Wine Experience
Dalla redazione
venerdì 3 marzo 2017

Sfumature di Cabernet

In casa Cavazza le sei annate del Cabernet Sauvignon Cicogna

Stefano De Vicari


Lo scopo della serata è molto chiaro, conoscere il "nostro" territorio. L'innata e salutare curiosità ci porta sempre a studiare le realtà vinicole italiane, europee e naturalmente del nuovo mondo, per questo diventa importante fermarsi sotto casa e conoscere e approfondire una piccola parte dei nostri Colli Berici. Faremo questo degustando sei annate, dal 2012 al 1992, del Cabernet Sauvignon Cicogna dell'azienda agricola Cavazza di Montebello, in provincia di Vicenza, giovedì 23 febbraio. 
Siamo accolti in azienda da Elena Cavazza, la quarta generazione, e dallo zio Giancarlo Cavazza, che è anche l'enologo e il papà dei vini che andremo a degustare. Il fuoco scoppiettante, acceso nel caminetto della bellissima sala degustazioni, rende l'atmosfera molto calda e familiare.

Dopo una breve visita della cantina cominciamo la serata con Elena che con passione ed orgoglio ripercorre per noi le varie tappe della storia dell'azienda Cavazza e del territorio dove è radicata da generazioni.
La tenuta Cicogna è stata una recente acquisizione della famiglia Cavazza (1987), fortemente voluta dai nonni di Elena che ne avevano viste le grandi potenzialità. 40 ettari ubicati nella parte meridionale dei Colli Berici, su un altipiano tra 150 e 210 metri di altezza. In origine le viti erano allevate a pergola ma gradualmente modernizzate a spalliera, Guyot in particolare. La resa viene tenuta bassa, sui 75 quintali a ettaro con in media 4 grappoli per pianta. Il terreno argilloso misto ad una discreta presenza di sassi calcarei ne fa l'ambiente ideale per la coltivazione di vitigni a bacca rossa. Le varie tipologie di uve vengono vinificate in purezza, in maniera da preservarne le tipicità.
Per l'affinamento, dopo una serie di prove, si è deciso di lasciare il vino per 12 mesi in barriques di rovere francese di Allier con media tostatura.
È evidente l'intenzione di puntare sulla qualità ed è per questa ragione che l'annata 2014, per niente favorevole, non è stata prodotta.

La degustazione dei ricordi

2012, ottima e calda annata, ancora giovane con belle note fruttate di mirtillo rosso e floreali di viola e lavanda. In bocca è rotondo con una nota ferrosa comunque tipica dei vini della tenuta Cicogna. Tannini importanti ma eleganti.

2009, annata più fresca che ha conferito al vino un'acidità superiore, dandogli così delle buone prospettive per l'invecchiamento. Intenso al naso con frutta più matura, quasi sotto spirito, marasca, etereo. Note speziate tipiche delle evoluzioni terziarie. Balsamico di eucalipto con sentori mediterranei di rosmarino, liquirizia. Entra forte e potente in bocca con tannini ancora giovani. Vino ancora in piena evoluzione.

2008, definita annata storica con caldo di giorno e importanti escursioni termiche, questo ha permesso al vino di esaltarne quelli che sono i sentori varietali di peperone verde tipico del cabernet sauvignon. Ha bisogno di qualche "roteata" in più nel bicchiere per permettergli di aprirsi e rilasciare i sentori speziati di pepe nero, cuoio, tabacco. Esce anche un vegetale di rabarbaro. Al palato è deciso e persistente con tannini ben amalgamati.

2005, già dal colore si nota la maggiore evoluzione, vira decisamente su riflessi granati. Il naso ne dà la conferma rendendo evidenti le note terziarie dei profumi, marasca e ciliegie sotto spirito. Il balsamico e le note ferrose ritornano ricorrenti. Entra comunque in bocca con una bella freschezza accompagnato da morbidi tannini che ne esaltano la struttura.

Facciamo una pausa e allietiamo il palato con un risotto al Cicogna San Martino 2013 (un merlot leggermente passito che viene appunto vinificato il giorno di San Martino a novembre) e spolverato con semi di zucca tostati e macinati, preparato dalla chef Paola dell'antica Osteria al Castello a Sorio di Gambellara.

2003, annata che organoletticamente ricalca i vini degustati fino ad ora. Questo denota una coerenza ed una logica produttiva che cerca di evidenziare e sfruttare le potenzialità che una zona può dare, cercandone il modo di dare una logica continuità alla vinificazione e al risultato gustativo della stessa. Trova un riscontro nella produzione di questa annata che, essendo stata estremamente calda, ha dato non pochi problemi nella gestione di molti vigneti soprattutto al nord. L'esperienza e la conoscenza del territorio hanno comunque permesso ai Cavazza di monitorare e gestire al meglio la situazione climatica che si era venuta a creare, producendo un vino che ancora a distanza di 13 anni ci continua ad emozionare.

1992, l'interrogativo principale tra i Cavazza era: "Lo facciamo assaggiare o no il 1992?". E per fortuna la risposta è stata affermativa. È vero, il vino è molto particolare, 24 anni in bottiglia non sono pochi e si sentono tutti.
I sentori principali sono di balsamico ed eterei. Le note ossidative sono importanti ma non tali da precluderne la degustazione. Ogni bottiglia poi aveva una sua diversa caratteristica data dalla diversa influenza che ogni singolo tappo ha contribuito a dare al vino. Un vino che ha comunque voluto darci una visione generale di quello che è il cabernet sauvignon della tenuta Cicogna nei Colli Berici.

La serata si conclude con un'altra specialità gastronomica, un dolce tipico vicentino: la Pùtana o Macafame, rivisitato per l'occasione. Al posto di usare il latte per fare inzuppare il pane vecchio, è stato usato il Cicogna San Martino: ne è risultato un dolce più leggero e comunque molto saporito.

In un clima conviviale ed armonioso e con la soddisfazione di avere scoperto qualcosa che forse non tutti noi conoscevamo, abbiamo concluso questa serata di degustazione, ringraziando ancora la famiglia Cavazza.

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