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Estate 2025: va’ dove ti porta… il vino

Quattro destinazioni per una pausa estiva alla scoperta - o riscoperta - del Veneto enologico: mare, lago, montagna e città d’arte

Quando si avvicina l’estate, la tentazione è spesso quella di fuggire verso mete esotiche. Eppure, per noi appassionati di vino, questa stagione può diventare un’occasione preziosa di approfondimento e crescita, semplicemente seguendo il filo della cultura enologica all’interno della nostra regione. Il Veneto offre, in questo senso, un panorama straordinariamente ricco e sfaccettato.

Visitare un’area vinicola significa incontrare il vino là dove nasce e comprenderne le sfumature non solo nel calice, ma anche nel paesaggio, nelle voci e nei gesti che lo circondano. Ogni sorso acquista così densità, profondità e coerenza. Per il sommelier, questa esperienza è un ritorno all’origine del sapere: il vino, prima di essere tecnica o valutazione, è un'espressione viva del proprio contesto.

Una vacanza all’insegna del vino non si esaurisce però nella degustazione. I territori vitivinicoli del Veneto sono costellati di bellezze naturali, culturali e artistiche capaci di coinvolgere e appassionare anche chi non ha una formazione tecnica. Ogni meta può diventare un’esperienza condivisa con famiglie e amici, equilibrata tra curiosità enologica e gusto del viaggio.

Non dimentichiamo poi che scegliere il Veneto come destinazione significa anche partecipare attivamente alla valorizzazione della cultura locale. Ogni visita consapevole e ogni calice degustato con attenzione contribuiscono oggi a sostenere l’enoturismo in un momento storico in cui l’identità agricola e culturale delle nostre zone ha bisogno di voci informate e coinvolte.

Ho dunque pensato di proporre, per chi ha la possibilità di pianificare una pausa estiva, quattro destinazioni esemplari in altrettante aree della regione: mare, lago, montagna e città d’arte. Quattro scenari diversi, ciascuno con una propria identità enologica e una proposta di scoperta capace di unire conoscenza e piacere.

Mare: litorale del Lison-Pramaggiore, provincia di Venezia

Pochi territori sanno coniugare il richiamo del mare con una vocazione vinicola così radicata come il comprensorio del Lison-Pramaggiore. A breve distanza dalle spiagge di Caorle e Bibione, tra pinete costiere e paesaggi bonificati, si estende una pianura ricca di storia agraria, segnata da una viticoltura ordinata. È in questo contesto che il Tai assume un profilo particolarmente distintivo: il respiro salmastro del vicino Adriatico, la luminosità diffusa, i venti regolari e i terreni calcareo-argillosi concorrono a definire una versione del vitigno snella, salina e fresca, con accenti erbacei e mandorlati che parlano chiaramente del territorio.

Per chi accompagna il sommelier in viaggio, la zona offre spunti di grande interesse: lunghe piste ciclabili tra vigne e canali, oasi naturalistiche lungo le foci dei fiumi, e una costa che alterna stabilimenti attrezzati e scorci più selvaggi. Le vicine cittadine costiere conservano un’anima balneare discreta, ma anche piccoli nuclei storici, mercati e tradizioni gastronomiche legate alla pesca. È un contesto in cui il vino si inserisce in punta di piedi, come chi sa di essere parte di un ecosistema più ampio.

Un calice di Tai locale, fresco e sapido, trova un abbinamento ideale con una semplice “insalata di canoce”, piatto marinaro leggero e tipico delle tavole estive della costa.

Lago: area morenica del Garda veneto, provincia di Verona

Sul versante orientale del lago di Garda, il microclima lacustre – temperato, ventilato, con escursioni contenute – regala maturazioni più equilibrate e profili aromatici distintivi alle uve autoctone del veronese, in particolare corvina, rondinella e molinara. Qui i vini si distinguono per maggiore finezza, freschezza e una vena sapida che riflettono la presenza costante dell’acqua, l’intensità luminosa e la natura morenica dei suoli: meno concentrazione, più eleganza, in un’espressione del territorio che privilegia l’agilità al peso.

