Merano Wine Festival 2025: Le degustazioni II parte
Claudia Garonzi
Dalla Toscana alle Marche, l’equilibrio tra terroir e modelli economici nel cuore enologico d’Italia.
Nel panorama vitivinicolo del Centro Italia emerge una traiettoria chiara: la ricerca di valore passa oggi più attraverso la credibilità territoriale che non la sperimentazione stilistica. I produttori di riferimento si muovono con lucidità gestionale, mantenendo un legame stretto con il suolo e con i tempi lunghi del capitale agrario.
In Toscana, Vecchie Terre di Montefili conferma la coerenza di un progetto solido. Il Bruno di Rocca 2020 (Cabernet Sauvignon 85%, Sangiovese 15%) rappresenta una traduzione moderna dell’identità chiantigiana, dove la precisione enologica di Serena Gusmeri incontra una filiera controllata e una strategia commerciale orientata ai mercati internazionali. La gestione misurata del legno e l’approccio agronomico a basso impatto delineano un modello
in cui equilibrio tecnico e solidità economica coincidono. Dalla costa, Tenute Lunelli riafferma con Auritea 2019 il potenziale del Cabernet Franc in Maremma. Il lavoro di zonazione condotto a Podernovo è un investimento di lungo periodo, pensato per costruire valore patrimoniale nel vigneto più che nel marchio. La struttura del vino, ampia e profonda, riflette un approccio d’impresa fondato su ricerca, capitalizzazione e identità territoriale.
L’Emilia-Romagna mostra un’economia vitivinicola integrata: poli di produzione diffusa, cooperazione estesa, ma anche isole di eccellenza. Tra queste spicca Cepparello 2022 di Isole e Olena, paradigma di sostenibilità economica applicata alla longevità del Sangiovese. Vinificazione rigorosa, affinamenti lunghi e posizionamento stabile sui mercati premium: un caso in cui la reputazione diventa il vero asset produttivo.
Nel Lazio, Casale del Giglio prosegue il suo percorso d’innovazione controllata. Radix 2020, da uve Bellone, ribadisce l’intuizione pionieristica della valorizzazione autoctona. Precisione tecnica e efficienza organizzativa rendono la cantina pontina un laboratorio competitivo, capace di unire accessibilità di prezzo e qualità percepita crescente.
L’Umbria, spesso compressa tra le regioni confinanti, punta su riconoscibilità e filiera corta. L’economia enologica locale si muove su modelli di prossimità, dove turismo e distribuzione diretta diventano leve di redditività più che di volume. Tenute di Saragano entra tra i Next Platinum con due etichette: Montefalco Sagrantino DOCG "TO BE" 2017, da pendii collinari ricchi di argille e scheletro, che danno struttura e volume e Montefalco Bianco DOC 2023, bianco fresco e sapido basato sulla verticalità.
Nelle Marche, Villa Bucci resta riferimento assoluto per coerenza tecnica e culturale. Il Verdicchio Classico Riserva 2021 è un bianco di struttura e memoria, simbolo di un’economia di valore costruita sull’inerzia positiva del marchio. Gianni Gasperi guida un’agronomia di disciplina quasi monastica, dimostrando come la longevità del Verdicchio possa trasformarsi in capitale immobilizzato nel tempo.
Più a sud, l’Abruzzo consolida il proprio posizionamento nel segmento medio-alto grazie a cooperative evolute e a una crescente attenzione alla microzonazione. Hadrianum porta in primo piano la via dei macerati. Naevia 2023 Colli Aprutini Pecorino Macerato IGT, anch'esso tra i Next Platinum, nasce da suoli calcareo-argillosi dei Colli Aprutini e da una macerazione in anfora e acciaio: vino teso e speziato, dal sorso asciutto e grintoso, con un tratto agrumato e leggermente tannico che ne allunga la bevuta.
Il Molise, pur marginale nei numeri, sviluppa un linguaggio imprenditoriale più consapevole, fondato su filiera corta e identità diretta. Triassi 2022 Osco / Terre degli Osci IGT di Tenimenti Grieco, segnalato tra i Next Platinum proviene da vigneti affacciati sull'adriatico, suoli calcarei ventilati: rosso morbido ed elegante, con una vena fresca e marina che rende il sorso scorrevole e contemporaneo.
Chiude il quadro la Basilicata, regione-ponte tra Centro e Sud, con Paternoster e il suo Barone Rotondo 2020 (Aglianico del Vulture Superiore DOCG). Qui la lettura economica coincide con quella geologica: terreni vulcanici, rese contenute e tempi di maturazione lunghi impongono un modello a redditività differita, ma ad altissimo valore simbolico. L’Aglianico diventa così garanzia patrimoniale più che semplice bene di consumo.
Nel complesso, l’asse centrale del vino italiano mostra una linea comune: crescita attraverso la stabilità. Un principio che trascende la moda e guarda al futuro con l’unico capitale davvero non negoziabile — la solidità del suolo.