Carnet di viaggio
Dalla redazione
mercoledì 1 febbraio 2017

Château d'Yquem 1947, l’incontro

Sorprendenti coincidenze di un viaggio a Parigi

Stefano Cipolato


L'incontro è nato cosi, per caso. Inaspettato. Certo, ero sicuro di passare una bella serata, come potrebbe essere altrimenti? Parigi, assieme a mia moglie, Le petit Sud-Ouest, ristorante che conosciamo bene, foie gras, Maigret de Canard, les truffles e poi Christian e Chantal, maestri nel saper ricevere e ospitare i loro clienti.
"Sarà una serata divertente anche per te Stefano" mi disse Chantal. "Je suis sûr de ça" risposi "comme d'habitude!"
Champagne pour apéro
e poi ancora S. Emilion Château Villardhy Grand Cru 2009, ah! La belle vie! Il ristorante prende vita, si anima, parigini, turisti, leggo nei loro occhi il loro agio, il sentirsi a casa. Che bravi Chantal e Christian, chapeau!!

Al tavolo a fianco il nostro si accomoda un distinto signore di mezza età, francese. "C'est un commerçant de grands vins de France" mi sussurra all'orecchio Chantal "é il solo cliente a cui permetto di portare del vino nel mio ristorante. Il a toujours des belles surprises" gli occhi di Chantal hanno una luce strana, brillano.
Arriva un’altra coppia, si accomoda con il commerciante di vino. Escono i vini dalla borsa. Sbircio al tavolo con nonchalance: Les Forts de Latour '90, Château Baron de Pichon de Longueville '91. ”Pas mal” penso... che bello! Piccole grandi gioie della vita.
Dalla borsa sbuca il collo di una terza bottiglia, una Magnum... Bianco?, che colore!!! Non riesco a capire, resto vigile. "Et voilà...la trilogie de foie gras!" Chantal ci presenta questa delizia: demie cuit avec sale de Maldon, en terrine et escalope de fois sur toast et compote de pommes. Le mie papille pregustano già questa delizia. Cominciamo. Chantal resta con noi, parliamo di vino, passione che condividiamo. Scatta la "trappola" al commerciante! “Ah monsieur! Mais vous êtes d'Italie?" chiede lui "Amarone! Prosecco! Barolo!" "Sì" rispondo. Parliamo di vini, Bordeaux, Franciacorta, Alsace di vecchi e rari vitigni. Continuo a mangiare, poi ad un tratto succede. "Monsieur!!! Tenez!! Sur vôtre foie gras."

Prendo il bicchiere offertomi. Accenno ad un "merci Monsieur" ma credo di non aver finito la frase. Guardo al colore del nettare dentro al bicchiere. Spero, ci penso... i miei sensi sono in allerta, quel color rame antico, intenso, compatto e senza cedimenti, caldo nella tonalità e ancora luminoso. Il commerciante, Chantal, i clienti, tutti sfumano dalla mia mente, rimango solo con il nettare nel bicchiere che si muove lento e sinuoso, gli archetti disegnati al righello, ravvicinati, scendono con passo lento e maestoso. La mia mente viaggia. Prospetto avvolgenze agrumate, freschezze, scie sapide. Trepidante e voglioso di carpire di più lo avvicino al naso. Si presenta con la personalità di chi la sa lunga, con classe aristocratica, ampio, senza mostrar muscoli ma sicuro di chi ha storia ed esperienza da raccontare. Classe, finezza, personalità, dolce e salato. Sabbia, frutta candita, albicocca e scorza d'arancio. Appare l'etereo, Bostik, salamoia di olive verdi, l'orzo, le spezie, lo zafferano e poi ancora il miele ai fiori d'arancio, le erbe aromatiche, la menta, la salvia, i fiori gialli secchi, il tutto accompagnato da scie sapide minerali. Salivazione. Caleidoscopico. Stratificato.

Resto basito dinanzi a tanta classe e alla capacità di farsi capire in mezzo alla folla senza alzare la voce. Voglio assaggiarlo consapevole e dispiaciuto del fatto che ce ne sarà di meno poi nel bicchiere. Non resisto, in bocca vi sono un perfetto equilibrio e l'armonia. La dolce morbidezza della maturità, la fresca verve di chi sa di essere unico e di "sapere più di noi". Orzo, agrumi e l'infinita persistenza a ricordare il marron glacé. Poesia. "Monsieur!! Monsieur!! Est que ça vous plait le vin?” Da lontano la voce del commerçant de vin mi riporta alla realtà. Apro gli occhi il ristorante è pieno, Laura, mia moglie, mi guarda e mi sussurra “ben tornato!!" "Posso vedere l'etichetta s’il vous plaÎt?" Mi siedo. Penso agli amici, ai colleghi sommelier, penso a quel treno che passa una volta sola nella vita, ed io a bordo seduto con in mano un calice di Château d'Yquem 1947. Io c'ero.

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