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Dalla redazione
lunedì 20 febbraio 2017

Degusta Visitando: Azienda Agricola Facchin

Franco Serena


La visita all’Azienda Antonio Facchin di San Polo di Piave è stata l’occasione per godere del fascino che il quartiere del Piave sa regalare anche in una fredda giornata di gennaio, tra filari di viti che, nel loro periodo di dormienza vegetativa, iniziano ad essere modellati dai sapienti tagli della potatura invernale, con lo sguardo volto all’orizzonte pedemontano che sembra quasi proteggere questo angolo di meravigliosa pianura trevigiana attraversata dal Piave.

Il rigore della temperatura è stato, comunque, ben mitigato dalla calorosa accoglienza di Angelo Facchin – enologo di casa e figlio del titolare Antonio Facchin - che, consegnando ad ognuno dei 20 sommelier di AIS Treviso una cartella personalizzata dell’evento, ci ha condotto fin da subito a solcare il terreno dei vigneti circostanti, che sono parte dei circa 100 ha che concorrono alla produzione aziendale: oltre all’area di San Polo di Piave (dove dominano, fra gli altri, le varietà glera, incrocio Manzoni 6.0.13, muller thurgau, verduzzo, traminer, cabernet franc e il re dei vitigni della zona, ossia il Raboso Piave), l’ampio ventaglio produttivo si dispiega fra le tenute Dalla Balla Nob. Giuseppina in territorio di Cimetta di Codogné (con le tipologie Prosecco DOC Treviso, Pinot Nero e Carmenere, a beneficiare della natura argillosa del terreno) e Malgher (in Comune di Motta di Livenza, destinati a sauvignon, pinot grigio, chardonnay, cabernet e merlot), per un totale di bottiglie prodotte di circa 600.000.

Grandi soddisfazioni ottenute sia in ambito nazionale che estero, verso il quale viene effettuato più del 50% delle vendite e dove la qualità dei vini prodotti e la professionalità della famiglia Facchin sono riuscite ad entrare facendo ben conoscere le eccellenze vinicole del territorio trevigiano, fatto non solo delle preziose bollicine.

Entrati nei locali di trasformazione e, quindi, di accoglienza, una sala ben allestita ha permesso al gruppo di sommelier di degustare alcune delle tipologie di produzione, creando un costruttivo confronto e amichevole scambio di opinioni e sensazioni, e offrendo l’occasione ai corsisti prossimi all’esame di terzo livello e ai sommelier pronti a sostenere l’esame di degustatore ufficiale di cimentarsi, di fronte ai colleghi, nelle prove di degustazione che saranno materia negli esami finali dei rispettivi cicli di studio.

In sequenza, quindi, il “Dalla Balla Nobile Giuseppina” Prosecco Doc Treviso Spumante Extra Dry millesimato 2016 - con i suoi sentori di glassa ben accordati alla florealità e fruttato persistenti al naso e al gusto; il Manzoni Bianco IGT 2015 - di raffinato equilibrio nelle sue nuances paglierine a precedere un sorso elegante di fiori di campo; il Pinot Nero IGT 2015 – con inaspettata nota erbacea in ingresso cui hanno fatto riscontro una succosa marasca e uva spina ben presenti anche nella sosta protratta in calice; il “Roccolo” Carmenère IGT 2015, di interessante corrispondenza naso-bocca nella sua tipica identità erbacea, con passaggio in legno ben dosato; il “Barrucchella” Cabernet IGT 2012, di bellissima veste rubino e sorprendente percezione di foglia di tabacco dolce.

La piacevolezza della corale degustazione e della convivialità è continuata seduti alla tavola appositamente imbandita per il pranzo, dove la generosità e lo spirito di accoglienza della famiglia Facchin si sono ulteriormente rivelati con un sontuoso pranzo meravigliosamente preparato dalla signora Facchin, moglie del titolare Antonio e cuoca di casa, nel corso del quale – fra antipasti tipici della tradizione trevigiana, un primo piatto di tagliatelle al sugo, un secondo a base di anatra con polenta e salsa “pevarada” e crostoli finali – la mescita si è alternata tra un profumatissimo Sauvignon IGT, un Traminer IGT dai toni speziati e agrumati, quindi il raboso Piave nelle versioni “Geron” 2007 e Malanotte DOCG 2009, entrambi succosi e ben bilanciati nelle rispettive componenti di acidità e morbidezza. Per chiudere, quindi, con un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Millesimato 2015 nella versione Dry.

Uno spaccato delle terre del Piave, un esempio di famiglia unita che continua la secolare tradizione di interpretare con professionalità il territorio in cui vive, un modello di accoglienza che non può passare inosservato. Alla famiglia Facchin il nostro più sincero plauso e ringraziamento.

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