Wine Experience
Dalla redazione
giovedì 1 dicembre 2016

Collio vs Collio

Federico Cocchetto


In quante espressioni si può manifestare un territorio vinicolo, pur relativamente piccolo, dalle potenzialità probabilmente ancora non totalmente espresse, ma ricco di storia anche enologica? La risposta è una sola: innumerevoli, e il Collio ne è sicuramente un esempio. La Delegazione AIS Treviso - in collaborazione con il Consorzio Tutela vini Collio, il Consorzio Montasio e Promo Turismo FVG - ha ospitato nella serata di giovedì 24 novembre presso il ristorante dell’albergo “Le Terrazze” di Treviso, in contemporanea con ben altre quindici città italiane, la rassegna nazionale denominata Collio Day (giunta alla sua quarta edizione), kermesse di respiro nazionale di valorizzazione di questo straordinario territorio, mediante un percorso di degustazione di nove vini bianchi rappresentanti la DOC Collio, seguiti da un momento conviviale che vedeva abbinati ai vini altri due esempi di territorialità: il prosciutto San Daniele e il Montasio. Le caratteristiche pedoclimatiche del Collio, le capacità di alcuni nomi che hanno fatto la storia di questa zona e di altri che hanno perpetuato la tradizione, piuttosto che recuperato metodologie affondanti nell’antico, oppure reinterpretato l'anima dei vini che qui si producono, fanno sì che questa terra d’elezione mantenga a buon merito la posizione di assoluto livello che occupa nel panorama enoico italiano e internazionale. Questo lembo di terra - delimitato ad est dal fiume Isonzo e a ovest dal fiume Judrio - ha un’ampiezza di 7.000 ha, di cui 1.500 sono quelli vitati, tutti in collina, che garantiscono una produzione di 48.000 hl con una prevalenza di vitigni a bacca bianca per circa l’85%. Particolarità unica e determinante per esprimere la territorialità di questi vini è costituita dall’elemento principe di questi suoli: il Flysch o “ponca” in friulano. La ponca è il risultato di sedimentazioni e frane marine, sviluppatosi in alternanze di arenarie e marne con inclusione di diversi minerali tra gli strati, in particolar modo il quarzo.

Le tipologie dei campioni degustati toccavano annate diverse, anche difficili, e sono stati interessati sia vitigni autoctoni, sia internazionali, anche se questi ultimi sono qui coltivati da più di 150 anni.

La florealità del Pinot Bianco ha trovato comunanza con le due Ribolla, anche se quella del 2014 ha rivelato tutte le difficoltà dell’annata. Buona la lunghezza di bocca.

Il Friulano ha dimostrato personalità con tocchi aromatici al palato inusuali, mentre il Pinot Grigio ha sorpreso per alcune piacevoli note fumè e nel Sauvignon, mostrando la tipica potenza che viene espressa in quest’area, si è resa riconoscibile la foglia di fico ed un finale particolarmente sapido.

Il Collio Bianco ha offerto una buona espressività sia al palato che al naso.

A questo è seguito il privo vino tecnicamente differente dai precedenti convenzionali: la Malvasia degustata è frutto di cinque giorni di macerazione, in tini conici di rovere, senza controllo della temperatura e dopo la separazione delle bucce sosta in legno grande per due anni.

La sorpresa è venuta da un’internazionale Chardonnay raccolto in un millesimo non particolarmente felice, cui però va dato merito per la splendida veste, il naso complesso e la buona persistenza.

 

Di seguito la sequenza dei nove vini degustati in tre serie da tre :

1. Ribolla Gialla 2015 – KOMJANC ALESSIO

2. Ribolla Gialla 2014 – CASTELLO di SPESSA

3. Pinot Bianco 2013 – CARONESCA

4. Friulano 2015 – FRUSCALZO

5. Pinot Grigio 2015 – MUZIC

6. Sauvignon 2015 – SUBIDA del MONTE

7. Collio bianco 2013 – GRAUNAR

8. Malvasia 2013 – DRAGA

9. Chardonnay 2008 – TENUTA VILLANOVA

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