Wine Experience
Dalla redazione
martedì 28 giugno 2016

Degustando al ristorante - Concedetevi il lusso di osare

La passione trasmessa da generazioni

Franco Serena


Densa di emozioni la serata di giovedì 23 giugno al Ristorante Da Gigetto di Miane. In uno dei luoghi simbolo della ristorazione trevigiana – che per l’evento ha messo a disposizione le sale del Brolo, con il suo giardino esterno magnificamente incastonato nello scenario naturale circostante – sono salite sul palco, dapprima in assolo poi duettando con le magnifiche preparazioni dalla chef Monica, le raffinate bollicine dell’Azienda Villa Rinaldi di Soave. La folta platea di ospiti, oltre settanta, è rimasta sorprendentemente ammaliata dalla pregevole fattura dei metodi classici proposti in degustazione, oltre che dall’artefice degli stessi: Rinaldo Rinaldi. Con il raffinato entusiasmo e la professionalità che lo contraddistinguono, il sig. Rinaldi ha catturato l’attenzione dei presenti illustrando lo stile di questa vera e propria Maison de Négoce italiana (sorta sul finire del ‘800) la quale, dopo essersi cimentata nella produzione di vini spumanti partendo da ogni tipo di uva presente nel territorio di Soave (dalle uve Durella e Chardonnay, fino alla Molinara), ha compiuto la scelta coraggiosa di concentrare le proprie attenzioni e gli sforzi economici per acquistare le migliori uve del Trentino e dell’Alto Adige che, per salubrità e intrinseca vocazione, consentissero di realizzare spumanti Metodo Classico assolutamente perfetti. Obiettivo raggiunto! Una certosina ed instancabile ricerca condotta sul territorio ha portato all’individuazione di 31 conferitori di uve Pinot Nero e Chardonnay da cru ubicati nelle più favorevoli posizioni con altitudini a partire da 400 metri s.l.m. (dagli originari 200 metri, causa l’innalzamento delle temperature); uve sottoposte a pigiatura esclusivamente nelle terre di origine (scongiurando, pertanto, ogni possibile effetto indesiderato dovuto al trasporto) e assoggettate a pressatura attentamente moderata, così da ottenere la migliore cuvée quale garanzia di finezza e complessità di aromi. 

L’esclusività e personalità unica di ogni millesimo realizzato trovano conferma anche nelle successive fasi di elaborazione: ricorso a lungo affinamento in barriques (fino a 40 mesi) delle basi spumante, ad impreziosire il vino mantenendo la freschezza del frutto di origine; assemblaggio delle cuvée per la presa di spuma in bottiglie poste orizzontalmente per un periodo che varia da uno a quattro anni; sosta fino a due anni dei lieviti “in punta”, ossia sul collo della bottiglia ormai capovolta a seguito di remuage completo, così da evitare ogni forma di contaminazione da ossigeno che avverrà solo con la successiva sboccatura; degorgement à la volée delle migliori riserve prodotte, secondo l’ancestrale metodo francese.

Il risultato di questo minuzioso lavoro ha trovato piena conferma fin dalla prima tipologia offerta in degustazione.

Il Barricaia Brut 2009 (da dominante Pinot nero e Chardonnay, da 24 a 36 mesi in barriques, oltre tre anni si sosta sui lieviti, due anni “in punta”) si rivela di colore oro antico e di immediata bellissima evoluzione, con percezione della sosta in legno quasi impercettibile, mineralità fresca ben amalgamata a profumi di rosa e sobrie note di dolcezza di panbiscotto portate dalla fermentazione malolattica, chiudendo con sentori di nocciola.

Il Rosé di Barricaia Brut 2004, da totale Pinot nero con 12 ore di macerazione sulle bucce (tre anni in barriques, tre anni si sosta sui lieviti, due anni “in punta”) si è proposto con un elegante colore di tè alle rose e karkadè, di olfatto fresco e sapido, un gusto di melograno in gelatina e mora di gelso, con richiami aromatici di timo fresco.

Il Barricaia Noir Brut 2004 (30 mesi in barriques e 30 mesi sui lieviti, nato da un sogno/incubo di Rinaldo, il cui racconto ha divertito tutti i partecipanti), si è rivelato una vera sorpresa, sia per le cultivar utilizzate che per la modalità di servizio impiegata. Metodo classico rosso da uve pinot nero trentine e corvina veronese appassita, apportatrice di magnifici sentori di ciliegia e utile nella fase di tiraggio grazie al suo carico di zucchero intrinseco. Per degustarlo anche nella versione con minor presenza carbonica, un preciso rituale di mescita ha previsto il servizio da un decanter appositamente creato, con oscillazioni laterali dello stesso (cosiddetto balancement) per 7/8 volte così da permettere l’ingresso di ossigeno e perdita della CO2: una versione che ha indubbiamente colpito e non ha fatto venire meno la pregevole fattura del prodotto, rivelando un dominante sentore di mirtillo nero di  montagna ed una sorprendente viva freschezza.

La Gran Cuvée Bianca 2013, vero simbolo della produzione aziendale, ha deliziato gli ospiti nel l'intermezzo della serata, in abbinamento agli eccellenti appetizers serviti esternamente alla sala. Da uve chardonnay rimaste 6 mesi in barriques e maturate 18 mesi sui lieviti, ha appagato perfettamente con le sue spiccate note di freschezza ben accordate ai sentori di frutta polposa di stagione quale il melone e la pesca bianca, con un’acidità di sostegno duratura ed esaltante.

L’Imperiale Brut Riserva 1997, 30 mesi sui lieviti e affinamento per 8 mesi in barriques, è stato affiancato ad un morbidissimo guanciale di vitello al vino rosso e amarene con spiedino di patate al forno e macedonia dell'orto; questa quarta tipologia contiene tutti i tratti distintivi del pinot nero da cui deriva, con un perlage levigante a donare la giusta freschezza al palato, e una affilata struttura non prevaricante ma in perfetta simbiosi con la pienezza della pietanza servita che, quindi, è rimasta sempre viva e intensa nel gusto.

Al Dolce di Cremé 2005 (36 mesi sui lieviti e 24 mesi in barriques) è spettato il tocco finale in concordanza con il rol di fragole, meringa e salsa di fragole fresche. Ispirato agli Champagne dolci del ‘700 francese, proviene da uve Chardonnay e Pinot Nero vendemmiate in anticipo per garantire il giusto corredo acido, cui è stata aggiunta la garganega rimasta in appassimento fino a febbraio. Note burrose e di fresco agrume candito, dissetante pur con i suoi 90 gr./litro di presenza zuccherina, con elegante perlage cremoso di assoluta gradevolezza ed eleganza.

La grande qualità del Ristorante Da Gigetto e dell'Azienda Villa Rinaldi ha decretato, dunque, il successo di questo evento che ha concluso nel migliore dei modi il primo semestre 2016 della rassegna Degustando al Ristorante della Delegazione AIS Treviso.

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