News / Wine Experience

Montefalco terra per il vino

I vini della denominazione Montefalco e Spoleto

Giovedì 9 ottobre, AIS Padova in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Montefalco, ha organizzato una serata di degustazione di vini ottenuti da antichi vitigni autoctoni: il trebbiano spoletino e il vino simbolo del territorio il Sagrantino.

L’incontro è stato presieduto da Claudio Ciotti delegato AIS Montefalco-Spoleto, da sempre, appassionato conoscitore e divulgatore del suo ambiente vitivinicolo.

L’Umbria ha un areale dalle notevoli capacità per la produzione di grandi vini, sia rossi che bianchi.

Tutti conosciamo Montefalco perché lo colleghiamo al Sagrantino ma, la zona del Montefalco, è interamente coperta anche dalla DOC Spoleto.

Le due DOCG Montefalco Sagrantino e Torgiano Rosso Riserva, assieme alle 13 DOC, sono esposte verso ovest con terreni a prevalente composizione argilloso-calcarea. L’altitudine varia tra i 220 e 470 slm, generando un mosaico di microclini ideali per una maturazione equilibrata delle uve.

Nel cuore verde dell’Umbria, nella parte centro-sud, si trovano le tre denominazioni principali: Montefalco Sagrantino DOCG, Montefalco DOC e la Spoleto DOC.

La storia vinicola dell’Umbria è strettamente legata alla produzione dei vini di Orvieto, celebri sin dal periodo del papato. Infatti, durante il Medioevo e il Rinascimento, questi vini erano particolarmente apprezzati dai pontefici che, spesso, soggiornavano nella città di Orvieto e ne promuovevano la produzione.

Al contrario, la tradizione vinicola di Montefalco è più recente. Tuttavia, negli ultimi cinquant'anni, è diventata il vero motore propulsivo dell’enologia umbra, grazie, soprattutto, al prestigio crescente del Sagrantino.

La denominazione del Sagrantino di Montefalco comprende i comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, parte di Giano dell’Umbria e Castel Ritaldi, tutti nella provincia di Perugia che, insieme, formano il cuore della produzione di questo vino strutturato e longevo, dalle bucce spesse, coriacee e ricche di tannini che per quantità e qualità sono ai vertici mondiali.

Il nome Sagrantino risale ad un avvenimento del 1240. Nel castello umbro detto Coccorone, i falchi “sagri” preferiti dall’imperatore Federico II si ammalarono e l’unica cura possibile era un infuso il “Violaceum”: zucchero, alcool e petali di violetta. Visto le condizioni di urgenza si decise di miscelare il vino locale ai petali di violetta. I falchi “sagri” guarirono e per tal motivo venne cambiato non solo il nome della città in Montefalco ma, anche, quello del vino più tipico in Sagrantino.

L'affinamento del Montefalco Sagrantino DOCG prevede per disciplinare un minimo di 37 mesi, di cui almeno 12 mesi in botte e 4 mesi in bottiglia. Questo prolungamento è stato introdotto per domare l’impetuosità tannica del Sagrantino. Il lungo affinamento consente, infatti, alla struttura molecolare del vino di distendersi, migliorando l’equilibrio e la complessità organolettica.

Lo stesso principio si applica anche alla versione passita del Sagrantino, anche se in questo caso, non è obbligatorio il passaggio in legno.

Dal 2019 il Consorzio si occupa anche della valorizzazione della DOC Spoleto, con particolare attenzione al trebbiano spoletino, un vitigno autoctono umbro che negli ultimi anni ha suscitato crescente interesse, soprattutto all’estero.

Attualmente, la produzione di trebbiano spoletino è ancora marginale: circa 50 ha. vitati per una produzione complessiva di 250.000 bottiglie; tuttavia, la domanda di mercato in particolare dagli Stati Uniti, spinge il Consorzio a raddoppiare la superficie coltivata per ampliare l’areale produttivo e rispondere alla crescente richiesta.

Le uve di trebbiano spoletino, da sempre presenti nelle pianure umbre, si caratterizzano per i grappoli di dimensioni generose e per gli acini dalla buccia tenace, particolarmente ricca di polifenoli e con una significativa dotazione acida. Queste caratteristiche rendono il vitigno particolarmente adatto anche alla spumantizzazione e alle vendemmie tardive.

Il vitigno del trebbiano spoletino è noto per la sua eccezionale vigoria: i tralci tendono a svilupparsi in orizzontale, intrecciandosi con le piante vicine. Da questa peculiarità nasce il termine locale "tirelle", usato per indicare le cosiddette "tese", ovvero i tralci che si "tirano" e si collegano alle viti adiacenti.

La viticoltura in Umbria

L’Umbria produce circa 900.000 hl. di vino su una superficie vitata compresa tra 900 e 1.000 ha. La produzione si suddivide principalmente in due denominazioni:

  • Montefalco Sagrantino DOCG con il 40% dei vigneti
  • Montefalco DOC 60% che comprende sia vini rossi che bianchi

 

I vitigni di Montefalco

Il territorio di Montefalco è caratterizzato da quattro vitigni principali:

  1. Grechetto
  2. Trebbiano Spoletino
  3. Sangiovese
  4. Sagrantino

 

Le tappe della denominazione

  • 1979 nasce la DOC Montefalco
  • 1992 il Montefalco Sagrantino ottiene la DOCG
  • 2011 viene riconosciuta la DOC Spoleto, che sancisce ufficialmente l’identità del Trebbiano Spoletino

 

VINI DEGUSTATI:

  • MONTEFALCO BIANCO DOC ARIA DI CASA 2022 TENUTA ALZATURA

Trebbiano spoletino 100%

Paglierino intenso, nocciola, fiori bianchi rendono il sorso secco e di grande freschezza.

Abbinamento: zuppa di pesce.

 

  • SPOLETO DOC LE TESE 2022 ROMANELLI

Trebbiano spoletino 100%

Dorato con sfumature ambrate, frutta gialla matura. Ingresso delicato ed equilibrato tra sapidità e acidità. 

Abbinamento: carni bianche.

 

  • MONTEFALCO ROSSO DOC  2021 CANTINA PERTICAIA

Sangiovese 70% - sagrantino 20% - merlot 10%

Carminio, frutti di bosco, balsamico, sorso snello e agile pur nella sua struttura decisa. 

Abbinamento: formaggi medio-stagionati.

 

  • MONTEFALCO ROSSO DOC RISERVA SALLUSTIO 2021 DI FILIPPO 

Sangiovese 60% - barbera 25% - vitigno autoctono umbro 15% Ripassato sulle vinacce del sagrantino

Carminio intenso, prugna, tabacco e caffè. Al gusto si percepisce una maggiore struttura. 

Abbinamento: cacciagione.

 

  • MONTEFALCO SAGRANTINO DOCG 2018 FIDENZIO TUDERNUM

Sagrantino 100%

Carminio intenso e fitto, mora di rovo e rabarbaro. Il sorso è persistente dal tannino tenace. 

Abbinamento: carni rosse e selvaggina.

 

  • MONTEFALCO SAGRANTINO DOCG CARAPACE 2020 TENUTA CASTELBUONO LUNELLI 

Sagrantino 100%

Carminio dall’intensa cromaticità, frutta sotto spirito, chiodi di garofano. L’ingresso si estende con eleganza e persistenza tannica.

Abbinamento: formaggi stagionati e cacciagione.

 

 

Pubblicato: 18 ottobre 2025
Autore: Catia Nassi
Provincia: Padova
Condividi