Carnet di viaggio
Dalla redazione
martedì 6 giugno 2017

Viaggio studio nel “cuore verde” dell’Italia

Toscana, Umbria e Marche, un week end superlativo.

Giuseppe Conte


Questo è stato l’itinerario previsto dalla gita didattica organizzata dalla delegazione AIS di Padova, nei giorni 12-13 maggio, con l’attenta regia del sempre presente Alberto Romanato. Partenza di buon mattino, viaggio piacevole e arrivo in tarda mattinata alla Cantina Biondi Santi a Montalcino (SI), splendida realtà di un territorio affascinante, dove tutto sembra parlare di viti, di cantine, di colori e di profumi e che per un paio d’ore ci hanno immerso in una realtà di confermate eccellenze. Clemente Biondi Santi ed il nipote Ferruccio hanno, con la loro intuizione, costanza e competenza, creato il mito del Brunello, la cui prima etichetta esce nel lontano 1895. Valorizzazione quindi non solo del vitigno principe, il sangiovese, ma anche rilancio di un territorio da sempre vocato alla coltivazione della vite. Dopo la dovuta visita guidata alle cantine, dove sono gelosamente custoditi vini che hanno anche più di cento anni, è arrivato il tanto atteso momento della degustazione dei Brunelli di Montalcino tenuta Il Greppo. Uno dopo l’altro si sono susseguiti nelle varie annate ed etichette, da disciplinare l’ultima annata in vendita è il 2011. L’assaggio di queste eccellenze, intervallato da racconti di aneddoti, appartenenti a quello che può essere definito un simbolo, ci ha portati all’immancabile brindisi finale con relative foto. A seguire pranzo in un accattivante ristorante nel centro di Montalcino e ripartenza per la cantina Col d’Orcia, dal nome del fiume che la attraversa, situata a sud della collina a circa 40 km dal mare e quindi un territorio con un clima ottimale per produrre vini di altissima qualità. Ambiente meraviglioso immerso nel verde, gestito con passione ed eleganza dalla famiglia Cinzano, attenta non solo al vino, ma anche a tutto quello che questa zona può offrire. Ecco quindi oliveti ma anche una tartufaia, a conferma di un’attenzione meticolosa al territorio. Sala di degustazione preparata con cura e i vini sotto riportati ci sono stati serviti e raccontati con maestria e passione. S. Antimo Pinot grigio biologico 2016; Rosso di Montalcino DOC Biologico 2014; Brunello di Montalcino DOCG 2012; “Poggio al vento” Brunello di Montalcino Riserva  DOCG 2001; “Nearco” S. Antimo DOC 2014 da uve di Syrah 20% - Merlot 50% - Cabernet S. 30%; “Olmaia” S. Antimo Cabernet DOC Biologico 2013 e per finire un vino dolce “Pacena” Moscadello di Montalcino DOC 2012.

Il saluto del dottor Cinzano ha concluso questa appassionante degustazione di vini provenienti da terreni sabbiosi e ricchi di limo con una esposizione ottimale, con la giusta e costante ventilazione (“Poggio al vento” è un nome che dice tutto) e conservati in botti di rovere di Slavonia e Rovere Francese e per finire un lungo affinamento in bottiglia per rendere questi prodotti unici e ricercati. Partenza quindi per l’Umbria e pernotto vicino a Torgiano per essere pronti l’indomani a visitare la Cantina Lungarotti. La mattinata del sabato è iniziata con la visita ai vigneti, in particolare Vigna Monticchio, per poi proseguire con l’interessante ingresso al museo di famiglia situato nel centro di Torgiano. Una “chicca” inaspettata che ci ha fatto ripercorrere la storia di un territorio da sempre dedito alla coltivazione della vite e soprattutto valorizzato da persone animate da grande passione e competenza.

Ritorno quindi in cantina Lungarotti per il pranzo organizzato nella foresteria e contemporanea degustazione dei vini abbinati ai vari piatti di portata. Inizio naturalmente con il bianco di Torgiano DOC Torre di Giano per poi continuare con i rossi, in particolare il Rubesco Riserva Vigna Monticchio che, a partire dall’annata 2009, non è più frutto di un uvaggio di sangiovese e canaiolo, ma è prodotto da uve sangiovese in purezza. Umbria terra del Sagrantino, che non poteva mancare nemmeno nella versione passito. Dopo gli acquisti nello spaccio aziendale, ripartenza con ultima destinazione Marche, Cantina Moncaro in località Montecarotto (AN), patria del Verdicchio, ma anche del Montepulciano. Splendida e cordiale accoglienza, con descrizione della cantina e dei vari cicli produttivi. Visita, quindi, al cuore pulsante dell’azienda, tra botti e barrique, in un angolo della proprietà dove sorge anche un grazioso ristorantino.

L’appassionato e professionale lavoro dell’enologo Giuliano D’Ignazi ha avuto ampia dimostrazione con gli ottimi vini proposti in degustazione. Verdicchio e Montepulciano vinificato in bianco per un metodo classico che ha aperto l’assaggio, per poi proseguire con un Castelli di Jesi Verdicchio classico vigna Novali Riserva 2012. Non poteva mancare il Montepulciano in purezza, le cui versioni di spicco dell’azienda sono il Conero Vigneti Del Parco Riserva e Conero Nerone Riserva.

Il ritorno a casa ha segnato la fine di due giorni intensi trascorsi in ottima compagnia in ambienti meravigliosi, assaggiando piatti tipici, degustando vini che rappresentano le eccellenze non solo di queste tre importanti regioni, ma di tutto il territorio nazionale.

Prima dell’arrivo il nostro “condottiero” Alberto Romanato ha riassunto magistralmente i due giorni trascorsi, raccogliendo i meritati applausi per una gita ben organizzata a conferma della dinamicità e qualità degli eventi proposti dalla delegazione AIS di Padova.       

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