Lidia Veronese
La Valtellina, nota per essere l’area terrazzata più vasta d’Italia, si estende ai piedi delle Alpi in senso longitudinale per circa 120 km, dal paese di Tirano fino a Morbegno. Segue il fiume Adda ed è protetta a nord dalle Alpi Retiche, sui cui pendii si arrampicano i vigneti coltivati a “ritocchino” e a sud dalle Alpi Orobie.
Sui poggi solivi delle Alpi Retiche nascono i vini della Valtellina. Qui il vitigno principe è il Nebbiolo, localmente chiamato Chiavennasca, coltivato su balzi scoscesi e terrazze di terra riportata sostenute da muretti a secco, è considerato a tutti gli effetti vitigno autoctono.
Vengono coltivate altre qualità di vitigni, considerate "figli" del Nebbiolo quali: la Pignola, la Rossola, la Prugnola, ma rivestono modesta importanza essendo coltivazioni marginali usate, come pure il Merlot e il Pinot nero, per completare l'uvaggio in vinificazione.
I vigneti ripidi e terrazzati, fonte delle migliori uve, richiedono una lavorazione quasi interamente a mano, ecco spiegata la dicitura Eroica Valtellina.
Grazie alla formazione di microclimi locali favorevoli, dovuti ad una felice esposizione a sud ed a modeste precipitazioni distribuite uniformemente durante l’anno, nascono vini di grande qualità adatti ad un lungo invecchiamento, con enormi potenzialità evolutive, dotati di carattere, struttura e finezza.
Per anni questi vini hanno patito un anonimato immeritevole; oggi, grazie alla tenacia e passione di giovani produttori, la Valtellina gode di un prestigio di assoluto valore che valorizza sicuramente la qualità dei vini prodotti ma soprattutto ne esalta le tecniche di coltivazione dove la tecnologia lascia spazio a vecchie tradizioni che si tramandano di generazione in generazione.
Due sono le tipologie di vino prodotto: il Valtellina, che si presenta con un colore rosso rubino scarico, vivace e trasparente. I profumi giovani e freschi di fiori rossi e frutta in maturazione ne esaltano la beva che appare di corpo esile, tannico e di buona sapidità.
Un distinto passo in avanti, con strutture più ricche e sapori più complessi, li troviamo nel Valtellina Superiore che include cinque sottozone: Sassella, Grumello, Inferno, Valgella e Maroggia . Il Valtellina Superiore DOCG deve avere un grado alcolico minimo del 12% con un periodo minimo di affinamento di 24 mesi (di cui almeno 12 in botti di rovere), secondo un disciplinare rigoroso. È un rosso da importanti invecchiamenti: viene definito “Riserva” quando ha almeno 36 mesi di invecchiamento.
Uno dei vini più famosi della Valtellina è lo “Sforzato” o “Sfurzat”, un vino rosso con un grado alcolico minimo del 14%. Questo ottimo vino si ottiene vendemmiando i grappoli migliori di Nebbiolo e vinificandoli dopo un appassimento su graticci per circa tre mesi. Dalla torchiatura di circa 43 q di uva, si ottengono solamente 18 hl di mosto. Lo Sforzato di Valtellina, dal 2003, è il primo passito rosso secco italiano a potersi fregiare della Docg.