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Dalla redazione
venerdì 16 dicembre 2016

Viticoltura eroica e difesa del territorio: la Valtellina in 10 assaggi

Dallo spumante allo Sforzato, diverse interpretazioni del nebbiolo di montagna proposte da AIS Verona

Corinna Gianesini


In una sala gremita di sommelier, la delegata di Sondrio Elia Bolandrini ha portato la Delegazione di Verona alla scoperta della Valtellina. Un insieme di vitigni che chiamare eroici è ancora poco: rive scoscese sulle quali le viti si aggrappano al terreno con tutta la forza, sorrette solo da piccoli muretti. La coltivazione di questi terreni è particolarmente impegnativa perché tutte le operazioni devono essere svolte a mano. Le fotografie che Elia ci mostra, come ha detto lei stessa, sono più significative di tante parole. Ci racconta che un tempo si usavano delle grandi gerle di vimini per vendemmiare. Oggi le gerle sono di plastica, più leggere e forse più ergonomiche, ma sempre a spalla devono essere portate. In alcuni vigneti sono state costruite delle teleferiche per poter trasportare l’uva fino a fondo valle, in altri punti la raccolta è talmente difficoltosa da dover utilizzare un elicottero. “Noi non siamo in pianura, siamo in montagna e dobbiamo raccogliere tutto quello che la montagna ci dà” incalza Elia. La Valtellina è a tutti gli effetti una regione alpina, caratterizzata da un clima continentale, caldo d’estate e molto freddo d’inverno. La regione vitata, un totale di 850 ettari, si trova a nord del fiume Adda.

Apriamo la nostra degustazione con il Brut Rosè di Rainoldi, millesimo 2010, 36 mesi sui lieviti 100% nebbiolo. Entrata decisa e bollicina estroversa trovano il seguito in una bella sapidità e in un piacevole sentore di frutti rossi. Proseguiamo con due vini di Dirupi, giovane cantina di Ponte in Valtellina: Olè - Rosso di Valtellina 2015, un vino croccante, fresco, sapido e molto dinamico nel bicchiere. Un olfatto decisamente più ampio e gustoso nel Valtellina superiore 2013, prodotto da Dirupi nella zona di Grumello: petali di rosa rossa e viola, una nota speziata ed un accenno di radice, palato fresco e ben tannico.

Proseguiamo la nostra esplorazione valtellinese muovendoci a Teglio, dove Marco Fay con passione e impegno conduce l’omonima azienda. Il vino che assaggiamo è Cà Moréi, un Valtellina Superiore Valgella 2013. I sentori sono caldi e dolci, ricordano la ciliegia matura, la caramella gelèe di mora e la spezia dolce, ma vengono presto equilibrati dal sorso deciso, dominato da acidità e tannino, come nebbiolo comanda.

La degustazione prosegue e ci trasporta virtualmente nella sottozona di Grumello, dove i fratelli Pelizzatti Perego producono nella loro azienda Ar.pe.pe. vini dalla grande personalità, contraddistinti da una buona dose di freschezza e di innovazione. Il Valtellina Superiore Grumello “Rocca de Piro” riserva 2011 conquista subito il naso in un insieme intenso e delicato di sentori fruttati di confettura di prugna, mora, petali di viola e rosa rossa, assieme ad un pizzico di pepe nero. II palato è equilibrato e gustoso, sebbene austero nei ritorni di liquirizia e nel finale quasi polveroso. Ancor più ricco il Buon Consiglio Grumello Riserva del 2007 che affascina con la dolcezza dei sentori di frutta in confettura, le note di tabacco da pipa, il sentore balsamico di eucalipto e l’accenno di china. Al palato è coerente, succoso, con un tannino presente che porta un lieve sentore di fave di cacao nel retrogusto.

E’ il momento di assaggiare Rupestre Valtellina Superiore Sassella 2010 prodotto da Menegola: un vino che gioca sulla propria prestanza, con sentori carnosi di frutta e fiore, che al palato si esprime con una freschezza decisa che lascia presagire una lunga prospettiva di invecchiamento. Il vino che segue è Crespino, il Valtellina superiore di Rainoldi, millesimo 2012, ottenuto da uve sottoposte a parziale appassimento, da cui derive un’intensità nel colore mai riscontrata nei precedenti assaggi. Il vino è piacevole e appagante, con una nota di rabarbaro che si integra bene con i sentori di piccoli frutti scuri in confettura e le note di liquirizia. Strizza un po’ l’occhio al mercato internazionale. E’ il momento di assaggiare due espressioni di Sforzato di Valtellina, unico passito secco d’Italia a cui è stata riconosciuta la Docg, ottenuto dall’appassimento della chiavennasca per circa 3 mesi in locali ben areati. Cominciamo con Ronco del Picchio, lo Sforzato di Valtellina di Fay, annata è la 2011, prodotto con l’uva coltivata presso il Cru San Gervasio, a 700 m.s.l.m Esordisce con il profumo di confettura di more e ciliegie, solo lievemente acidula, e uno sbuffo alcolico che poi evolve in sentori di tabacco, cuoio e cacao. In bocca esplode in un gusto pieno e ricco, con un lungo finale di petali di viola e ritorni speziati. Non è da meno lo Sforzato di Valtellina Pergiulo di Menegola, anch’esso del 2011, che presenta sentori di prugna disidratata, uniti a note di caffè, pepe rosa, un accenno metallico e un ricordo agrumato di scorza d’arancio. Il palato è potente ed equilibrato, con uno svolgimento elegante e un finale vellutato.

Grazie di cuore ad Elia Bolandrini, delegata di Sondrio, e alla collega sommelier Lidia Veronese per averci condotto in questa piacevole panoramica sul vino della Valtellina.

Tutte le foto dell’evento sono visibili all’album Flickr https://www.flickr.com/photos/aisverona/sets/72157674717410362

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