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Manzoni Bianco IGP “Schenella” Collalto

L’equilibrio come vocazione

Lo Schenella, ultima creazione dell’Azienda Agricola Conte Collalto da pochissimo sul mercato, nasce da un desiderio chiaro: restituire centralità e dignità espressiva a un vitigno spesso rimasto in ombra nella terra del Prosecco, pur essendo figlio legittimo di quello stesso territorio. Stiamo parlando del manzoni bianco 6.0.13, incrocio tra riesling renano e pinot bianco, creato negli anni Trenta dal Professor Luigi Manzoni proprio nei terreni allora messi a disposizione dalla famiglia Collalto alla Scuola Enologica di Conegliano.

Il nome scelto per questa etichetta non è casuale. Schenella I, a cui il vino è dedicato, fu una figura cruciale per la casata Collalto e per Treviso nel XII secolo. Seppe infatti conciliare, con diplomatica maestria, le esigenze della famiglia, i rapporti con il papato e quelli con l’impero, ottenendo dal Barbarossa la conferma di beni e privilegi per Treviso e conquistando per la città un periodo di pace e sviluppo. Questo suo spirito conciliatore e lungimirante si traduce in chiave enologica nell’omonimo vino, dove equilibrio e dialogo tra componenti diverse diventano chiavi di lettura.

 

Qualche dettaglio tecnico

Le uve provengono da due diversi vigneti esposti a sud, distinti per posizione e microclima. I tempi di raccolta sono sfalsati, per ottenere un ventaglio aromatico più ampio: da un lato i terpeni e i norisoprenoidi tipici della maturazione in collina (note agrumate, floreali, frutta matura), dall’altro la freschezza e la componente speziata tipica delle zone più fresche (benzenoidi).

La vinificazione avviene in acciaio, con pigiatura delicata in ambiente inertizzato, macerazione a freddo e fermentazione a temperatura controllata. Dopo la fermentazione, i lotti – ancora ricchi di fecce nobili – vengono trasferiti in botti da 500 litri di rovere con lievissima tostatura, dove riposano per circa un anno con batonnage regolari. Completa l’assemblaggio una piccola quota di vino da uve leggermente appassite (20 giorni in fruttaio), che apporta ulteriore rotondità e profondità.

La scelta di non forzare l’impronta del legno, ma di accompagnarla all’espressione varietale, va nella direzione di un’eleganza composta e di un’armonia che risponde anche a uno dei principali trend del gusto moderno.

 

L’assaggio

Il primo Schenella a vedere la luce è quello della vendemmia 2023. Giallo paglierino intenso, luminoso, con riflessi dorati che ne anticipano la struttura. Al naso, si apre con fiori bianchi come gelsomino e glicine, seguiti da frutta a polpa gialla - pesca, ananas - e piccoli agrumi. In sottofondo emergono note speziate di salvia, vaniglia e noce moscata, che preludono a un’evoluzione interessante nel tempo.

In bocca è di corpo pieno, equilibrato e piacevolmente sapido, con una freschezza che dona slancio al sorso. Una nota leggermente balsamica accompagna il finale, suggerendo potenziale evolutivo. Con il tempo, si prevede la possibilità che sviluppi sentori tipici del riesling, che aggiungeranno complessità e carattere.


L’abbinamento

Schenella si presta a una cucina tanto tradizionale quanto creativa. Ottimo con asparagi e crostacei, ma anche con piatti più strutturati come risotti ai funghi, secondi di pesce saporito - come rombo e anguilla - o specialità venete come il baccalà mantecato, i bigoli in salsa, le sarde in saor. Anche i formaggi freschi o a media stagionatura, in particolare quelli vaccini a pasta molle, trovano in questo vino un compagno raffinato.
 

Pubblicato: 4 luglio 2025
Autore: Michela Aru
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