Carnet di viaggio
Dalla redazione
giovedì 28 settembre 2017

Pane, Formaggio e... Barolo

Viaggio in Piemonte, tra formaggi e vini nobili: Cheese, Fontanafredda, Bersano

Giuseppe Conte


Ecco un breve reportage del nostro viaggio "atipico" per visitare il "Cheese", evento internazionale giunto alla 20^ edizione che ci ha permesso di gustare formaggi prelibati provenienti da molte nazioni, persino da oltreoceano.

In quattro giorni più di 300.000 visitatori hanno reso omaggio agli oltre 350 espositori, di cui 52 internazionali, 16 “affineur” e selezionatori provenienti da Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svizzera e Stati Uniti. Ma "Cheese" non è solo formaggi: è anche 35 laboratori, tra i quali quello del sigaro toscano, oltre a cucine di strada e food truck.

Ma potevamo lasciare il Piemonte senza degustare i suoi splendidi vini?!?

Ci siamo quindi diretti verso Serralunga d’Alba (CN), per la visita alla storica cantina Fontanafredda, passando per il paese di Barolo, che dà il nome a quello che è definito “il vino del Re e il Re dei vini”. Un paesaggio iconografico, quasi surreale, con i casolari e le cascine ben tenute e circondate da vigne di nebbiolo "pettinate" e talmente ordinate da risultare quasi difficile descriverle e raccontare questo meraviglioso paesaggio dove la vite è l’assoluta protagonista.

Arrivati alla cantina Fontanafredda siamo stati accolti da Monica, che ci ha condotti in un percorso di rievocazioni storiche ma anche di attualità. Ci ha infatti raccontato di una realtà di 130 ettari, dei quali 80 vitati, un bosco di 13 ettari denominato “Dei pensieri”, con sequoie americane sempreverdi e ricco di tartufi.

All’interno il ristorante “Guido” con una stella Michelin, ma anche un altro ristorante denominato “Disguido” aperto costantemente al pubblico, e una cantina per l’acquisto dei vini. Non poteva mancare un laghetto con annessa un’altra struttura da 200 posti per eventi quali matrimoni o ricevimenti.
La ghiacciaia, che un tempo serviva per conservare i cibi come la cacciagione, i formaggi, le carni, ora custodisce il metodo classico prodotto da Pinot nero in purezza in circa 180.000 bottiglie anno. 
L’assaggio di questo “Contessa Rosa” Brut Alta Langa DOCG (dal 2008) ha confermato la qualità e la piacevolezza di questo metodo classico con due anni di botte e due anni (tre per la riserva) di affinamento in bottiglia e dove il Barolo ’67 viene impiegato come liqueur d’expedition.

Monica ci ha poi guidato nella visita alle cantine denominate Cattedrale, Ex Scuderia, Del Re, Mirafiore, La Rotonda. Qui i grandi vini come il Barolo e il Barbaresco riposano in botti di legno di Slavonia, che garantisce un affinamento più lento, ma anche in Rovere francese per un affinamento più rapido. Uscendo ci ha colpiti un'esposizione di bottiglie di vino per 'alcol test' da 0,5 l per due persone, 1 l  per quattro persone e Magnum per sei persone, a dimostrazione della grande attenzione non solo produttiva ma anche commerciale rivolta alle esigenze del consumatore finale.

Il momento che tutti attendevamo è arrivato nella sala degustazione, dove uno dopo l'altro abbiamo apprezzato:

  • il Barbaresco “Coste Rubin” 2013 Fontanafredda, unico Barbaresco prodotto in questa azienda,
  • il Barolo “La Rosa” 2013 dedicato alla bella Rosina,

e per finire una “chicca" inaspettata: il Barolo “La Rosa” 1999, definita un'annata eccezionale. Vini di classe e qualità, dove “La Rosa” è sempre presente per ricordare Rosa Vercellana (detta anche La bella Rosin), moglie morganatica di Re Vittorio Emanuele II (1820-1878), Contessa di Mirafiore e Fontanafredda, da cui nacque Emanuele Alberto Conte di Mirafiore, e con lui l'inizio della storia enologica di questa meravigliosa realtà .

Grande soddisfazione da parte di tutti per questi grandi vini e per questa meravigliosa cantina, e un'ulteriore conferma che, come tutte le cose belle, anche Fontanefredda nasce da una storia d'amore: quella tra Re Vittorio Emanuele II e la bella Rosin.

Per finire, pranzo al ristorante Disguido, dove oltre agli ottimi piatti abbiamo degustato degli interessanti vini, quali Roero Arneis “Pradalupo” DOCG 2011Nebbiolo  “Mirafiori” 2014 DOC, Barbera Superiore “Mirafiore" 2014 e per finire un Moscato d'Asti “Moncucco” DOCG 2015

Partenza quindi per Nizza Monferrato, nel cuore del comprensorio della Barbera d'Asti, dove ci ha accolti Valentina, che, dopo averci parlato della famiglia Bersano ed in particolare di Arturo, ci ha accompagnati nella visita al museo di famiglia voluto da Arturo, per non dimenticare il figlio morto a soli 24 anni.

In questo museo all'aperto sono presenti molti attrezzi usati un tempo in agricoltura e in cantina, in particolare dei torchi, contenitori per olio e vino in pietra, mantici, soffietti e molto atro, comprese delle trebbiatrici e addirittura una locomotiva del 1898, donata alla famiglia Bersano come segno di riconoscenza per aver contribuito a costruire un pezzo di ferrovia e la stazione che si trova proprio di fronte alla cantina stessa.

Con Valentina ci siamo recati nelle cantine, dotate di impianto di controllo della temperatura, in un percorso tra botti grandi da 60 hl di Rovere di Slavonia ma anche Tonneau per il Barbera d'Asti Superiore e il Barolo, anche nella versione Riserva vinificato a Nizza in deroga al disciplinare. Al piano superiore botti da 102 hl e 56 hl tutte contenenti vino "Atto": così si chiama il Barolo prima di aver completato il percorso previsto dal disciplinare.

L'enologo Roberto Morosinotto ci ha poi sapientemente guidati nella degustazione di cinque vini che rappresentano i prodotti di punta di questa cantina.

Nell'ordine abbiamo degustato:

  • Arturo Bersano Brut Millesimato 2014 da uve Pinot nero vinificate in bianco con minimo 24 mesi sui lieviti;
  • Barbera d'Asti DOCG Superiore Nizza Generala vitigno Barbera (Nizza ha la qualità maggiore in quanto al centro dei 18 comuni previsti dal disciplinare) - 6 mesi in barrique, 6 mesi botti grandi, 6 mesi in bottiglia;
  • Barbaresco DOCG Mantico 2014 vitigno nebbiolo viene "fornito" in quanto non hanno cascine e fa affinamento 24 mesi in botti grandi;
  • Barolo DOCG Badarina 2011 vitigno nebbiolo 9 mesi in barrique, poi 30 mesi in botti grandi e 6 mesi bottiglia;
  • Barolo DOCG Badarina Riserva 2010 vitigno nebbiolo, 5 anni solo legno di cui 8 mesi barrique restanti in botti grandi.

Le competenze e la passione dell'enologo ci hanno coinvolti per tutta la degustazione enfatizzando la qualità di questi prodotti che rappresentano un fiore all'occhiello non solo di questo importante territorio, ma di tutta Italia.

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