Per chi visita, l’area offre un equilibrio ideale tra scoperta e relax. Borghi lacustri come Bardolino e Lazise coniugano storia medievale e ospitalità moderna, mentre le passeggiate sul lungolago, le escursioni tra gli uliveti e i porticcioli animati al tramonto creano un’atmosfera sospesa. È una meta che coinvolge tutti i sensi: l’armonia del paesaggio si riflette nel calice, ma anche nella cucina locale, nei giardini botanici e nelle terme naturali.

Un Bardolino, servito leggermente più fresco del consueto, accompagna con naturalezza un'insalata di pesce di lago affumicato, perfetta per un pranzo estivo sul lungolago.

Montagna – Val Belluna e pedemontana feltrina (provincia di Belluno)

Nel cuore del Bellunese, tra i versanti più miti delle Dolomiti e il corridoio verde della Val Belluna, la viticoltura di montagna sta vivendo una fase di rinascita consapevole. Ne abbiamo parlato nell’ultimo numero di Vinetia Magazine, che dedica un ampio servizio a questo tema e che consiglio di leggere a chi non l’avesse ancora fatto.

L’influenza alpina e l’altitudine generano vini dalla particolare tensione acida, profili fragranti, alcol contenuto e la tipica nitidezza espressiva che la montagna sa restituire. Le forti escursioni termiche, la biodiversità ambientale e l’assenza di modelli produttivi intensivi favoriscono interpretazioni originali, spesso legate a vitigni minori o reintrodotti.

La destinazione è ideale per chi ama la montagna autentica. I centri storici di Feltre e Mel, le architetture rurali in pietra, le vie ferrate e i percorsi naturalistici lungo il Piave offrono esperienze culturali e paesaggistiche intense, anche per chi non ha un interesse diretto per il vino. 

I bianchi alpini della Val Belluna, dalle note agrumate e dalla vibrante acidità, si sposano bene con piatti leggeri ma ricchi di carattere come il “pastin” leggermente scottato con verdure di stagione, oppure con formaggi freschi della valle, serviti con erbe spontanee.

Città d’arte: Padova e Colli Euganei, provincia di Padova

Padova è una delle città d’arte più ricche d’Italia: custode del ciclo di affreschi di Giotto, sede di una delle università più antiche d’Europa, crocevia di pellegrinaggi, scienza e cultura. Una passeggiata tra Prato della Valle, il Caffè Pedrocchi, l’Orto Botanico UNESCO e le basiliche racconta secoli di civiltà e innovazione. Basta però volgere lo sguardo a sud per scorgere, a pochi chilometri, l’arco dei Colli Euganei: un paesaggio collinare armonioso e compatto, di origine vulcanica, che ospita da secoli una viticoltura profonda e stratificata.

Il Fior d’Arancio, versione locale da moscato giallo, trova negli Euganei una gamma di espressioni che va oltre l’aromaticità immediata. Nella versione spumante esprime freschezza floreale e bollicine sottili. Nella versione passita si arricchisce di complessità, con note di albicocca, miele e spezie. Nella versione secca, il confronto con la componente vulcanica dei suoli rivela una tensione acida e una struttura che ne fanno un bianco gastronomico.

I Colli Euganei conservano poi un patrimonio di vitigni autoctoni come pinella, pedevenda, serprina e moscato nero, spesso coltivati in piccoli appezzamenti e vinificati con approcci che recuperano tradizioni contadine: macerazioni prolungate, fermentazioni spontanee, utilizzo di anfore o legni vecchi. Al tempo stesso, la zona è oggi laboratorio di sperimentazioni che includono rifermentazioni in bottiglia, orange wines e tecniche di basso intervento.

Il Fior d’Arancio secco, con la sua aromaticità misurata e la spalla acida, si presta a esaltare una fresca insalata di gallina padovana lessata con sedano bianco di Chioggia. La versione passita, invece, è perfetta per una crostata con fichi e mandorle.

Che si tratti di qualche giorno o di una pausa più lunga, che lo si faccia da sommelier o da semplici accompagnatori, visitare il Veneto enologico in questo inizio d’estate 2025 significa alimentare la curiosità, vivere esperienze che arricchiscono e contribuire alla crescita della nostra regione. Con questo spirito, auguro a tutti una stagione di scoperta, riposo e, naturalmente, buon vino.

Pubblicato: 12 giugno 2025
Autore: Redazione
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