Wine Experience
Dalla redazione
mercoledì 28 marzo 2018

RIBOLLA GIALLA

ANIMA DI OSLAVIA

Giulio Fanton


La Ribolla è il vino che più di ogni altro ha accompagnato la gente friulana negli ultimi settecento anni della sua storia e, fino alla comparsa del Picolit verso il 1770, è stato il vino più rappresentativo della regione. Le cronache raccontano che veniva offerto ai luogotenenti di Venezia come segno di devozione e di deferenza.

Oggi, la Ribolla è prodotta soprattutto a partire dal clone cosiddetto “giallo” e si ritrova in due disciplinari di produzione dei vini DOC: Collio e Colli Orientali del Friuli.

La pianta germoglia e matura tardivamente e dà il meglio di sé in suoli di collina ben drenanti. Il terreno ideale è la “ponca”, marna arenaria ricchissima di minerali e caratteristica del Collio, dei Colli Orientali e della Goriska Brda. In particolare, nella conca di Oslavia, l’insolazione, i freschi venti orientali e il terreno marnoso creano le condizioni perché i grappoli crescano piccoli e spargoli e maturino bene senza rischio di marciumi.

La Ribolla Gialla è un’uva versatile che si presta a diverse vinificazioni. Il vino di annata da uve fresche ha colore paglierino carico tendente al dorato, con profumi delicati nei toni floreali e di frutta a polpa bianca. È anche una buona base per la produzione di spumanti metodo Martinotti, in special modo quello da vigneti posti in pianura.

Vinificata con macerazione delle bucce, dà origine a vini “autunnali”, resinosi, balsamici, speziati. Antesignano di questa interpretazione è Josko Gravner, seguito da altri produttori di Oslavia riuniti nell’Associazione Produttori Ribolla di Oslavia. A loro AIS Verona ha dedicato una splendida serata, condotta con passione e maestria da Liliana Savioli assieme agli stessi produttori

Collio Ribolla Gialla Fiegl 2016. Fermentazione sulle bucce per 1 mese a temperatura controllata. Affinamento in tonneaux per 12 mesi, dove viene effettuata anche la fermentazione malolattica. Vino non filtrato.

Collio Ribolla Gialla Princic 2014. Fermentazione spontanea sulle bucce in tini di legno aperti per 1 mese. Affinamento di 30 mesi in botte grande e 3 mesi in acciaio. Vino non filtrato.

Collio Ribolla Gialla Riserva Primosic 2013. Fermentazione di uve surmature a contatto con le bucce per 1 mese in tini aperti con lieviti indigeni senza controllo della temperatura. L’elevazione sulle fecce nobili dura 24 mesi. Affinamento in bottiglia non inferiore a 12 mesi.

Collio Ribolla Gialla Selezione Il Carpino 2012. Macerazione di 45 giorni sulle bucce in botte tronco-conica fino ad esaurimento della fermentazione alcolica e della fermentazione malolattica. Affinamento di 12 mesi in botte da 20 hl, 11 mesi in vasca d’acciaio per la decantazione naturale e due anni in bottiglia.

Collio Ribolla Gialla La Castellada 2011. Il pigiato fermenta a contatto con le bucce in tini aperti per 2 mesi svolgendo anche la malolattica. Affina 24 mesi in botte grande, 10 mesi in vasca d’acciaio inox e 12 mesi in bottiglia.

Venezia Giulia Ribolla Gialla IGT Radikon 2011. Il mosto  fermenta a contatto con le bucce in tini di rovere per 2-4 mesi senza controllo della temperatura e senza aggiunta di lieviti selezionati. Matura in botti di rovere da 25–35 hl, per circa 4 anni e affina in bottiglia per 2 anni. Vino non filtrato.

Venezia Giulia Ribolla Gialla IGT Gravner 2008. Vinifica in anfora per circa 7 mesi, senza aggiunta di lieviti selezionati e senza controllo della temperatura. Matura per anni in grandi botti di rovere.

 

Lasciamo l’illustrazione delle caratteristiche dei vini degustati ad un gustoso dialogo fra due sommelier, improvvisato nel corso della serata dal sommelier Davide Zantedeschi.

A.    Buono eh! Sembra quasi un vino rosso: subito pare che leghi lingua e palato, ma dopo si ammorbidisce e vien voglia di un altro sorso.

B.    Si, questo è un vino da bere con una braciola accartocciata nella stagnola e cotta sulla stufa. Nespola, giuggiola verde mal matura e più di tutto il corbezzolo che prima lega e poi scioglie la lingua.

A.    Io sento anche la marmellata di cotogne.

B.    Ma è pronto da bere così secondo te? Io aspetterei un po’.

A.    Ah beh, si. Beviamo questa e quell’altra la lasciamo in cantina e vedrai che diventa ancora meglio.

B.    Non sarà del tutto maturo, ma ha tutti i suonatori intonati. Basta che facciano un po’ di scuola e verrà fuori una bella musica.

A.    Quindi, dopo tutte queste ciacole, cosa ne tiriamo fuori?

B.    Te lo dico io, se vuoi. Bel giallo oro antico con riflessi ambrati. Consistente, quasi compatto e denso. Si presenta all’olfatto intenso, complesso e fine. Fiori di montagna, genziana, artemisia, asperula, felci dopo un temporale, resina di pino mugo, caramello di pere cotte, orzata. Il tutto legato con estrema finezza. Al palato è irruento in entrata, poi si intercalano tutte le sue sfaccettature. Lungo, persistente, elegante. L’equilibrio verrà e assieme alla sua struttura prestante gli regalerà l’armonia che ora manca un po’.

Complemento ideale della serata sono state le tagliatelle Macino® di Roberto Franzin, preparate con grani selezionati del Friuli Venezia Giulia e fibre di vinaccia di Ribolla Gialla di Oslavia.

Doverosi i ringraziamenti alla brigata di servizio e a Liliana Savioli per il suo racconto competente e scanzonato.

Album fotografico della serata

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