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Dalla redazione
mercoledì 28 marzo 2018

Bardolino Chiaretto

Parola d’ordine Revolution

Luca Cappelletti


Domenica 11 marzo e lunedì 12 con una condizione meteo non proprio primaverile, ma che non ha fermato i tanti appassionati, si è svolta a Lazise la manifestazione Anteprima Chiaretto dedicata quest’anno ai soli rosé delle due sponde del Lago di Garda, quella del Bardolino e quello della Valtènesi.

Si cambia quindi e si vuole sottolineare quello che sta pulsando sulle colline moreniche, una rivoluzione, visti anche i numeri economici: 9,5 milioni di bottiglie di Bardolino Chiaretto vendute nel 2017, il 12% in più rispetto all’anno precedente, il 37% dell’intera denominazione, 2 milioni di bottiglie di Valtènesi Chiaretto per la sponda bresciana.

Tutto iniziò con la vendemmia 2014, quella che verrà ricordata come una delle più complicate degli ultimi anni. Ma sulla sponda veronese del Lago di Garda è stato proprio questo millesimo a dare il via ad un cambiamento nella visione del locale vino rosato: la Rosé Revolution.

Il primo obiettivo è stato quello di avvicinarsi e confrontarsi con i più blasonati rosati della Provenza caratterizzati da colori più tenui, profumi e sapori più fragranti con una visione al consumo protratta negli anni.

Mantenendo come fondamentale partenza le uve autoctone veronesi a bacca rossa e applicando pressature più soffici con contatti sulle le bucce più brevi, si ottengono colori più tenui che variano dalla buccia di cipolla fino al colore della polpa del litchi, sfumature aranciate piuttosto che dei petali delle rose rosa. Il ventaglio dei profumi e dei sapori varia da tocchi di confetto e caramella inglese alla fragola fino alle note agrumate della scorza dell’arancia, con rare ma piacevoli note di lime, senza mai rinnegare le tipiche sensazioni speziate.

Gli obiettivi del Consorzio di Tutela sono molto chiari e precisi nella valorizzazione di questa tipologia di vino puntando sulla rivalutazione dei vitigni storici e dei sistemi di allevamento delle zone esclusivamente atte alla produzione del Chiaretto. La vendemmia viene anticipata anche di 15-20 giorni rispetto al Bardolino, per catturarne le sensazioni fresche; anche l’esposizione del vigneto è importante: meglio dedicare i vigneti con maggiore escursione termica.

Un Chiaretto protagonista quindi, non solo una versione; ora, a quattro anni dal suo inizio, possiamo fare i conti con il consumatore che ne ha apprezzato il “movimento”. Sorprendente l’aumento del consumo soprattutto nel mercato oltre oceano dove si registrano aumenti in percentuale a doppia cifra.

Un mercato, quello statunitense, difficile soprattutto per i tempi della commercializzazione che si spostano di circa 9 mesi dalla vendemmia per le complicanze burocratiche e che necessitano di un vino che deve tenere nel tempo: il nuovo Chiaretto ha dimostrato di esserlo.

Anche in Italia le tendenze stanno cambiando, con molta sorpresa da parte degli esperti e ristoratori, verso una visione del vino rosato non solo per un consumo annuale, o addirittura estivo, ma bensì con la piacevolezza che si ritrova anche nelle annate passate.

In occasione dell’Anteprima appena conclusa si sono tenute alcune degustazioni verticali, dal millesimo 2017 fino al millesimo 2014, con perle solitarie, ma didattiche, del 2013 e del 2009 per quei produttori che la Rosé Revolution ce l’avevano nel sangue ancor prima.

Stupisce la tenuta delle sfumature cromatiche e l’evoluzione olfattiva, doti che fanno apprezzare i Chiaretti più datati. Ed anche i produttori più restii stanno accettando la sfida, ormai il fronte è compatto pur nella difficile, e poco produttiva, vendemmia 2017 che tende a cedere più colore. Se trovate quindi un Chiaretto non proprio dal colore tenue potrebbe essere quindi frutto dell’annata e non solo dello stile.

Aspettiamoci altre novità da queste parti, un Disciplinare dedicato al Chiaretto è già sulla griglia di partenza come la valorizzazione del territorio con tre sottozone oltre a quella “classica” a partire dalla prossima vendemmia.

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