Contrada Salvarenza tra passato e presente

Contrada Salvarenza, le cui vigne entrarono in possesso della famiglia già dal 1852 come attesta un documento del regno Lombardo-Veneto, identifica uno dei più pregiati vini della cantina Gini che coltivano vigneti a Monteforte fin dal 1500 e possono quindi essere annoverati tra i più antichi viticoltori della zona del Soave classico. Le conoscenze trasmesse di generazione in generazione fino a Olinto e, successivamente, a Sandro e Claudio e figli hanno fatto sì che l’agire quotidiano sia diventato tradizione. Seguendo pratiche rigorosamente biologiche e biodinamiche, si è sempre più fatta strada l’idea che “.. sia importante lasciar parlare le uve. Il nostro compito è quello di saperle ascoltare.”. 

Dietro all'appellativo “Salvarenza” c’è una leggenda, tramandata negli anni, che narra di una giovane di nome Renza che, minacciata dai briganti, fu salvata da un nobile cavaliere proprio nel luogo dove oggi si producono le uve di questo grande cru con vigne di età superiore ai 100 anni. Da qui quindi il nome di questo vino atto a lungo invecchiamento e che noi avremo l’onore di scoprire andando a ritroso nel tempo grazie a una stupenda verticale che si concluderà con una vecchia annata di recioto, sempre di loro produzione. 

Insieme ai vini degusteremo i seguenti piatti, preparati appositamente dallo chef:

• Girello di black angus cotto sotto sale con mousse di caprino e carciofini
• Filetto di vitello lardellato in crosta di frutta secca 
• Sbrisolona