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Dalla redazione
venerdì 25 novembre 2016

Prosecco : solidarietà verticale

AIS Treviso & Merotto per Amatrice

Federico Cocchetto


Il luogo: azienda Merotto a Col San Martino di Farra di Soligo.

Il fine: AIS Treviso & Merotto per Amatrice

I protagonisti : Cuvée del Fondatore Graziano Merotto (2015, 2014, 2013, 2012, 2011, 2010, 2009)

I dati appena nominati racchiudono l’essenza di una splendida serata che AIS Treviso e l'Azienda Merotto hanno pensato per essere vicini alla popolazione di Amatrice, duramente colpita dal terremoto del 24 agosto scorso, destinando l’intero ricavato della cena e della degustazione alla Protezione Civile di Amatrice. Una volta di più il vino si rivela elemento di convivialità, in grado di veicolare tutta la sua forza aggregante per non dimenticare chi ha bisogno di aiuto nei momenti più difficili.

Grazie alla straordinaria e risaputa ospitalità della famiglia di Graziano Merotto, l’evento solidale ha permesso ai sommelier AIS di addentrarsi nell’analisi e comprensione di un aspetto normalmente non considerato quando si parla di Prosecco: la capacità di evolvere modificando, ma non stravolgendo, le proprie peculiarità con eleganza.
Un aspetto questo che l’esperto enologo Mark Merotto, di grandi capacità e conoscenze professionali in materia di vitigno glera, ha voluto sviscerare orientando da subito la degustazione all’ascolto, se così si può dire, dell’esclusivo parterre dei campioni messi a disposizione.
I millesimi degustati erano tutti del prodotto di punta aziendale, la “Cuvée del Fondatore Graziano Merotto”, che può vantare un palmares di premiazioni piuttosto nutrito.
Particolarità nell’allevamento della vigna dedicata a questo prodotto, facente parte di un’unica particella, è rappresentata dalla tecnica colturale della Doppia Maturazione Ragionata.
Alcuni giorni prima della vendemmia il tralcio a frutto viene tagliato, a metà circa, lasciando grappoli sia sulla parte tagliata, che andranno incontro a un parziale appassimento, sia sulla parte ancora attaccata alla pianta, che continueranno quindi a ricevere tutto il nutrimento della linfa proveniente dall’apparato radicale.

Veniamo quindi alla lettura dei millesimi degustati:

2015 – Colore delicatissimo, quasi platino. Il naso si apre con note di frutta come la pesca gialla, la mela matura e la susina gialla. Il floreale presente è evocativo di fiori d’acacia e fiori d’arancio. La bocca è piena e la cremosa mousse è un piacere per il palato.

2014 – L’annata qui si rivela: il giallo decisamente tenue è accompagnato da un naso croccante di mela granny smith, qualche nota di pera selvatica di collina e una susina ancora acerba. Ma è la freschezza che impone la propria forza al palato, in cui l’evidenza della nocciola fresca si lascia andare a un finale ammandorlato.

2013 – Colore da manuale che introduce un olfatto improntato su polpa di mela renetta, ricordi esotici dolci e pera matura. Un bel gelsomino fa da contorno e arricchisce il tutto. L’equilibrio è il punto di forza, seppur con una freschezza che alla lunga continua a innervare un’aromaticità citrina.

2012 – Il paglierino, a quattro anni dalla vendemmia, dona ancora qualche squarcio verde. Un naso didatticamente perfetto propone il binomio/simbolo della mela-pera, accompagnata da pesca gialla e un giglio fresco. In bocca l’asse fresco sapido è perfettamente allineato, per un sorso succoso.

2011 – Colpisce il perlage fine e continuo. Sorprende il naso con una freschezza quasi da brezza marina. Non compaiono certo né salmastro né note iodate, ma la grande finezza è accentuata da effluvi di macchia mediterranea. Un campione inconsueto che svela al palato agrumi, ma anche confetto e mandorla dolce. Una spuma davvero cremosa solletica il palato rendendo inconfutabile l’ottima fattura.

2010 – E’ sorprendente vedere un prosecco che, a sei anni d’età, presenti un colore così vivido. L’intensità del naso è decisamente floreale, con un cesto di fiori di campo cui fanno da contraltare note di te verde e composta di mela e pera. In bocca le note agrumate sono tenute a bada da un bel vegetale di corteccia di salice. Emblematica la sapidità che dona persistenza alla ricchezza del palato.

2009 – Come descrivere la sorpresa di questo millesimo? Nel bicchiere è paglia liquida e il naso, con elegante austerità, fa capire quanto lontani siamo dall’idea comune del Prosecco. La lettura di questo vino non è incentrata sulla spasmodica ricerca di bollicine, che pur ci sono, quanto su profumi di pasticceria, torta alle mele, giglio, iris, camomilla, scorza d’arancia. L’attacco di bocca è fresco, teso, con una punta di evoluzione degna di un metodo classico. La mineralità sembra quasi ricondurre questo vino a un altro territorio, ma la pienezza e la persistenza fanno dimenticare qualsiasi preconcetto, regalando una scia voluttuosa di sapore.

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