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Dalla redazione
mercoledì 25 ottobre 2017

Il Tai Rosso e le vigne del Palladio nei Colli Berici

Un comprensorio d’eccellenza vitivinicola con i suoi vitigni più rappresentativi

Cecilia Romano


È una narrazione entusiasta e minuziosa sul territorio dei Colli Berici e la sua storia quella condotta da Giovanni Ponchia, direttore del Consorzio di Tutela Vini Doc Colli Berici con la collaborazione di Claudio Serraiotto, relatore AIS delegazione di Vicenza.

La serata inizia con un interessante excursus sul patrimonio paesaggistico e naturale del territorio, ancora sconosciuto a molti, rispetto a quello artistico e ben più noto delle ville palladiane e dei resti delle roccaforti medioevali.

Il racconto prosegue descrivendo i fattori ambientali che danno un particolare carattere ai vini: la roccia calcarea, i terreni ad argilla rossa e quelli basaltici di origine vulcanica, l’altitudine di 300-400 metri che preserva da nebbie e gelate tardive, nonchè le ridotte precipitazioni annue.

Con la loro superficie di poco inferiore ai 200 kmq, i Colli Berici si estendono a sud di Vicenza, dominando, assieme ai vicini Colli Euganei, la pianura padano-veneta.
La roccia è calcarea e particolarmente soggetta al fenomeno del ‘carsismo’ che crea scorci suggestivi di grotte e sculture naturali, molto caratterizzanti il fascino di questi colli. Gli studi effettuati sulle rocce e la numerosa presenza di forme di vita allo stato fossile, sia vegetale che animale, attribuiscono chiaramente ai Colli Berici un’origine marina.

Su queste colline calcaree la coltura della vite ha origini antiche quanto la presenza dell’uomo, ma la qualità dei vini “contemporanei” nasce dal connubio tra i fattori pedoclimatici e la passione delle famiglie di vignaioli che nel 1982 hanno dato vita al Consorzio di Tutela.

Il vitigno più celebre è il tai rosso, parente stretto del grenache, considerato un autoctono esclusivo dei Colli Berici, in particolare della zona di Barbarano. Il vitigno è rinomato anche a causa della controversia sul nome “Tocai” persa nel 2007 contro l’Ungheria.

La DOC Colli Berici è anche e soprattutto sinonimo di vitigni internazionali a bacca nera, in purezza o in blend, come il più coltivato cabernet sauvignon, il merlot, il cabernet franc (il primo a ricevere la denominazione DOC in Italia), il carmenère e il pinot nero. Non mancano anche le varietà bianche più diffuse come chardonnay, garganega, sauvignon e manzoni bianco.

I dodici vini in degustazione sono stati raccontati direttamente dai produttori o da chi per loro e rappresentano un ventaglio delle diverse espressioni dei vitigni caratteristici e delle varie potenzialità del territorio.

Il primo campione, lo Spumante Brut Millesimato 2012 Chardonnay-Garganega dell’azienda agricola Cà Rovere, è la dimostrazione di come sia realizzabile un buon metodo classico anche nei Colli Berici.

Il Colli Berici Sauvignon “Decanto” 2016 di Collis, prodotto nella zona collinare più vitata tra Lonigo e Sarego, si mostra come un’espressione ‘didattica’ del sauvignon con la sua persistenza e riconoscibilità del frutto.

La Fattoria Le Vegre ha presentato il Colli Berici Merlot 2015: un vino frutto di una lunga macerazione con affinamento non in botti ma in cemento proprio per preservare la tipicità del merlot nel colore come nel bouquet olfattivo.

II Colli Berici Cabernet Sauvignon 2015 dell’Azienda Cà Basso proviene da un impianto d’allevamento a casarsa e matura in barrique di terzo passaggio puntando ad esprimere una interpretazione veneta del cabernet sauvignon.

I campioni successivi sono una trilogia di Tai Rosso: tre idee diverse per stile e annata con l’obiettivo principale di trasmetterci le potenzialità del vitigno.

Il Colli Berici Tai Rosso 2016 di Pegoraro, della zona classica di Barbarano, è fresco, fruttato con una piacevole spalla acida.

Il Colli Berici Tai Rosso Montemitorio 2016 di Dal Maso, di Montebello Vicentino, è balsamico con percezioni speziate di pepe bianco e regala un sorso caldo, sostenuto da una buona freschezza, grazie anche alla maturazione in vasche di cemento per 12 mesi.

Infine il Colli Berici Tai Rosso Thovara 2013 di Piovene Porto Godi, nato come esperimento, oggi è il prodotto di punta dell’azienda. La raccolta tardiva delle uve e la maturazione in legno per 12-15 mesi regalano struttura e opulenza olfattiva.

In successione sono stati assaggiati poi due blend. Il primo è della cooperativa Vitevis, il Colli Berici Rosso Monopolio 2015: merlot, tai rosso e pinot nero maturano in botti e barrique di secondo e terzo passaggio preservandone così la sua freschezza.
L’altro uvaggio è il Colli Berici Rosso Pianalto 2013 di Gianni Tessari: le uve di cabernet sauvignon, cabernet franc e carmenère raccolte in sovra maturazione sostano in acciaio per 12 giorni, poi maturano in barrique per 24 mesi e infine in botti di rovere per 12 mesi. Il risultato è un vino muscolare e concentrato nel suo frutto succoso con una stuzzicante speziatura, ma anche fine, elegante e di piacevole beva.

La giovane azienda PuntoZero ha presentato il suo Merlot IGT Veneto Punto 2013, un 100% merlot che punta sulla morbidezza con un suggello tannico non invasivo.

A seguire il Colli Berici Carmenère Riserva Oratorio di San Lorenzo di Inama, storica cantina veronese che produce rossi di livello sui Colli Berici. Questo carmenère di grande complessità si caratterizza per i suoi profumi speziati e le note erbacee. Elegante al palato, è già equilibrato e con tannini setosi.

La conclusione perfetta della serata non poteva che essere con l’etichetta più datata, il Colli Berici Cabernet Cicogna 2008 di Cavazza. A dispetto dell’annata sottovalutata, il vino soddisfa appieno l’obiettivo della serata, quello di mostrare le ampie potenzialità del territorio dei Colli Berici.

Uno speciale ringraziamento a Federico Marconi per gli scatti e alla brigata di servizio che ci ha accompagnati con professionalità ed eleganza.

Album fotografico della serata

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