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Dalla redazione
martedì 17 ottobre 2017

L'importanza del tempo e dell'attesa per l'azienda Mosole

Una verticale di Eleo e Ad Nonam alla scoperta dei vini dell'azienda di San Stino di Livenza

Mara Stradotto


L’importanza del tempo e dell’attesa: questi i due fattori principi emersi dall’incontro avvenuto con i vini dell’azienda Mosole di San Stino di Livenza, presso il ristorante Nuovo Ranch di San Nicolò di Ponte di Piave.

“Rispettare il tempo di ogni singola varietà ed attendere il momento della completa maturazione per riuscire a valorizzarne le rispettive peculiarità”, così Lucio Mosole, titolare dell’omonima azienda, ha introdotto il suo progetto di interpretazione dei messaggi provenienti dal suo territorio, compreso nella DOCG Lison: suoli di origine dolomitica, composti principalmente da argilla, ricchi di minerali, con piccole percentuali di caranto.

10 i vini degustati durante la serata: 10 differenti sfumature, ognuna di esse testimone dell’essenza del lavoro di Lucio, dell’enologo Gianni Menotti, e delle peculiarità proprie di vitigno e suolo.

A tavola, la danza sinuosa di note e sapori si è arricchita della proposta culinaria della famiglia Maitan, capeggiata da Cristian - sommelier vice campione regionale - alla quale è doveroso rivolgere un plauso sia per la squisita accoglienza, sia per le delizie proposte.

La cena è iniziata con uno Chardonnay 2016, fresco e immediato, ad accompagnare la tartare di manzo. Il lucente Hora Prima, blend di Chardonnay, Sauvignon e Tai, è stato poi abbinato al carpaccio d'anitra con insalata di porcini e pinoli; per proseguire con l’erbaceo Refosco e l'entrecôte al rosmarino. Ad attenderci per un dolce finale, l'ambra lucente del passito Ad Nonam, una cuvée di uve bianche affinate 18 mesi in barrique, le cui suadenti note di frutta secca e candita sono state accolte dalla delicatezza di un cheesecake con composta di fichi.

Eleo

Vitigno: Friulano, da vigne con rese sui 50/60 hl/ha. Fermenta in contenitori di vetro cemento con permanenza sui lieviti fini fino a maggio.  Segue l’affinamento in bottiglia per altri 4 mesi.

Accomunati dalla tipica nota di mandorla amara, che marca piacevolmente la chiusura del sorso, ogni calice ci regala tre differenti emozioni. Lucente e cristallino il 2015, con una vellutata morbidezza data dal 20% di uve sovra-mature. Vira verso sentori più erbacei l'Eleo 2013 (a tal proposito Lucio ricorda l’origine francese del Friulano: v. Sauvignonasse). L’annata 2008 si presenta, invece, più incentrata su note di terziarizzazione, legate al territorio.

Ad Nonam

Nome di origine latina per il Merlot di casa Mosole. Stile bordolese, per volontà del produttore, si identifica con facilità il cambio di filosofia avvenuto nel corso del tempo: utilizzo di botte grande per l’annata 2001; invecchiamento solo in barrique per le annate 2011 e 2009.

Nel complesso, i tre campioni denotano tutta l’eleganza e la capacità espressiva e la potenza di uno dei migliori vitigni al mondo. Morbidi e vellutati i tannini che rendono il sorso setoso. Più marcate le sfumature dei profumi: il 2001 offre un bouquet fine e fuso, dove le nuance di frutto rosso, spezie, balsamicità, terrosità ed eteree si alternano sinuosamente all’interno del calice. Nelle annate 2009 e 2011, invece, il frutto rosso maturo, arricchito da note balsamiche e di speziatura, marca un sostrato ancora intriso di evidenti note tostate provenienti dall’utilizzo di sole barrique. Sarà interessante riesaminare nel tempo queste due ultime annate, sia sotto il profilo olfattivo, che gusto-olfattivo.

Doveroso rimarcare che l’annata 2013 di Ad Nonam ha ricevuto i 4 grappoli nella ns. guida Vitae.

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