Carnet di viaggio
Dalla redazione
sabato 29 luglio 2023

Chi non Ischia non ostrica

Se dovessero chiedermi un colore per descrivere Ischia non avrei dubbi a rispondere VERDE

Alberto Costa


Andiamo per gradi. Tappa odierna addì 19/06/2023 è Ischia, la più grande e popolosa tra le isole Flegree toccate durante lo splendido tour estivo in Costiera Amalfitana. 
Si sa, il mare mette fame, così ci viene voglia di ostriche. Decidiamo di ormeggiare sotto il maestoso Castello Aragonese, con sbarco sull’omonimo pontile. Qui colgo il primo verde cui accennavo: i riflessi sono di uno smeraldo purissimo, appena rotti dal bianco dell’onda generata dallo scafo del piccolo tender che placidamente vi scivola sopra. Ancora in navigazione e, volgendo lo sguardo a sud-ovest, vengo catturato dal panorama di Piano Liguori, spalleggiato dal Monte Vezzi; ma il re d’altura isolana è il Monte Epomeo.

Prima tappa, una pescheria locale consigliata dal verace e loquacissimo guagliò Vincé che ci fa da taxista e guida per l’acquisto degli agognati molluschi bivalvi. È proprio ammirando i versanti del massiccio di ben 787 metri di altitudine che la stupefacente quantità di boschi, vigneti e di macchia mediterranea mi fa sovvenire come quest’isola sia ricoperta di verde.
Osservando bene, non è solo la veste vegetativa a caratterizzarne la tinta, è proprio la roccia affiorante sulla quale si sviluppa, a ricordarmelo così nettamente: si tratta di tufo verde usato nelle parracine, muretti a secco che formano i terrazzamenti dove viene allevata l'uva ischitana. Nella stupenda chiesa di S. Ciro interamente costruita in blocchi serpentini e financo nelle massicciate stradali che delimitano la tortuosa e trafficatissima strada che ci sta portando alla cantina Casa d’Ambra.
Eh sì, perché da sommelier è questa la vera meta dell’incursione terrestre nell’isola. Ma perché proprio questa cantina? Ne è causa l’arcinoto abbinamento Ostriche & Champagne: la sera prima l’occhio mi era infatti caduto sulla forma dell’etichetta di Frassitelli, cru della ultracentenaria casa vinicola partenopea, che richiamava un inconfondibile scudetto transalpino, ancor oggi iconico nel mondo delle bolle. Scopro che da un casuale incontro, avvenuto molti anni fa in un caffè di Napoli, monsieur Chandon in persona concesse a Mario D’Ambra, figlio del fondatore Don Ciccio, l’uso dello scudetto a patto che non venisse apposto sui vini spumanti (incredibile ma vero, ad Ischia si producevano anche quelli). Lo stesso veniva quindi arricchito da un disegno, suggerito niente di meno che dal regista Luchino Visconti.
Faticosissima vendemmia manuale, trasporto con funamboliche monorotaie, declivi scoscesi, scale di pietra, sole rovente, ricco patrimonio di uve autoctone, umanità, amore per la propria terra, spirito di sopravvivenza, sfida, eroismo: queste le premesse con cui mi sono approcciato agli assaggi che mi hanno decisamente soddisfatto, anche grazie all’infinita pazienza e competenza di Maria Rosaria che, somministrandomi i vini, ha anche saputo soddisfare la mia infinita sete di curiosità. Di seguito qualche nota di assaggio:

FORASTERA 2022, 100% Forastera
PCW - Personal Confort Wine: verace e schietto, perfetto nella sua semplicità, giocato su note fruttate e mediterranee con tocco amaricante. Semplice con pericoloso effetto cannuccia abbinato al pesce crudo.

FRASSITELLI 2022, 100% Biancolella
Localmente chiamato il pulitore: il gemello diverso autoctono, con patrimonio aromatico più rotondo e suggestionante maggior complessità e cremosità, è foriero di note salmastre e tropical con un chiaro richiamo alla ginestra; c’è più ambizione al palato e a tavola è il partner perfetto per un coniglio all’ischitana.

PER”E PALUMMO 2022, 100% Piedirosso
Nomen omen: come “u palummo” tuba con il naso provocando un’incessante e leggiadro moto perpetuo di olfazioni del calice proponendo ricche note fruttate e sulfuree; di inattesa, quanto piacevole, leggerezza palatina, è estremamente gastronomico. Tagliere di salumi e formaggi freschi. 

VIGNA MILLE ANNI 2020, %ND, Pedirosso - Cabernet Souvignon - Aglianico
Evocativo dicotomico: fuori strada pensare ad un opulento nettare proveniente da vigne la cui esistenza è documentata risalire ad oltre 1000 anni fa; è, invece, un vino fresco e giovane, fruttato, con la tipica soleggiata intensità e struttura del Sud, di interessante persistenza. Linguina al ragù di coniglio.

MARIO D’AMBRA 2019, 50% Guarnaccia - 50% Piedirosso
Red carpet ischitano: come un elegante VIP, fa ammirare le sue sinuose sembianze rubine nel bicchiere; all’olfatto non tradisce la sua origine vulcanica con uno sbuffo di zolfanello e incede rapido e sicuro nella sua passerella palatina lasciando percepire un sottilissimo, quanto piccante, tannino. Tagliatella al ragù di cinghiale.

GOCCE D’AMBRA
Il vino è la luce del sole tenuta insieme dall’acqua (cit. Galileo): liberatorio, quasi tormentante il palato dall’infinito e crescente ritorno di sentori dell’appassimento di selezionate uve della cantina, una vera 'ndrezzata in bocca. Non conosce la parola stucchevole, da meditazione.

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