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Dalla redazione
lunedì 26 settembre 2016

Bolle: facciamole strane

Federica Fenzi


Una serata di degustazione sui generis del 21 settembre con Ais Rovigo, dove protagonisti sono stati di cinque Metodo Classico da vitigni autoctoni.
L’evento si è tenuto alla Tenuta Cartirago a Ceregnano – Rovigo. Il delegato Carlo Moretti ha focalizzato subito il significato di autoctono, che deriva dal greco e, con qualche libertà letterale, possiamo dire che significa "originario del luogo stesso in cui vive e si sviluppa". Le varietà italiane ufficialmente iscritte al registro ampelografico nazionale sono più di 350, mentre si calcola che siano tuttora esistenti più di 1500 varietà autoctone o tradizionali. Scopo della serata è quello di degustare e scoprire alcune varietà di Metodo Classico che non si trovano a portata di mano sugli scaffali di enoteche o sulle carte dei vini, ma che vale la pena andare a cercare.

Si parte ! Carlo Moretti introduce ciascuna zona selezionata lungo lo stivale italico evidenziando le caratteristiche geologiche e morfologiche dei terreni, i climi differenti e gli aspetti ampelografici. Tutto ciò crea infatti le condizioni ideali per la produzione di Metodo Classico, dalle caratteristiche sostanzialmente diverse da quelli prodotti con vitigni internazionali. Al termine della presentazione di ciascuna zona, il degustatore ufficiale passa in rassegna una breve scheda tecnica del processo di vinificazione per introdurre la degustazione vera e propria. Si inizia dal nord Italia con la Valle D’Aosta e il suo vitigno Priè Blanc (Blanc de Morgex et de la Salle) per poi spostarsi ad est in Friuli con il suo Schioppettino (Blanc di Neri). Ma non potendosi fermare qui si prosegue il viaggio verso le Marche con il celebre Verdicchio (Bonci Brut). Lasciamo questa regione per orientare la mente e i sensi in Campania ritrovando la falanghiina (DUBL Brut).
Si conclude il percorso in Sicilia con un vitigno autoctono di eccellenza, ovvero il nerello mascalese (Murgo Extra Brut).

 

Di seguito, anche se in modo sintetico, le sensazioni percepite per ciascuna bolla "strana":

Blanc de Morgex et de la Salle: un giallo paglierino chiaro con riflessi verdi. Al naso note olfattive vegetali che si intercalano a sentori floreali di biancospino e di frutta bianca croccante con sentori agrumati e con lievi note speziate. Al palato una equilibrata acidità con note gusto olfattive di agrumi e un finale sapido minerale e ammandorlato persistente.

Blanc di Neri: giallo paglierino carico con riflessi dorati. Al naso una buona intensità con spiccate note di frutta gialla “cotta” e di fiori gialli di ginestra con lievi sentori di cannella. In bocca risulta pieno e deciso, con richiami speziati e un finale molto persistente con media sapidità e con un finale di frutta “cotta al forno”.

Bonci Brut: giallo paglierino deciso. Al naso note floreali di fiori amari (arancio) con note fruttate di pesca bianca, lieviti e leggero ammandorlato. Al palato un sorso importante con sapidità non invasiva, sentori di agrumi (pompelmo) e un lungo finale con note citrine ed ammandorlate.

DUBL Brut:  giallo paglierino. Al naso spicca per profumi di pesca e mela gialla matura e lievi note di frutta esotica (ananas), sensazioni floreali di ginestra e di camomilla e un finale di nocciola per diluizione. Al palato un sorso fresco e fragrante che presenta una certa dinamicità. Nella fase gusto olfattiva si possono percepire lievi toni di zenzero e ancora di nocciola, mandorla tostata con una buona persistenza finale.

Murgo Extra Brut: giallo paglierino con riflessi ambrati. Un naso floreale di ginestra e gliglio. Chiare le note iodate che si spingono a sensazioni di incenso per integrarsi a note agrumate amare (scorza di arance. In bocca decisamente fragrante e fresco con note sapide e gessose che gli donano una certa morbidezza. Un finale con ricordo di note agrumate.


Vini che hanno dato soddisfazioni a chi li produce e soprattutto a chi li ha bevuti. Una setata piacevole che ha messo in luce la tradizione di ciascun territorio, attraverso i vini da vitigni autoctoni. 

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