News / Wine Experience

Valle del Rodano settentrionale

Madame La Syrah e la sua Corte: il lignaggio, la roccia, la gloria

Quello che suona come l’incipit di un romanzo cortese-cavalleresco è in realtà il racconto del seminario Il fascino del Rodano: dai vigneti al calice che AIS Veneto ha organizzato a Verona per domenica 4 ottobre. Nel ruolo del trovatore, Samuel Cogliati Gorlier, profondo conoscitore della cultura vitivinicola francese che ha incantato i presenti con storie, colori e profumi. Per la precisione, l’avventura di oggi si snoda lungo la parte settentrionale della Valle del Rodano, un territorio granitico, ricco di tradizione e dall’aura aristocratica. Seguirà una seconda parte, che completerà l’esplorazione con la regione meridionale del territorio. 

È noto come, in questa zona, le uve syrah la facciano da padrone. Non tutti sanno, però, che parliamo di una nobildonna, come dice il titolo, Madame La Syrah: per i francesi, infatti, syrah è di genere femminile. E questa è solo una delle tante sorprese che la Valle del Rodano settentrionale riserva a chi vi si avvicina con occhio attento. È un territorio ancora troppo poco esplorato e che, come ha sottolineato Samuel Cogliati, «ancora rimane fuori dall'Olimpo qualitativo delle regioni francesi. Ed è un approccio sbagliato, perché non c’è nessun tipo di motivazione pratica, tecnica, gustativa che giustifichi il considerare i vini del Rodano gerarchicamente inferiori a quelli, per esempio, della Borgogna». 

 

Il vigneto del Rodano nord: suoli, clima e geologia

La Valle del Rodano settentrionale si estende su circa 4.300 ettari, un fazzoletto di terra dominato da suoli granitici e scistosi, rocce primarie molto antiche, modellate da erosioni secolari. Il territorio si sviluppa principalmente sulla riva destra del fiume, con altitudini che richiedono terrazzamenti stretti e faticosi da coltivare. Il clima è semi-continentale, con il famoso vento Mistral che soffia oltre 100 giorni all’anno, regalando freschezza e preservando acidità nelle uve. Questi elementi insieme creano condizioni ideali per Madame La Syrah, che qui trova casa con il proprio entourage.

Nella parte di questa valle che va da Lione a Valence, il vino è un affare di lignaggi e antichi saperi, dove la tradizione è piuttosto rigida e non di rado sono più i brand che la qualità reale a determinare il prezzo delle bottiglie. È questa immobile eleganza che fa da sfondo alla nostra degustazione.

 

I vini e le loro storie

Per questa parte del seminario, Samuel ha curato una degustazione di sei vini emblema del Rodano del nord, tre rossi e due bianchi di notevole levatura. La degustazione si è svolta alla cieca, ma includiamo qui per comodità anche le informazioni sulle referenze.

 

1- Cornas “Granit 30”, 2022Domaine Vincent Paris

 

Proveniente dall'area di Cornas, situata su ripidi terrazzamenti di suoli prevalentemente granitici a destra del Rodano, questa denominazione è caratterizzata da pendenze importanti (circa 30%) e vigneti difficili da coltivare a mano. Il “Granit 30”, 100% syrah, è un vino giovane ma austero, con profumi intensi di sottobosco e spezie selvatiche, capace di esprimere la potenza rocciosa del granito e la freschezza mitigata dal vento Mistral, che soffia circa 100 giorni l’anno. Un vino che richiede pazienza ma promette longevità e complessità territoriale.

«Qualcuno si chiederà se un vino così mordace, vitale, vigoroso, quasi un po' brutale in bocca sia un vino già pronto. Se vi piace un rosso già armonico, già molto coerente nella sua fisionomia, ma con la capacità di scuotervi e di imporsi con la sua gioventù gustativa, bevetelo adesso. Tra 5 anni sarà sicuramente più fuso, più arrotondato e setoso; oggi non lo è, però per me ha una forza e una capacità percussiva - quasi una piccola forma di violenza - che lo rende gastronomicamente fantastico.» (Samuel Cogliati Gorlier)

 

2- Côte Rotie “Brune et Blonde”, 2020E. Guigal

 

Tra le denominazioni più prestigiose del Rodano Nord, Côte-Rôtie si sviluppa su colline dolcemente degradanti verso il fiume. Le uve syrah e viognier di questo vini crescono su suoli misti di scisto, siliceo-calcarei e con ossido di ferro, quindi con una componente più scura (Brune) e una più chiara (Blonde). La complessità di questo assemblaggio di terroir genera un vino ricco e profondo, ricco di strutture tanniche e di aromi complessi di frutti neri, fiori e spezie. La vocazione aristocratica di Côte-Rôtie si esprime in tutta la sua eleganza e capacità di evoluzione.

