non manca, ma è più marginale. È un vino morbido grazie ai polialcoli, buona la compostezza e la struttura. La mineralità olfattiva è piacevolmente traslata in bocca. Abbinamento con piatti di pesce arricchiti con spezie orientali.

COLLIO BIANCO MARCO FELLUGA MOLAMATTA RISERVA  2009: Il colore ci racconta subito uno stato evolutivo maturo, giallo dorato cristallino tendente al brillante. La consistenza lascia degli archetti, che si formano con pigrizia e le lacrime scendono lentamente. Anche i profumi ci fanno percepire la maturità e una grande complessità: il fruttato di albicocche essiccate e di mela cotta è accompagnato da un floreale dolce con un bouquet di piccoli fiori di montagna; si apre poi verso note di torrefazione e di pane tostato, e ancora profumi dolci di miele e zucchero caramellato, e infine una mineralità più sabbiosa che rocciosa. In bocca entra largo con una complessità gusto-olfattiva importante, che si snoda nella morbidezza. È caldo e avvolgente, secco e sàpido e moderatamente fresco. È un vino di corpo, pieno e dotato di grande struttura. Abbinamento con asparago gratinato al forno su fonduta di formaggi.
  
NERELLO MASCALESE DUCA SALAPARUTA LAVICO 2011:  Grande trasparenza, limpido con una tonalità omogeneamente granata. Il fruttato spazia dai piccoli frutti di bosco come il mirtillo alle prugne rosse. Troviamo note balsamiche, sciroppo di amarena, note floreali legate alla viola selvatica e al ciclamino. Chiara la mineralità lavica, che ricorda il territorio. Si avvertono percezioni di idrocarburi, di grafite di inchiostro e incenso. Delicatamente arrivano sfumature di cuoio, erbe aromatiche, alloro e mirto. È decisamente ampio. Anche in bocca è pieno: secco e sapido sulle prime, poi sentiamo il caldo dell’alcol e la freschezza dell’acidità finale. Ha bisogno ancora di affinare in bottiglia, ma ha già un bel corpo; la mineralità del naso ritorna in bocca e rimane persistente. Un vino di carattere, vulcanico. Abbinamento fettuccine all’uovo con capriolo.

CHIANTI CLASSICO MARCHESI ANTINORI GRAN SELEZIONE BADIA A PASSIGNANO 2010: L’aspetto è di un vino in stato evolutivo; ottima tonalità granata con qualche riflesso rubino. Una bella consistenza ci porta a scoprire sentori di frutta: amarene, ciliegie, prugna leggermente essiccata, un ricordo di noce e pesca e infine il floreale del giaggiolo, di viola e di rosa. Sentiamo lo speziato di pepe, ma anche di cacao e la tostatura dei chicchi di caffè; erbe aromatiche, alloro e fieno. Grande equilibrio in bocca tra morbidezze e durezze. I tannini dolci e ben levigati, una bella sapidità e una nota di freschezza, con un risultato impeccabile in una struttura di corpo equilibrata. Ritorna il cuoio, è armonico ed è pronto. Abbinamento con un formaggio di medio invecchiamento.
 
SHERRY WILLIAM & HUMBERT DON GUIDO PEDRO XIMENEZ SOLERA ESPECIAL 20 ANNI: Oleoso, viscoso, più vicino all’olio che all’acqua. Color mogano come di legni che hanno subìto pioggia, sole e vento. Ricorda anche alcuni mieli scuri. Al naso è ampio e molto intenso, quasi pungente. Qui il fruttato si snoda tra confetture e frutta sotto spirito; richiama alla mente anche il nocino, il caffè tostato e la confettura di prugne, note balsamiche e caramello. Troviamo spezie dolci come la cannella, il chiodo di garofano e il cioccolato. In bocca è dolce, caldo e di una morbidezza estrema. Poco fresco, tipico del Pedro Ximenez, robusto ed equilibrato relativamente alla tipologia. Abbinamento Blue Stilton o Roquefort.

articoli correlati
Dal Monte Amiata al Monte Baldo
domenica 7 aprile
TRAMÌETÌ 2019 Dos dei Caporai - Bianco Verona IGT
LE TANTE “VITE” DI GIORGIO
venerdì 1 marzo
ANDER 2018 - Bardolino DOC, SOC. AGRICOLA FRUCTUS VINEA SAS DI GIORGIO PASQUA DI BISCEGLIE
Welcome to San Francisco
giovedì 1 febbraio
Frisco - La Villana
ACCENTO D’OLTRALPE
giovedì 4 gennaio
VALPOLICELLA CLASSICO SUPERIORE 2019 - Monte Castelon