Flavio Buratto
Ultimo appuntamento prima della pausa estiva per la Delegazione di Treviso: destinazione Alto Adige.
Accolti nella mattinata da una rinfrescante pioggia, Nicole Buratti e Giuseppe Pirrotta, area manager, ci hanno accompagnato alla visita della storica cantina Kettmeir. Quasi centenaria, è stata fondata nel 1919, l’azienda produce 500.000 bottiglie, di cui 90.000 di spumante. 50 sono i conferitori: i sistemi di allevamento tradizionalmente a pergola e oggi anche a spalliera, i trattamenti, i tempi e modalità di vendemmia sono decisi e gestiti direttamente dall’azienda. Alla consegna, le uve sono poste in cella frigorifera prima di avviarle alla vinificazione, per preservarne gli aromi. Le uve per gli spumanti provengono da vigneti sopra i 500 m. s.l.m.; si utilizza solo mosto fiore; lunghi i tempi di rifermentazione in bottiglia; il remuage è ancora fatto a mano. La degustazione, avvenuta nella suggestiva sala con vetrata che dà sulla barricaia, è stata guidata dalla competenza dell’enologo Josef Romen. Terreni vocati, condizioni climatiche, cura nel condurre viticultura e vinificazione sono gli ingredienti che concorrono a produrre spumanti raffinati e vini dalla forte caratterizzazione; vitigni come il pinot bianco e nero, il gewurztraminer, per citarne solo alcuni hanno trovato invece la perfetta dimora per esprimersi ai più alti livelli, sicuramente in Italia.
La pausa pranzo si è svolta informalmente al tipico “Biergarten Kaltern”, all’aperto a Caldaro, con un classico piatto unico atesino: Tris di canederli su cappuccio e speck, accompagnato da un altrettanto classico boccale di birra.
Nel pomeriggioi, salutati da cielo terso e caldo sole di montagna, Theo Walcher, proprietario dell’omonima distilleria, certificata IFS, ci ha condotto attraverso il nuovo stabilimento di 3.200 mq, su 3 piani, in cui ordine, pulizia, igiene regnano sovrani. Abbiamo così ripercorso le varie fasi della produzione: le celle frigorifere, le sale di distillazione, affinamento, imbottigliamento e maturazione, la barricaia. La materia prima è selezionatissima, da conferitori di fiducia. Le vinacce non sono stoccate e si trattano solo quelle non torchiate; la frutta, raccolta matura e di primissima qualità, è posta brevemente nelle celle frigorifere per uniformarne la maturazione, prima di essere accuratamente processata e fermentata in sede. La massima attenzione, infatti, è posta nel preservarne gli aromi e, attraverso i processi di distillazione, trasferirli al meglio nel prodotto finito. La degustazione che ne è seguita ha evidenziato intensità e persistenza degli aromi al naso, e coerentemente al palato, mettendo in netto risalto l’estrema delicatezza, eleganza e finezza dei prodotti presentati.
A posteriori, è singolare osservare come, davvero, non si finisca mai di conoscere, imparare e, aggiungiamo, di stupirsi del fatto che ogni visita non sia mai scontata e ci siano sempre nuovi elementi di sorpresa ,di stupore che si aggiungono e vanno a riempire quel gran puzzle del mondo che ci appassiona.
Si è concluso così il primo semestre 2016 di attività della Delegazione di Treviso. Ringraziamo tutti i colleghi, soci e appassionati che ci hanno seguito con interesse e partecipazione nelle tante iniziative proposte. A breve sarà diramato il nuovo e ricco programma che abbiamo disegnato per il secondo semestre, con ulteriori “chicche”. Non mancate alle prossime!
Augurando a tutti una buona estate... "stay tuned”
Foto: Elisabetta Zanellato