«È un vino estremamente gratificante in questo suo essere così immediato, così generoso. Questo è un amico che ha fatto mezzo giro del mondo e, appena tornato a casa, viene a trovarti ansioso di raccontarti tutto.» (Samuel Cogliati Gorlier)

 

3- Hermitage Rouge, 2022Yann Chave

 

Con questa denominazione si spazia su pendii un po’ meno ripidi, ma sempre con radici granitiche e scistose. La zona vanta una più ampia estensione con altitudini che permettono una certa morbidezza nei vini. Yann Chave offre qui un vino Syrah elegantemente bilanciato, con note di frutti rossi maturi e una speziatura delicata, un approccio più accessibile e meno austero rispetto a Cornas, ma sempre profondamente radicato nel terroir.

«Qui abbiamo un vino dal profilo molto più educato, confortevole e consensuale. È evidente la sua pseudo-dolcezza, un po' aromatica e un po' glicerica. La sensazione di soncino e di verdura cotta fa un doppio lavoro: in parte si accorda con la pseudo-dolcezza aromatica, in parte dona una sfumatura amarognola piuttosto presente nel finale. Per me, questo vino è nettamente più facile, di approfondimento più universale e molto più classico.» (Samuel Cogliati Gorlier)


4- Saint-Joseph “Les Mourrays”, 2019Nicolas Badel

 

Saint-Joseph, lungo la riva sinistra del Rodano, estende la propria produzione su suoli limoso-granitici, con un'esposizione più omogenea e condizioni climatiche fresche. “Les Mourrays” di Nicolas Badel ricalca questo spirito con un vino dal carattere sanguigno, con note erbacee e una speziatura fine, capace di coinvolgere con un equilibrio tra freschezza e struttura, rappresentando quella tradizione artigianale che permea questa denominazione meno blasonata ma ricca di charme.

 

«Ha stoffa, volume, profondità, setosità, una morbidezza particolarmente accentuata; certo, però, il finale porta in luce una tannicità spiccata. Inoltre, la freschezza è così importante che lo tiene sempre dritto nonostante sia così satinato e rotondo, quasi sferico gustativamente.» (Samuel Cogliati Gorlier)

 

5- Condrieu “La Bonette”, 2022Domaine Rostaing

 

Non solo syrah e vini rossi: emblema dei grandi bianchi del Rodano Nord, Condrieu si trova su suoli granitici estremamente ripidi, con una notevole esposizione solare che favorisce il vitigno viognier. Domaine Rostaing regala, con “La Bonnette”, un bianco aromatico e pieno, capace di esprimere ricchezza e mineralità, con note di frutta a polpa bianca e fiori, che raccontano la sfaccettatura luminosa e importante dei vini bianchi di questa terra.

«Se avesse un curriculum, questo vino avrebbe sicuramente indicato “di bella presenza”: si propone con un naso goloso, delicatamente saponoso, con note di tiglio, lavanda e una bellissima espressione floreale.» (Samuel Cogliati Gorlier)

 

6- Hermitage Blanc “Chante-Alouette”, 2020M. Chapoutier

 

Siamo sulla riva sinistra, nel comune di Tain-l’Hermitage, su suoli argilloso-ciottolosi, granitici e con presenza di loess. Il bianco “Chante-Alouette” ha struttura, complessità e mineralità. Esprime la verticalità e profondità dei suoi terreni, con un equilibrio tra acidità vibrante e rotondità, perfetto interprete delle alte altitudini e della storia di questo territorio dove la natura austera si traduce in vini di grande finezza e potenziale.

«Pasta frolla, pastacceria, mela candita, ananas in conserva, pesca sciroppata, note marine… questo vino è un coacervo di potenza, di generosità, di solarità, di apertura espressiva e di esuberanza. Quello che vuole dire, nel presentare le proprie intenzioni, è: “Io sono un grandissimo vino”. Siccome noi non prendiamo nulla per buono, rispondiamo: “Va bene, ti mettiamo alla prova”.» (Samuel Cogliati Gorlier)


Tra alto lignaggio e attese

La parte nord della Valle del Rodano è un territorio di vini d’alto lignaggio, dove la syrah regna sovrana in un contesto di terroir granitici, clima rinfrescato dal Mistral e tradizioni vinicole consolidate in radici profonde. Forse non è il Rodano più facile né più accesibile, ma è senza dubbio il più aristocratico. Questa prima parte di viaggio ci ha affascinato per la sua invitante complessità e l’autorevole austerità. Non resta che attendere la seconda tappa, alla scoperta dell’area meridionale della Valle del Rodano, guidati da Monsieur le Grenache e il suo ordine di Cavalieri.

 

Pubblicato: 14 ottobre 2025
Autore: Michela Aru
Provincia: Verona
Condividi