Assaggiato per voi
Dalla redazione
lunedì 6 marzo 2017

I vini della Valle dell’Agno

In un pomeriggio nebbioso di febbraio una piccola rappresentanza della delegazione AIS di Vicenza si è recata a Valdagno, ospite dell’azienda Masari.

Paola Bonomi


L'intento era di approfondire la conoscenza di questa parte di territorio della nostra provincia attraverso i vini che Massimo Dal Lago e Arianna Tessari producono. Prima tappa obbligatoria nei vigneti di Priabona a Montepulgo in Contrà Carletti, dove l’azienda, nata nel 1998, ha dei vigneti di cabernet sauvignon e merlot. Qui la roccia affiorante di origine calcareo-sedimentaria (priabona, pietra buona) fa da scheletro ad un terreno argilloso che da subito ha reso difficile l’impianto del vigneto. È stato necessario riprendere il terreno, togliere l’argilla, rompere la roccia, risistemarlo e infine livellarlo prima di poter piantare le barbatelle.
Massimo ci accompagna tra le vigne e ci racconta la sua storia. Dopo la laurea in enologia conseguita all’università di Milano, si avvicina a questo mondo in punta di piedi. Assunto da una delle aziende storiche del Vicentino, parte alla volta degli Stati Uniti per uno stage della durata di 8 mesi. Al suo rientro continua a lavorare presso l’azienda Maculan, dove rimarrà per circa 10 anni, alternando il lavoro in azienda alla sperimentazione, recuperando vigneti abbandonati che saranno acquistati definitivamente nel 2009.
È in questi luoghi con terreni calcarei che trova l’anima il Masari, il vino di punta dell’azienda. Nato dalla selezione di uve cabernet sauvignon (70%) e merlot (30%), esprime un ampio bouquet fruttato e floreale con note vegetali avvolto da piacevoli sentori di spezie. La fermentazione dura 10 giorni e si svolge in tini di legno aperti ad opera di lieviti indigeni. La fermentazione malolattica avviene spontaneamente e la maturazione si protrae per 20 mesi. Come per gli altri vini di questa azienda anche il Masari non è sottoposto a chiarificazioni e stabilizzazioni.
Abbiamo avuto l’opportunità di degustare l'annata 2013 ed è una piccola chicca anche la 2004, vino equilibrato ed elegante, magnifica espressione del terreno calcareo argilloso della sponda sinistra della valle dell'Agno. Al naso un ventaglio di sensazioni, dalla piccola frutta rossa alle erbe balsamiche. Un vino ancora fresco e ben supportato dal tannino e dall’estratto.
Poi è stata la volta dell’MM, il Merlot dell’azienda prodotto solo negli anni particolarmente favorevoli, il 2007 e il 2009. Bouquet fruttato dove predomina la ciliegia sotto spirito circondata da note di cioccolato e percezioni balsamiche. Ricca struttura, ci si riscopre a “masticare” il vino che lascia l'olfatto e il gusto appagati.
Cosa dire del San Martino? Un altro rosso della casa prodotto in quantità paritaria da uve cabernet e merlot. I vigneti sono situati in località Lovara, microzona di origine vulcanica sulla destra orografica della valle a 300 mt sul livello del mare. Anche qui ritroviamo il filo conduttore che lega tutti i vini dell’azienda: l’eleganza e la personalità. Bella spalla acida che sostiene un gusto lungo e ricco di frutta rossa matura che indugia nel finale persistente. Sempre da questa zona, Lovara, Trissino e Quargnenta, provengono le uve di durella e riesling; quest'ultimo arrivato in zona a metà dell’800 portato dagli ingegneri minerari tedeschi ingaggiati per lavorare nelle valle.
Espressione del territorio è il Durello metodo classico Leon 36 mesi sui lieviti. Spuma cremosa dalla trama compatta, le bollicine finissime ne enfatizzano i profumi. Vino dalla mineralità interessantissima. Al palato grande equilibrio bilanciato in freschezza e sapidità. Il sentore fruttato e di erbe balsamiche ritorna in bocca in modo sensuale. Un'altra espressione di uva durella con un tocco di riesling è l'Agno Bianco. La fermentazione avviene in grandi tini di legno. Il vino rimane a contatto con i propri lieviti per un anno. Bellissimi profumi floreali e agrumati avvolti da note di erbe aromatiche. Il leggero residuo zuccherino fascia come un mantello la bocca. Abbiamo assaggiato il 2005, prima annata di prodotto ottenuto allora solo da uve durella. Si presenta con profumi di zafferano, cannella, cedro candito e fiori di zagara. Il gusto, nonostante l'età, è ancora fresco, ben equilibrato con la sapidità, avvolge il palato come il velluto.

La visita sta per concludersi, si fa sera, le prime luci si accendo nella valle avvolta dalla nebbia dando un immagine suggestiva, mentre noi veniamo riscaldati dalla stube e dal caldo Doro 2007 dal colore ambra, durella 60% e garganega 40% con profumi di mela cotogna, uva passa, agrumi canditi, mallo di noce e lavanda, per chiudersi con delicate note di incenso. Basso il contenuto alcolico 9,5°. La fermentazione alcolica si ferma da sola, neanche in questa occasione Massimo e Arianna interferiscono con la natura. L’Antico Pasquale, durella 100%, deve il suo nome al fatto che la vinificazione viene fatta durante la settimana di Pasqua. I grappoli vengono accuratamente selezionati e solo i più adatti all’appassimento, produrranno questo vino da meditazione. Il vino rimane a contatto con le bucce per almeno 5 mesi. Dopo la pressatura matura per 5 anni in piccole botti che non vengono più rabboccate. Color ambrato, intenso, il bouquet ricorda qualcosa di antico: tè, frutta candita, caramella mou, cipria. La bocca è avvolgente, quella leggera nota ossidativa intuita al naso conferisce ricchezza gustativa, ammaliando il fortunato degustatore che rimane ancora in ascolto di una successione di sensazioni che il vino gli concede.
La visita è finita, ma il confronto sulle emozioni vissute ci accompagna fino a casa.

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