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Dalla redazione
lunedì 13 luglio 2015

L'altra faccia del Lambrusco

Tutti conosciamo il Lambrusco come vino fresco, piacevole, frizzante e da consumarsi giovane. Per sfatare questo mito la delegazione Ais di Verona ha organizzato una serata dedicata alla Vitis Labrusca.

Ivana Guantiero


L'evento si è svolto martedì 30 giugno presso l’Hotel Parchi del Garda, ottima location per una serata che ha raccolto unanimi consensi da parte di tutti i partecipanti.

Grande conoscitore delle terre del Lambrusco, Matteo Pessina, che ama definirsi "uomo del Po", ha preparato per la serata un eterogeneo panorama di Lambruschi. Matteo ci narra che il Lambrusco è sempre stato considerato dagli emiliani una bevanda quotidiana, un vino popolare, ma che ora le cose stanno cambiando. Ci sono produttori che si sono stancati di proporre questo genere di vino e che attraverso lo studio del territorio e dei vitigni stanno cercando di capire quali altri prodotti può offrire la Vitis Labrusca.
 
Questa voglia di cambiamento dei produttori, unita all'evoluzione del gusto del consumatore,che consuma meno ma è sempre più attento alle novità, ha portato alla nascita di questi nuovi stili. Largo quindi alle rifermentazioni in bottiglia "come facevano i nostri nonni, attendendo i tempi della natura", dismissione dei lieviti selezionati a favore di una fermentazione spontanea con lieviti autoctoni, diminuzione dell'uso dei solfiti, riscoperta di varietà minori, vinificazione in purezza delle varietà di lambrusco fino ad arrivare a Lambruschi creati per essere bevuti dopo 4-5 anni con evoluzioni fino ad ora sconosciute.
 
Giuseppe Fontana di Tenuta La Piccola e Marco Storchi, di Azienda Agricola Storchi, ci raccontano la difficoltà di comunicare questi prodotti che vengono visti come “oppositori” alla tradizione ma che in realtà ne sono solo un completamento, uno stile diverso dovuto alla naturale evoluzione del tempo che passa.
 
In chiusura di serata Giuseppe Fontana ci confessa: “questo è quello che so fare con la mia terra. A volte ti rispondono che questo non è Lambrusco e questo ti fa male”. A questi produttori, convinti delle loro scelte e perseveranti nel cammino che hanno scelto, va il nostro plauso. Senza di loro questo Lambrusco non avrebbe visto la luce.

 

Abbiamo degustato otto vini, otto modi diversi di interpretare il vitigno e il territorio ognuno con un suo carattere distintivo.

Leclisse 2014 – Paltrinieri
Lambrusco di Sorbara in purezza per uno vino rosa brillante, con una delicata bollicina e una grande eleganza.

 

Picol Ross 2014 – Tenuta La Piccola
Lambrusco ottenuto dalla varietà  Picol Ross, molto rara, che conferisce al vino un profumo rustico e terroso e un gusto particolarmente persistente.
 

Canova 2014  - Fattoria Moretto
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro in purezza, un vino che parla con spiccato accento modenese, che affascina con un dolci profumi di budino per poi stupire con un gusto diretto e serio.

 

Marc’Aurelio 2013 – Crocizia
Da uve Lambrusco Maestri in purezza, coltivate con agricoltura biologica a  450 metri di altitudine nella provincia di Parma e  prodotto con l’antico metodo della rifermentazione in bottiglia. Il colore molto concentrato preannuncia un lambrusco potente e ampio, confermando questa anticipazione al palato.

 

Foglia 2011 – Miglioli Angelo
Dalla famosa  varietà Viadanese della provincia di Mantova. Sensazione selvatica e boscosa messa ancor più in risalto dalla rifermentazione in bottiglia.

 

Albone 2009 – Podere il Saliceto
Da uve lambrusco Salamino e prodotto con il metodo Charmat. Lascia tutti a bocca aperta la piacevolezza e la fragranza che ancora conserva questo vino che era stato concepito per un consumo immediato. Ci fa riflettere sulle potenzialità di questo vitigno.

 

Montericco di Aljano 2009 – Tenuta di Aljano
Da uve Lambrusco Montericco del reggiano arriva uno spumante Metodo Classico che si è affinato per tre anni sui lieviti, a testimoniare che il lambrusco si presta anche all’eleganza di questo metodo.

 

Pozzoferrato 2008 – Storchi
Base Ancellotta, un’uva considerata storicamente complementare ai Lambruschi di cui ammorbidisce il carattere, qui vinificata insieme a Lambrusco Salamino e Maestri. Anche qui troviamo una rifermentazione in bottiglia che dà vita a un vino fermo, complesso nei profumi, con sentori di frutta, spezie, caffè e note tostate. Bocca setosa e vellutata. Una bella dimostrazione di come il lambrusco sia un vino che può evolvere nel tempo.

 

Tutte le foto dell'evento sono visibli sul nostro album Flickr
 

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