Assaggiato per voi
Dalla redazione
lunedì 23 maggio 2016

Degusta Visitando: Azienda Moletto

2^ parte

Franco Serena


Un cielo terso ed un sole caldo, con una temperatura quasi estiva, hanno fatto da cornice perfetta a questo secondo appuntamento sul ciclo vegetativo della vite, tenutosi alla Cantina Moletto di Motta di Livenza. Mauro Stival, con la consueta accorata e generosa accoglienza, ha regalato ai sommelier presenti un indimenticabile pomeriggio dedicato alla viticoltura, con una piacevolissima lezione primaverile all’aperto – fra le circostanti vigne con interfilari fino a qualche giorno fa rigogliosi di tarassaco – nel momento di imminente inizio della fioritura che, dovrebbe avvenire fra una settimana. Se nel corso della prima visita, dello scorso anno, Mauro si era addentrato specificamente nello studio della pianta e delle forme di potatura secca (parlando di taglio del passato, del presente e del futuro nelle forme di allevamento a tralcio rinnovato), con questo secondo appuntamento, nel pieno della ripresa vegetativa, l’attenzione si è spostata sul processo del germogliamento conseguente all’ingrossamento delle gemme e uscita del germoglio (evidenziando, fra l'altro, l'importanza di prevedere la maggiore concentrazione di gemme in corrispondenza del tralcio girato, ove si crea una forza centrifuga della linfa), con un'affascinante ed istruttiva trattazione di botanica inerente alla formazione e sviluppo del fiore (con la caduta della caliptra che rende visibili gli stami e il pistillo) e alla successiva impollinazione (con deposito del polline sulla testa del pistillo).
Dopo la sosta tra filari di pinot grigio, glera e franconia (solo alcune fra le 15 differenti tipologie di vitigni coltivati in azienda), rinfrescati da una leggera costante brezza tipica del microclima della zona e indubbio toccasana per la salubrità delle uve, la visita ai locali della cantina, che ha consentito l'assaggio in esclusiva, dal serbatoio in acciaio, del Lison Classico DOCG 2015 (da uve Tai dei vigneti di Belfiore di Pramaggiore), in cui già si avvertono interessanti sentori fruttati e di erbe aromatiche su sfondo di chiara mineralità. La perizia e la precisione espresse in campo appaiono anche nelle fasi di trasformazione e produzione, ove il ricorso all’informatizzazione nei processi produttivi (nel 1994 è stato avviato il primo impianto automatizzato per la spumantizzazione e nel 2001-2002 è stato acquisito il titolo di migliore azienda vinicola hi-tech) e alla tecnologia finalizzata all’utilizzo delle risorse naturali quali fonti di energia sono chiaro esempio di grande lungimiranza e modernità nel lavoro da svolgere per garantire la migliore qualità del prodotto.

A conclusione della giornata, la degustazione tenutasi in una sala appositamente preparata per gli ospiti gentilmente accolti da Chiara e dalla signora Anna Stival cui si deve la preparazione delle eccellenti pietanze preparate per il momento conviviale. In abbinamento al pranzo alcune varietà prodotte dall’azienda: il Pinot Bianco 2015, proveniente da vigneti vecchi e di più recente impianto, di spiccata salinità e garbatamente vellutato al palato - il Lison Classico DOCG 2014, da uve sottoposte a lieve macerazione, con evidenti note candite e presenza sapida – il Franconia 2013, dal sentore fruttato di fragola selvatica con giusto contrappunto minerale e salato – il Merlot DOC Piave 2013, di fresco sentore verde ben accordato alle percezioni di vinosità e marasca – il Colmello rosso 2006, fatto di 60% merlot e 40% franconia, 7 anni in barrique francesi, austero di frutta rossa in perfetta simbiosi con piacevoli note di cacao in polvere e liquirizia – il Cabernet Sauvignon 2005, da omonime uve di Belfiore, di bellissima tipicità, eleganza ed asciuttezza – dulcis in fundo il Sauvignon Passito 2006, di inebriante sentore di albicocca e ricco di sali minerali a rendere fresco e ricercato l'assaggio.

I ringraziamenti sempre più sinceri e mai superflui per la famiglia Stival, che ci dà appuntamento per la vendemmia di settembre.

 

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