Non ci credo se non bevo Cavazza
Per il ciclo “Non ci credo se non bevo” sabato 21 febbraio la Delegazione di Verona era in visita presso l’azienda Cavazza di Montebello Vicentino. Tra le finalità di queste visite c’è anche il poter fare insolite esperienze di degustazione con vini ancora molto o abbastanza lontani dalla loro forma di mercato, come sempre più spesso capita ai sommelier in alcune manifestazioni (Anteprima Amarone, del Custoza o del Bardolino) dove vengono presentati campioni da botte o da vasca. In questi casi l’esperienza è l’unica scuola per capire le caratteristiche presenti nel vino e come evolveranno.
L’enologo Giancarlo Cavazza ci ha condotto giù nella bottaia per raccontarci il viaggio di formazione di un cru aziendale, un merlot proveniente dalla tenuta Cicogna sui Colli Berici, partendo dal vino giovane irruento e crudo prelevato dalla vasca (annata 2014), passando per il fratello adolescente che sta imparando la complessità dopo un anno in barrique (il 2013), per arrivare alla sua piena espressione raggiunta grazie ad un ulteriore affinamento di 12 mesi in bottiglia (il 2012).
Dopo questo excursus sull’infanzia vinicola, la visita è proseguita con una verticale verso l’anzianità di un altro cru aziendale, il Creari, un Gambellara Classico da terreni calcareo-vulcanici e vendemmia tardiva, solo acciaio e permanenza per 6 mesi sui lieviti. Vini di grande mineralità, spessore e longevità, a partire dal 2012 ancora chiuso e spigoloso, per passare alle annate 2010, 2009 e 2008 dove la frutta esotica, le erbe aromatiche e la pietra focaia ci hanno riportato alle atmosfere degli antichi alchimisti del passato, quando solo pochi apprendisti toccavano con mano i segreti del mondo.
Un'uscita veramente formativa. Un grande ringraziamento all’azienda per la sua disponibilità.