Wine Experience
Dalla redazione
martedì 17 novembre 2015

Etna: Vini figli del vulcano

Una serata per capire e conoscere i vini che nascono dalle pendici del vulcano attivo più alto d'Europa

Francesco Mancini


L’Etna come vulcano lo conosciamo tutti, che sia il più alto d’Europa già un po’ meno persone lo sanno, che si producano dei vini straordinari e che ci siano vitigni a piede franco, forse solo i siciliani, gli intenditori e gente del settore ne è a conoscenza. La delegazione di Belluno ha organizzato, per i suoi soci e per gli appassionati bellunesi, una serata proprio con i vini vulcanici dell’Etna. Il territorio unico e i vari microclimi rendono i prodotti tanto diversi anche da un versante all’altro del vulcano.
 
La conduzione di questa serata al ristorante “Nogherazza”, è stata affidata all’esperienza del sommelier Vito D’Amanti, siciliano docg come ama lui stesso presentarsi e grande conoscitore della sua terra. Bello vedere la sala piena per l’occasione, con tanti soci pronti a conoscere i prodotti di altre latitudini con caratteristiche organolettiche tanto diverse dalle nostre.
 
Le continue eruzioni infatti, oltre a modificare il territorio, rendono la terra estremamente fertile e adatta a tutte le coltivazioni, tra cui naturalmente la vite. I vini dell’Etna, anche per le caratteristiche uniche del terreno, richiedono un lungo affinamento per i rossi e la fermentazione malolattica per i bianchi in quanto la terra, pur essendo molto fertile, è tuttavia povera di potassio e ciò comprometterebbe la stabilità del vino.
 
Entrando nello specifico, i sei vini proposti da Vito per capire l’Etna sono a tutto tondo: il Murgo Brut è uno dei pochi spumanti siciliani, un metodo classico di grande pregevolezza dato dalla vinificazione in bianco del Nerello Mascalese. Il Vinudilice è una vera chicca: solo 3000 bottiglie ottenute da mezzo ettaro di vigneto a 1300 mt, uvaggio di bacche bianche e nere, per un rosato “estremo” ottenuto senza solforosa, senza lieviti aggiunti e senza controllo della temperatura. Il relatore fa capire l’importanza della fermentazione malolattica con due Etna Bianco 2013, rispettivamente delle cantine Custodi delle vigne dell’Etna e Benanti. Infine chiude la degustazione con l’Etna Rosso 2013 di Masseria Sette Porte e l’Aetnus 2008 di Custodi delle vigne dell’Etna: entrambi colpiscono per la piacevole trasparenza del colore, la struttura e la grande pulizia in bocca, pur mantenendo ognuno le proprie peculiarità.

 

MURGO BRUT METODO CLASSICO 2012: Un brillante giallo paglierino con un perlage fine e  una bella intensità olfattiva: note agrumate, poi pan brioche e lievito e infine nocciolina tostata. Non gioca sulla potenza, entra dritto sulle durezze: fresco, acido, con una spiccata mineralità. È’ uno dei pochi spumanti siciliani di classe, finezza ed eleganza.

VINUDILICE 2014 I VIGNERI: Il colore ricorda il petalo di rosa; al naso regala fragranti note di fragoline di bosco e svela sentori di lampone, legno di rosa e una nota che ricorda l’aroma del bramdy. In bocca si esprime con  un'acidità e sapidità davvero importanti ma ben bilanciate con un piacevole soffio tannico finale. Lungo in bocca, sembra non finire mai.

ETNA BIANCO 2013 CUSTODI DELLE VIGNE DELL’ETNA: Un luminoso giallo paglierino; al naso non è prorompente: si apprezzano delicati profumi di anice e una tipica nota minerale di cenere vulcanica bagnata, in fondo un ricordo di mentuccia. In bocca acidità e sapidità sono in equilibrio e ritorna nel finale una spiccata mineralità. Fermentazione in piccole botti usate e affinamento in vasche di cemento e acciaio per un anno.

ETNA BIANCO 2013 BENANTI: Qualche riflesso dorato dona vivacità al giallo paglierino. Al naso la nota minerale di kerosene e pietra focaia sono sicuramente predominanti. Al palato l’abbondante salivazione ci indica una sapidità e una mineralità importanti; chiude corto in bocca svanendo presto.

ETNA ROSSO 2013 MASSERIA SETTE PORTE: Un rosso rubino reso ancora più elegante da una particolare trasparenza. I sentori di spezie dolci arrivano per primi seguiti dalla carruba. Entra morbido in bocca, accarezza il palato con tannini rotondi. Una buona spalla acida allunga la persistenza.  

AETNUS ETNA ROSSO 2008 CUSTODI DELLE VIGNE DELL’ETNA: è un rubino luminoso; arriva al naso il profumo dell’evoluzione con la tipica mineralità di pietra focaia. La bocca si disidrata grazie ai tannini astringenti, finale amaricante di liquirizia e rabarbaro. 

 

 

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