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L'Islanda in cantina

Tra ghiacci e vigne: l’Islanda raccontata nei Colli di Berici

Strana accoppiata, verrebbe da dire: cosa c’entra l’Islanda con i Colli Berici?

Eppure, lunedì 9 giugno ho avuto modo di scoprirlo: sono stata invitata a una conferenza dedicata proprio all’Islanda. 

L’incontro si è tenuto nella Cantina Pegoraro, una piccola realtà a conduzione familiare che nei suoi sei ettari di vigneto valorizza i principali vitigni locali: tai, tai rosso e garganega; affiancati da varietà internazionali di merlot, syrah e cabernet. La cantina si trova a Barbarano Mossano VI, nel cuore dei Colli Berici, dove il fascino di un antico convento di monache del XIII secolo ha fatto da cornice a un viaggio immaginario verso nord, fin quasi a sfiorare il Polo. 

L’Islanda, va detto, non si trova esattamente al Polo Nord, ma è abbastanza vicina da evocare terre di ghiaccio e silenzi infinti. È uno dei luoghi abitati più a nord del mondo, e la sua atmosfera, fatta di natura estrema, ci ha raggiunti con sorprendente intensità anche tra le dolci colline venete.

Il relatore dell’evento, il geologo dr. Paolo Cortini, ci ha spiegato che l’Islanda è l’unica isola interamente vulcanica più grande della Terra, generata dalle eruzioni vulcaniche che si verificano da circa 20 milioni di anni, quindi, un’isola giovanissima visto che è l’ultimo battito di ciglia del nostro pianeta, pensate, che in Italia, non ci sono fenomeni geologici evidenti più giovani, quindi, quando ancora l’Islanda non esisteva l’Italia aveva già la conformazione attuale tranne, forse, per le isole Eolie che non erano ancora emerse.

Tutto ciò che si trova in mezzo all’Atlantico è di origine vulcanica e, vicino a noi, intorno all’Europa troviamo le Canarie, le Azzorre, Capo Verde e poi, più a nord, l’Islanda che è la più grande di tutte queste isole.

L’Islanda è un paese particolarmente interessante anche dal punto di vista climatico. L’oceano Atlantico, infatti, è l’unico oceano sulla Terra che collega direttamente le due zone più fredde del pianeta — la calotta antartica e quella artica — con la fascia intertropicale, ovvero la zona più calda del globo. 

Di conseguenza, l’acqua dell’Atlantico è soggetta a una notevole escursione termica e a un'irradiamento solare estremamente variabile tra le sue parti settentrionali e meridionali. Nonostante ciò, il clima islandese rimane generalmente freddo, caratterizzato da inverni lunghi e da una massiccia presenza di ghiacciai, soprattutto nelle zone interne dell’isola. Il loro scioglimento, unito alle abbondanti precipitazioni, dà origine a numerosi corsi d’acqua, laghi e stagni. La costa islandese è caraterizzata da imponenti lingue di ghiaccio che si spingono verso valle, trasportando enormi quantità d'acqua. Queste acque danno origine a torrenti impetuosi che attraversano spettacolari canyon e si diffondono in sconfinate praterie. 

In Islanda si trovano circa 130 vulcani, di cui una trentina sono ancora attivi. L’attività vulcanica è una delle caratteristiche naturali più impressionanti del Paese. Quest’isola ha un’altra particolarità: la significativa presenza di acque calde naturali, dovute al magma situato sotto la sottile crosta terrestre che riscalda il suolo e dà origine a sorgenti termali e geyser.  Inoltre, in molte aree del territorio si estende la tundra, dove in molte zone il terreno è perennemente ghiacciato, dando vita a paesaggi selvaggi.

Dopo aver ascoltato una panoramica iniziale sugli aspetti geologici islandesi ho colto l’occasione per chiedere al relatore: “Se gli islandesi consumano il vino abitualmente?”

Il dr. Cortini mi ha riferito che il rapporto degli islandesi con l’alcol è sempre stato piuttosto complicato. Per molti anni, infatti, era vietata la produzione e il consumo di bevande alcoliche. L’ultimo divieto, quello sulla birra, è stato eliminato solo nel 1989.

Durante i divieti, molti islandesi producevano alcol in casa, come il "Landi", una specie di acquavite molto forte a base di patate o cereali e aromatizzata con erbe locali, essendo clandestino poteva contenere metanolo, una sostanza tossica.

Oggi la situazione è cambiata: si bevono vino, birra e superalcolici provenienti da tutto il mondo. La birra islandese, invece, è prodotta localmente in molte varianti, alcuni birrifici utilizzano il calore della terra per i processi di produzione -l’acqua geotermica- oltre ad aromatizzare questa bevanda con erbe artiche, alghe o persino liquirizia islandese, non solo, si producono anche birre affumicate o ispirate alla tradizione vichinga.

Il vino si consuma, ma non c’è una cultura radicata: si beve soprattutto vino internazionale e di qualità media. Inoltre, l’importazione è regolata da leggi severe e da un sistema di quote gestito dallo Stato.

Al termine della conferenza la famiglia Pegoraro ci ha intrattenuto con una degustazione dei vini:

ALVEI SPUMANTE BRUT Met. Martinotti 100% garganega

Calice dal perlage vivace e persistente, note fruttate fresche e croccanti di mela e mandorla bianca. Il delicato floreale di zagara e acacia accompagna un sorso brioso.

ROSÉ SPUMANTE BRUT Met. Martinotti  100% Tai Rosso

L’intensità e la finezza dell’effervescenza incalza garbati profumi di fragoline di bosco uniti a ricordi di erbe aromatiche di timo e lavanda. L’assaggio è dinamico e fresco con un piacevole finale ammandorlato. 

TAI ROSSO DOC Colli Berici 2023 tit. alc. 13%

Rubino luminoso di buona consistenza, distinti sentori di ciliegia e lampone aprono a un floreale di rosa, spunti pepati e un leggero effluvio di macchia mediterranea rendono il sorso fresco, dal tannino delicato e ben integrato da una piacevole sapidità. 

 

 

Pubblicato: 26 agosto 2025
Autore: Catia Nassi
Provincia: Padova
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