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Dalla redazione
giovedì 16 aprile 2015

Allegrini: quando le parole non bastano

Gian Luca Gasparotto


Nel mondo del vino il nome di Allegrini è sinonimo di eccellenza, di una realtà tutta italiana, veneta per la precisione, che grazie all'impegno, alla dedizione, alla passione e alla ricerca costante della qualità, si è meritata il posto tra le migliori realtà vitivinicole nel mondo.

Ecco allora che non ci deve stupire se la serata organizzata dalla delegazione AIS di Padova dal titolo: “Bolgheri, Montalcino e Valpolicella: tris di assi per Allegrini”, non ha deluso le aspettative.

Non solo una degustazione, ma un viaggio sensoriale tra la Toscana e la Valpolicella, caratterizzato da mille sfumature di colori, sentori, aromi, gusti, terreni, che ci hanno accompagnato fino al traguardo dove ad aspettarci c'era Giovanni Allegrini.

La partenza non poteva che essere delle migliori. I primi due vini ci portano nella Tenuta San Polo a Montalcino dove il Sangiovese è l'anima di questo territorio e lo ritroviamo nel Rosso di Montalcino DOC 2013 con i suoi tipici profumi freschi e fragranti che ricordano i piccoli frutti rossi, arricchiti, grazie al passaggio in legno, da una piacevole e velata nota di vaniglia. Fresco e asciutto al palato, con  tannino vigoroso, è ancora giovane ma ha nel suo DNA tutte le caratteristiche che presagiscono un roseo futuro. 

Stesso discorso anche per il Brunello di Montalcino DOCG 2008, dove il vitigno sangiovese si esprime in tutta la sua potenza. Nel calice appare di un rosso rubino intenso, vivace, impreziosito da sfumature granate. Estremamente elegante l’impronta olfattiva che spazia dai piccoli frutti sottospirito, dal floreale appassito, dalle note speziate e di cioccolato, per finire con una nota minerale. Al palato il tannino è evoluto ed elegante, ben fuso tra freschezza e sapidità.

Toscana però non è solo Sangiovese e gli altri vini  in degustazione dell’azienda Poggio al Tesoro ci portano nel posto dove tutto è cominciato, immergendoci nel fantomatico territorio di Bolgheri. Ci riferiamo ai Supertuscan, dove le uve di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot danno vita e degna menzione al famoso taglio bordolese. Il Bolgheri D.O.C. Superiore 2010 Sondraia appare di un bel rosso quasi porpora, con marcati sentori vegetali tipici dei vitigni, assieme a profumi di macchia mediterranea e note leggermente salmastre. Il palato è verticale, diretto, fresco con un tannino un po’ ruvido ma al contempo docile, grazie al minuzioso lavoro di selezionatura del blend con oltre 50 campioni selezionati.

Con il Toscana IGT 2009 "Dedicato a Walter" si passa dalla forza dell'unione passiamo alla forza del singolo. C'è molto di Walter in questo vino: grande concentrazione sia nel colore rosso rubino con riflessi porpora, sia all’olfatto e poi al gusto con intesi sentori di piccoli frutti come la mora ed il mirtillo, di spezie, di note balsamiche che avvolgono il palato ad ogni sorso, potente ma non pesante, quasi leggiadro. Se dobbiamo parlare di cru qui lo facciamo sicuramente con cognizione di causa.

Dal poker di vini toscani passiamo poi al tris di vini veronesi, dove la Valpolicella Classica ci regala interpretazioni uniche del territorio.

Con La Poja IGT 2007 incontriamo la massima espressione della corvina veronese in purezza, coltivata sulla cima del colle della Grola, un cru di quasi 3 ettari di terreno in prevalenza calcareo che contribuisce all'unicità di questo vino. Nel bicchiere lo troviamo sorprendentemente elegante, fine, caratterizzato all’olfatto da un fruttato di ciliegia, arricchito da note di spezie dolci e sfumature di cioccolato. Una bella struttura ed una freschezza importante rendono il palato asciutto e con senso di pulizia.

Con l'Amarone Classico DOC 2009 capiamo che quando si parla di Amarone la famiglia Allegrini non lo fa certo scherzando, basti pensare al moderno centro di appassimento “Terre di Fumane” voluto da Franco Allegrini, cultore del metodo di appassimento naturale e che predilige “l'acino pulito”quindi non colpito da botrytis cinerea. All’olfatto si sprigionano sentori fruttati di ciliegia, quasi in confettura, note speziate ed intriganti sfumature di cacao. Ma la sorpresa è nella viva freschezza che sorregge la struttura e l’importante nota alcolica, presente ma mai esuberante, e che assieme ad un tannino morbido donano finezza ed eleganza.

Dulcis in fundo, è proprio in caso di dirlo, il Recioto della Valpollicella Classico DOCG Giovanni Allegrini 2010, in cui il processo di fermentazione viene interrotto, dando vita ad un vino dolce, dove i tipici sentori di frutta appassita e di spezie si uniscono in un bouquet di profumi inebrianti e dove i tannini vengono pennellati da una nota fresca che ripulisce il palato, rendendolo mai stucchevole o pesante. Insomma un grande vino ed il preferito dello stesso Giovanni Allegrini!!

Un ringraziamento particolare alla famiglia Allegrini, al suo staff e al nostro Presidente Marco Aldegheri che ha condotto la serata con uno stile innovativo e originale.

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