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Dalla redazione
lunedì 21 novembre 2016

VERTICALE CAPO DI STATO: RIEN NE VA PLUS

Cinque annate per conoscere meglio il vino protagonista dell'ultima edizione di Alba Vitae

Francesco Mancini


Una verticale di cinque annate può raccontarci tanto di un vino. Se poi il vino in questione è il Capo di Stato e, a raccontarlo è il presidente emerito Eddy Furlan, il gioco è fatto. Aggiungiamoci pure gli aneddoti e i racconti di Lorenzo Palla, il titolare della Loredan Gasparini, a condire la degustazione e la serata diventa di quelle memorabili.
 
La delegazione di Belluno conclude così il suo personale “giubileo” dedicato al Capo di Stato, scelto quest’anno dell’annata 2009, per rappresentare il progetto benefico AIS “Alba Vitae”.
Una verticale di spessore, pensata per dare l’opportunità a tanti soci bellunesi di mettere il naso e i sensi dentro la leggenda di uno dei più famosi bordolesi italiani. Lorenzo Palla rompe il ghiaccio e presenta il territorio dove nasce questo grande vino: Venegazzù, nel Montello. Il Conte Loredan intuì le potenzialità di questo territorio e, dopo numerosi viaggi in Francia, pensò che anche in questa particolare zona del Montello si potesse produrre un grande vino. Immancabile il racconto che ispirò il nome: la leggenda lo fa risalire al 1967 ed è associato alla famosa gaffe del presidente francese dell’epoca, Charles De Gaulle, che scambiò il Rosso di Venegazzù riserva per un “grande Bordeaux”. Da allora in poi diventerà il Capo di Stato. 

È la volta del presidente emerito Furlan. Il presidente che racconta il Capo di Stato. Sembra un gioco di parole, ma non lo è. È la degustazione, che per i sommelier bellunesi presenti si trasforma quasi in un’ avventura fuori dallo spazio e dal tempo. Ogni assaggio ed ogni annata raccontati da Furlan sono un’espressione diversa di Capo di Stato. Si rimane affascinati dalle parole del presidente; sembra quasi che questo liquido nel bicchiere, dalle varie tonalità di un bel rosso che va dal rubino al granato, prenda quasi vita. Sentiamo l’esuberanza e la gioventù del 2009 e del 2012 (un’anteprima assoluta), l’eleganza e l’equilibrio del 2006, restiamo conquistati dalla potenza di un’annata calda come quella del 2003, ed infine la maturità e lo charme del 1997 testimoniano che questo grande bordolese non teme affatto il trascorrere del tempo.
 
Sarebbe bello immaginare cosa avrebbe pensato il generale De Gaulle se avesse potuto partecipare anche lui a questa verticale. Probabilmente, per non rischiare altre gaffe, l’unica parola che avrebbe potuto dire, con il suo solito aplomb, sarebbe stata: “chapeu”.

CAPO DI STATO 2012 (ANTEPRIMA ASSOLUTA): Un rubino con apertura verso tonalità granato, consistente; è un vino in evoluzione anche nei profumi: note di tralci della vite, sottobosco, foglie fresche e confettura appena fatta; profumo di carne rossa marinata con vino e spezie, liquirizia. C’è ancora un’apertura verso frutta rossa di lamponi, more, rosa matura. Grande intensità e complessità. Sorso palpitante di piacevoli durezze, sapido, tannini non spigolosi ma ancora un po' nervosi. Sapidità a lungo presente . Tornano le note fruttate e vegetali. Vino lungo, avrà un grande futuro.  

CAPO DI STATO 2009 (ALBA VITAE 2016): Ci racconta di gioventù e si apre alla maturità con riflessi granati ai bordi. In pieno stato evolutivo, ha la consistenza di un rosso importante. Il primo naso ci racconta tanto di Bordeaux. Merlot e Cabernet Sauvignon sono a braccetto. Si sente la prugna appassita, leggermente essiccata, sfumature di frutti di bosco, il floreale maturo di viola appassita; sottobosco, funghi e legno. Erbe aromatiche, rabarbaro, pennellate di vaniglia delicata. C’è una bella complessità. Il sorso in bocca ci comunica equilibrio. I tannini levigati lo rendono morbido e una bella freschezza contribuisce a renderlo armonico. Sfuma delicatamente in una peristenza di note speziate. Adatto a carni rosse, brasato arrosto.

CAPO DI STATO 2006: Un granato lucente, vino di grande intensità, bella consistenza ed eleganza. Il primo assaggio è ampio, avvolgente, la fruttuosità è in evoluzione, si sentono già note di confettura, di prugne, ciliegie; sottobosco di funghi,  muschio, foglie essiccate e di alloro, tabacco essiccato e liquirizia; erbe aromatiche di rosmarino e timo. Primo sorso largo e di grande equilibrio, tannini levigati e mobidi. Rimane sempre la freschezza finale ad affiancare la sapidità. Vino lungo con un finale di bocca in cui ritroviamo spezie ed erbe aromatiche. Ancora in stato evolutivo tra il pronto e il maturo. Abbinamento con una carne importante, succulenta.

CAPO DI STATO 2003: Granato con riflessi verso il mattone. Annata calda con una maturazione precoce delle uve. Al naso arrivano note calde di terra arata scaldata dal sole, una nota minerale di roccia. Troviamo spezie come cannella e chiodi di garofano; erbe aromatiche: timo, maggiorana, foglie di alloro. Il goudron, tipico dei Bordeaux e anche fiori appassiti e cuoio. Grande ampiezza di profumi, si sente l’evoluzione in bottiglia. In bocca ha un bell’equilibrio della nota calda che lo rende morbido, non manca la freschezza che dà nervo e longevità. Lungo in bocca tornano le note speziate. Brasato, formaggi stagionati

CAPO DI STATO 1997: Tonalità calde, un bel granato omogeneo, profondo e trasparente. Ampiezza incredibile all’olfatto. I profumi sono affascinanti di frutta importante, frutti rossi sotto spirito, ciliegia, nocino. Ha un’importante ossidazione e una grande complessità, si sentono le spezie, il pepe, il chiodo di garofano e lo zenzero; erbaceo evoluto, castagno, conifera, macchia mediterranea. In bocca il piacere immediato di sentire un vino maturo, in equilibrio perfetto. Tannini evoluti, maturazione fenolica importante sviluppa in bocca note speziate, persistenti, lunghe. È un vino da meditazione.

 

 

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