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Esaltare il limite

Foja Zicolà 2024, Lambrusco a Foglia Frastagliata Rosato Albino Armani – Vigneti delle Dolomiti IGT

Ancestrale è il termine che Albino Armani usa più volentieri per descrivere il vigneto di Borghetto, nel cuore della Valdadige, dove dimorano viti prefillosseriche di lambrusco a foglia frastagliata (o enantio). Camminare tra queste viti è un’esperienza unica: hanno più di cent’anni, sono piantate a piede franco sul suolo di sabbia e limo e disposte in larghi filari, perché un tempo la terra serviva anche a coltivare legumi e patate. Al centro, quasi a testimoniare lo scorrere del tempo, sorge un cippo in pietra che segnava il confine italiano con le terre austro ungariche.

“È il vigneto il soggetto dirimente – racconta Albino – e ci dice che cosa dà. Queste vigne, sopravvissute alla fillossera e a due guerre mondiali, con una densità molto bassa di ceppi per ettaro, rappresentano un limite: non possono dare di più – vini corposi e concentrati - se non intervenendo pesantemente”.

Dal rispetto e quasi, potremmo dire, dall’esaltazione di questo limite nasce il Foja Zicolà, (Foglia Frastagliata nel dialetto locale), un vino rosato, prodotto come in Valdadige si usava nel Novecento: leggero, essenziale, fresco, grazie alla vivace acidità e alla tannicità proprie della varietà.

Un vino della tradizione, dunque,  che Federico, a fianco del padre in azienda, definisce  “memoria liquida”, perché custodisce una storia agricola e culturale irripetibile.  Proprio per questo, il nuovo vino è parte della linea aziendale della Conservatoria, come già  il Foja Tonda e la Nera dei Baisi,  espressioni di varietà autoctone da salvaguardare. È tuttavia anche un vino contemporaneo, con il grado alcolico contenuto e la struttura leggera, caratterizzata da freschezza e sapidità. In poche parole, un vino che omaggia la tradizione dei nonni ma che può parlare anche alle giovani generazioni. 

Le uve sono raccolte a mano e diraspate; segue la macerazione a freddo sulle bucce per qualche ora, prima della spremitura. La fermentazione e l’ affinamento avvengono in acciaio.

Suadente la tonalità fiore di pesco, luminosa e delicata. Sottile ma incisiva la palette odorosa, giocata su toni fruttati di ribes e litchi e leggeri ricordi floreali e speziati di  petali e legno di rosa. Al palato rivela l’anima muscolare della varietà, che ha spessore e sostanza e che qui, inespressa, si declina in una progressione fresca e delicatamente tannica. Bel finale sapido e persistente su accenni balsamici e mentolati.

La produzione è limitata a sole 3.000 bottiglie numerate e impreziosite da un’etichetta molto particolare, dal contorno frastagliato. Vi sono riprodotti alcuni stralci di testi ottocenteschi che per la prima volta descrivevano la fillossera e il valore dei terreni sabbiosi. Un’idea che nasce dal lavoro di ricerca compiuto da Federico Armani presso la Biblioteca dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona.

Quale abbinamento gastronomico per questo autentico sorso di storia? Salumi e formaggi o cucina orientale, ci suggerisce la scheda tecnica. A noi piace pensare che ci si possa abbinare, come in una sorta di madeleine proustiana, il nostro cibo della memoria, qualunque esso sia.

Prezzo:  16,50 €  - 750 ml

Albino Armani – Viticoltori dal 1607

Località Ceradello

Via Ceradello, 401

37020 Dolcè (VR)

Tel. 045 7290023

www.albinoarmani.com

info@albinoarmani.com

Pubblicato: 2 giugno 2025
Autore: Maria Grazia Melegari
Provincia: Verona
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