A contatto con il produttore: Corte Quaiara
Il ciclo di eventi “A contatto con il produttore” ci porta a San Giorgio in Salici, zona delle DOC Custoza e Bardolino, tra il lago di Garda e Verona. C’è un ordine quasi zen a Corte Quaiara. Dietro, però, vibra una scelta controcorrente: produrre vini fuori dagli schemi e fare in modo che la qualità venga prima di tutto, talvolta anche del profitto. È una trasgressione metodica, portata avanti con rigore. L’obiettivo? Il massimo equilibrio, dalla terra al bicchiere.
A guidare il progetto è Giovanni Montresor, che porta nel cognome e nell’esperienza uno dei grandi e storici brand del vino veronese. Dopo aver lavorato nell’azienda di famiglia, nel 2013 sceglie di imboccare una strada più personale: nasce così Corte Quaiara, che parte dai terreni del nonno materno, anche lui vignaiolo, e procede “in direzione ostinata e contraria” - citando De André - rispetto a quella della tradizione vitivinicola tipica di quelle zone.
In vigna: dove tutto ha inizio
Corte Quaiara utilizza solo uve proprie, tutte coltivate a basse rese - attorno ai 50 quintali per ettaro - e con diradamenti importanti, spesso abbinati al taglio delle punte nei grappoli. Tiene un solo capo a frutto per ogni annata e ogni intervento, compreso il taglio dell’erba attorno alle viti, è manuale. L’estrema cura dei vigneti si esprime anche con pratiche agronomiche rispettose dell'ambiente e della biodiversità, come il sovescio con la senape per arricchire naturalmente il suolo e la lotta integrata.
Su queste colline moreniche, alla triade “magro, sassoso e ricco di calcare” del suolo corrisponde quella di “acidità, mineralità e sapidità” nel vino. Il microclima del Garda porta estati calde, buona piovosità e forti escursioni termiche. I vitigni coltivati non sono, per la maggior parte, quelli che ci si aspetterebbe di trovare: in primis pinot nero, goldtraminer, pinot grigio e petit verdot, poi corvinone, teroldego, syrah, oseleta e garganega. Per il prossimo futuro è in progetto l’impianto di un vigneto a quaiara, antico vitigno rosso del veronese che Giovanni ha contribuito a riportare in vita assieme al progetto GRASPO.
In cantina: l’arte della trasformazione
L’uva arriva alla cantina in cassette da 15 chili e viene scaricata su un tavolo vibrante, dove viene ulteriormente selezionata e pulita prima della lavorazione. Da qui alla fase dell’affinamento, la filosofia generale è quella di imprimere il minimo impatto possibile sulle uve e sul mosto, così da ottenere la massima eleganza e purezza nel vino. Lo stesso si riscontra in bottaia dove, accanto a tonneau e barrique, trovano posto anfore di terracotta non vetrificate. L’uso delle anfore si concentra su alcune etichette pensate per valorizzare la tensione e la verticalità del frutto, in particolare per bianchi macerati o vinificazioni non convenzionali.
La degustazione: sintesi di un percorso
Pinot Grigio DOC Garda Amphora, 2022
Un pinot grigio ramato, come natura vorrebbe. Fermentazione sulle bucce, quasi un anno in anfora e poi affinamento in bottiglia per per 8 mesi: la struttura è quasi quella di un rosso. Intenso con riflessi ramati. Mineralità e persistenza da vendere con un finale speziato.
Goldtraminer 2019
I tropici sposano le colline moreniche: maestoso e largo al naso con la frutta esotica, litchi in primis, agrumi, frutta secca e fiori. Minerale, sapido e secco in bocca, perfetta espressione del suo terroir.
Vino Spumante di Qualità Metodo Classico Cuvée Saccomani Veneri Brut 2008
60% di pinot nero e 40% di chardonnay per questo metodo classico con 120 mesi sui lieviti alle spalle. Giallo paglierino con riflessi vividi e dorati. Irripetibile per complessità e ampiezza, sfoggia un grande ventaglio aromatico che spazia dalla frutta matura ai fiori bianchi e nette percezioni al retrolfatto, di mandorla e cacao all’assaggio. Potrebbe essere uno spumante da meditazione.
Pinot Nero IGP Verona Pinuàr, 2018
I tre cloni principali utilizzati in Borgogna incontrano il microclima del lago di Garda e i terreni con il 50% di quota calcarea. Evidenti gli aromi terziari di sottobosco, muschio, rabarbaro, noce moscata. Vino di grande equilibrio con al gusto ritorni di rosa e lampone ed un finale speziato lungo ed avvolgente.