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Dalla redazione
mercoledì 26 aprile 2017

Il vino di Sant’Erasmo: Orto di Venezia

Il pomeriggio di AIS Venezia nel cuore della laguna veneziana

Laura Vianello


La vite affonda le radici anche nell’isola di Sant’Erasmo a Venezia e giovedì 6 aprile 2017 AIS Venezia ha organizzato un pomeriggio dedicato alla visita di questa realtà del tutto unica.

Con una barca riservata da P.le Roma si raggiunge la fermata “Capannone”, un breve ‘watch your step’ durante la discesa e il sipario che si apre dinnanzi a noi invoca una sensazione di tranquillità avvolta da una lieve brezza primaverile che accarezza la pelle.

Verde, profumi e rumori della natura ci accompagnano all’entrata della tenuta ove Monsieur Michel Toulouze, francese e grande uomo d’affari, ci accoglie e ci indirizza verso il giardino di degustazione iniziando così a raccontarci la storia della sua eroica scommessa, ovvero quella di produrre un grande vino bianco in un'isola nota da sempre per i suoi orti, che servivano per rifornire la città sin dai tempi della Serenissima, ma non solo.

Michel esegue studi storici e ampelografici e ciò che di interessante emerge è che la presenza della vite vi era anche nel 1740, come conferma un atto catastale dell’epoca; inoltre, testi letterari narrano il che vino di Sant’Erasmo era tra i preferiti del Casanova. Il suolo, quello confinante con la laguna, è argilloso e calcareo con presenza di sedimenti trasportati dai fiumi che scendono dalle Dolomiti.

Orto nasce nel 2000 con l’acquisto di 4,5 ha e l’aiuto di tre grandi amici, i coniugi Lydia e Claude Bourguignon, agronomi di fama internazionale, e Alain Graillot, stimato produttore di Crozes-Hermitage, i quali con la loro esperienza e professionalità hanno indirizzato Michel verso una conduzione biodinamica dalla vigna alla cantina.

Ci sono voluti 5 anni di preparazione del suolo ricostruendo l’antico sistema di drenaggio e preparando il terreno per accogliere la barbatella, e nel 2006 Michel imbottiglia il suo primo Orto di Venezia.

La cuvée viene selezionata a seconda dell’andamento annuale da esperti francesi della Vallée du Rhône, Orto non ha enologo. In media le percentuali impiegate oscillano tra il 60% di Malvasia Istriana, 30% Vermentino e una piccola percentuale di Fiano.

La temperatura esterna sembra catapultarci a fine maggio, il sole che illumina la corte della cantina ci invita a degustare Orto di Venezia seduti sulla riva, godendo del panorama che disegna dinnanzi a noi la laguna e sullo sfondo l’isola di Burano con tanto di barca che passeggia tra le vie dei canali.

Pamela, isolana e grande spalla di Michel, ci offre il primo calice.

Orto di Venezia 2012: paglierino carico, alzando il calice si notano pennellate di verde e di oro, i profumi ricordano il lime, la papaya e una zagara al massimo della sua fioritura, poi sfumature di cognac e sale iodato. Il palato, deciso e verticale, parla al degustatore della sua nota alcolica bilanciata dalla freschezza ma soprattutto dalla sapidità davvero notevole. Nonostante essa sia una micro sensazione riesce a vincere su tutto.

Orto di Venezia 2008: il colore si fa più intenso, il paglierino diventa dorato e le sfumature sono decisamente radiose. Il corredo olfattivo si apre come un ventaglio concedendo sentori di crema, miele millefiori, la frutta si fa matura e netti sono i sentori di alga e di salmastro, addirittura note boisé nonostante Orto non incontri mai il legno in nessuna fase della sua produzione. Il sorso è decisamente equilibrato, la sua morbidezza contrastata dalla sapidità colpisce i nostri sensi, il finale è ricco e leggero, tanto che il calice si è svuotato in fretta e siamo accorsi per il secondo “tour de vin”.

Un’esperienza emozionante in una “sala degustazione” davvero esclusiva, perché Venezia sa regalare emozioni anche nei suoi meandri più nascosti.

 

[foto di Bruno Bellato]

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