Esaltare il limite
Ancestrale è il termine che Albino Armani usa più volentieri per descrivere il vigneto di Borghetto, nel cuore della Valdadige, dove dimorano viti prefillosseriche di lambrusco a foglia frastagliata (o enantio). Camminare tra queste viti è un’esperienza unica: hanno più di cent’anni, sono piantate a piede franco sul suolo di sabbia e limo e disposte in larghi filari, perché un tempo la terra serviva anche a coltivare legumi e patate. Al centro, quasi a testimoniare lo scorrere del tempo, sorge un cippo in pietra che segnava il confine italiano con le terre austro ungariche.
“È il vigneto il soggetto dirimente – racconta Albino – e ci dice che cosa dà. Queste vigne, sopravvissute alla fillossera e a due guerre mondiali, con una densità molto bassa di ceppi per ettaro, rappresentano un limite: non possono dare di più – vini corposi e concentrati - se non intervenendo pesantemente”.
Dal rispetto e quasi, potremmo dire, dall’esaltazione di questo limite nasce il Foja Zicolà, (Foglia Frastagliata nel dialetto locale), un vino rosato, prodotto come in Valdadige si usava nel Novecento: leggero, essenziale, fresco, grazie alla vivace acidità e alla tannicità proprie della varietà.
Un vino della tradizione, dunque, che Federico, a fianco del padre in azienda, definisce “memoria liquida”, perché custodisce una storia agricola e culturale irripetibile. Proprio per questo, il nuovo vino è parte della linea aziendale della Conservatoria, come già il Foja Tonda e la Nera dei Baisi, espressioni di varietà autoctone da salvaguardare. È tuttavia anche un vino contemporaneo, con il grado alcolico contenuto e la struttura leggera, caratterizzata da freschezza e sapidità. In poche parole, un vino che omaggia la tradizione dei nonni ma che può parlare anche alle giovani generazioni.
Le uve sono raccolte a mano e diraspate; segue la macerazione a freddo sulle bucce per qualche ora, prima della spremitura. La fermentazione e l’ affinamento avvengono in acciaio.
Suadente la tonalità fiore di pesco, luminosa e delicata. Sottile ma incisiva la palette odorosa, giocata su toni fruttati di ribes e litchi e leggeri ricordi floreali e speziati di petali e legno di rosa. Al palato rivela l’anima muscolare della varietà, che ha spessore e sostanza e che qui, inespressa, si declina in una progressione fresca e delicatamente tannica. Bel finale sapido e persistente su accenni balsamici e mentolati.
La produzione è limitata a sole 3.000 bottiglie numerate e impreziosite da un’etichetta molto particolare, dal contorno frastagliato. Vi sono riprodotti alcuni stralci di testi ottocenteschi che per la prima volta descrivevano la fillossera e il valore dei terreni sabbiosi. Un’idea che nasce dal lavoro di ricerca compiuto da Federico Armani presso la Biblioteca dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona.
Quale abbinamento gastronomico per questo autentico sorso di storia? Salumi e formaggi o cucina orientale, ci suggerisce la scheda tecnica. A noi piace pensare che ci si possa abbinare, come in una sorta di madeleine proustiana, il nostro cibo della memoria, qualunque esso sia.
Prezzo: 16,50 € - 750 ml
Albino Armani – Viticoltori dal 1607
Località Ceradello
Via Ceradello, 401
37020 Dolcè (VR)
Tel. 045 7290023