Assaggiato per voi
Dalla redazione
venerdì 17 giugno 2016

L'essenziale in un grappolo d'uva

Giovanni Arcari e il metodo SOLOUVA in un incontro con la delegazione di Verona

Corinna Gianesini


E se tutto quello che servisse per fare un buon metodo classico fosse racchiuso in un grappolo d’uva? E’ questa la tesi da cui, alcuni anni fa, sono partiti Giovanni Arcari e Nico Danesi, due amici che avevano nel cuore il sogno di produrre un vino speciale, uno spumante in grado di rispecchiare al massimo il territorio e le caratteristiche dell’uva con cui è prodotto. “In Italia si fa ancora fatica a dare il giusto valore alla terra” afferma Giovanni Arcari, con un fare schietto ed informale, ad una folta platea della delegazione di Verona. Per realizzare questo progetto chiedono l’uva al produttore Andrea Arici (Colline della Stella) e un sostegno tecnico all’enologo Alberto Musatti. Nasce da queste prime sperimentazioni il metodo Solouva.

Il cuore del progetto è che si può ottenere un vino a rifermentazione in bottiglia senza dover aggiungere saccarosio ottenuto da zucchero di canna o da barbabietola in nessuna fase della lavorazione. Lo zucchero necessario per avviare la prima e la seconda fermentazione è unicamente quello contenuto nel mosto d’uva. L’uva viene raccolta nel momento di maturazione fenolica perfetta, quando i frutti sono ricchi di sostanze minerali e di sostanze fenoliche che doneranno colore ed estratto al vino, ma soprattutto quando hanno raggiunto un’adeguata concentrazione di zuccheri. L’uva viene sottoposta a due pressature soffici. Con la prima si ottiene il vino base, mentre con la seconda pressatura si realizza un mosto concentrato, che viene surgelato e conservato. Questo mosto, non svolto e naturalmente ricco di zuccheri, verrà utilizzato al momento oportuno per innescare la seconda fermentazione e successivamente, al momento della sboccatura, per realizzare la liqueur d’expedition.

Il metodo Solouva, è un metodo Classico a tutti gli effetti, ma è al contempo un prodotto nuovo e innovativo, con caratteristiche particolari e identitarie. La difficoltà maggiore nel valutare questo tipo di spumante risiede nella capacità dell’assaggiatore di svincolarsi dagli schemi gusto-olfattivi fino ad ora conosciuti, per approcciarsi con libertà intellettuale ad un prodotto che a tutti gli effetti è una novità.

L’assenza di zucchero aggiunto priva lo spumante di una parte del corredo organolettico del metodo classico, così come siamo abituati a berlo, ma allo stesso tempo lascia emergere i sentori i primari, legati alla frutta e ai fiori, ancora croccanti e intonsi, dopo molti mesi di maturazione, e permette una maggior identificazione del vino con il suo territorio di origine.

Le sensazioni olfattive e quelle gusto-olfattive sono estremamente rispondenti, la pulizia è estrema. Gli assaggi che abbiamo fatto ci spingono a dire che gli spumanti realizzati con questo metodo siano adatti a dei periodi di invecchiamento piuttosto lunghi. Con il tempo infatti dimostrano di acquisire una maggior complessità: i sentori di fiore e frutta si fanno più morbidi, maturi ed eleganti, anche se il vino rimane sferzante al palato nella sua freschezza e saldo nella sapidità. Sono prodotti già molto godibili da giovani, ma rimaniamo in attesa di riassaggiarli a distanza di alcuni anni per capire di che evoluzione sono capaci.

 

Questo è l’elenco completo dei vini degustati:

Franciacorta Brut Docg s.a.-  Vezzoli

Franciacorta Brut Docg s.a. -  Solouva

Franciacorta Dosaggio Zero Docg  s.a. - AndreArici - Colline della Stella

Franciacorta Brut Docg - Doppio Erre Di  s.a. -  Derbusco Cives

Franciacorta Extra Brut Docg  s.a. -  Sullali

Franciacorta Saten Brut Docg 2012 -  Arcari+Danesi

Franciacorta Brut Docg 2010 - Arcari+Danesi

 

Tutte le fotografie dell'evento sono disponibili sull'Album Flickr 

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