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Dalla redazione
sabato 10 ottobre 2015

AIS Venezia alla scoperta del territorio

Un pomeriggio con l’azienda Mosole

Lorena Ceolin


Un nuovo incontro all’interno della DOCG Lison Pramaggiore, una nuova occasione per approfondire il territorio e per condividere con i colleghi la passione per il vino.

La tenuta di Lucio Mosole si trova a Corbolone, una piccola frazione di San Stino di Livenza e il suo accesso principale è proprio lungo il percorso enologico denominato ‘La strada dei vini’.

Per raggiungerla percorriamo un lungo stradone alberato in piena campagna, che passa attraverso vigneti ed altre colture tipiche in direzione Annone Veneto. Annone è una città di origine romana che deriva da ‘ad nonum lapidem’ ovvero la nona pietra miliare che ha ispirato Lucio Mosole nel denominare il suo vino passito AD NONAM, in ricordo del territorio e di una lingua antica. 
Un messaggio immediato, pratico, che va subito a segno per tutti e che delinea i caratteri di Lucio.

La tenuta si estende su circa 30 ettari, quasi tutti vitati a guyot, i terreni sono di origine argillosa e calcarea, su di essi viene praticata una concimazione organica da circa 7/8 anni ed interventi attenti all’equilibrio dell’ecosistema. La vendemmia è in parte manuale e in parte meccanizzata. Particolare attenzione viene posta in vigna, dove nasce il vino per poi evolvere e maturare in cantina.
Ad ogni vendemmia il viticoltore si mette alla prova, ogni annata è diversa e lascia qualcosa di utile per la successiva.
Lucio Mosole di vendemmie ne ha un bel po’ alle spalle eppure ad ogni appuntamento deve saper capire come sono le sue uve e che vino fare, che stile scegliere. Il suo stile è esprimere il suo territorio, la franchezza e la tipicità, esaltando al massimo i caratteri varietali del vitigno.
Facciamo tappa in cantina, modernamente attrezzata, dove Lucio segue personalmente tutte le fasi di cura e vinificazione del vino per poi passare alla barricaia, dove sostano ed evolvono i vini di punta dell’azienda.

Siamo tutti curiosi, ci vogliamo avvicinare alla sala degustazione, le bottiglie sono già disposte in fila e il primo vino che ci viene introdotto da Lucio è il ELEO annata 2013 (100% Lison), nome che nasce dalla fusione dei nomi dei suoi figli: Eleonora e Leonardo, i cui disegni hanno ispirato anche l’etichetta.
Un vivace giallo paglierino riempie i nostri calici, profuma prima di fiori bianchi, mescolati ad un sentore fruttato di pera, poi si esprimono piacevoli note di erbe aromatiche che ricordano la salvia e la mentuccia, per chiudere su un fondo che ricorda la mandorla. Al palato entra gentile, garbato, semplice e lineare, con una gradevole corrispondenza naso-bocca, noi ce lo immaginiamo accompagnato ad una bella spadellata di spaghetti e pevarasse, le vongole veraci.

“A tutti è dovuto il mattino, ad alcuni la notte e solo a pochi eletti la luce dell’ora prima, l’alba di un nuovo giorno”, con questa citazione ci viene introdotta la prima annata di HORA PRIMA (IGT Veneto Orientale 2012), un blended di Chardonnay, Tai e Sauvignon, ideato da Mosole con l’enologo Menotti.
Si presenta con preziosi riflessi dorati. Il naso è raffinatamente fruttato, aperto e sereno, quasi ‘ghiotto’. Ricordi di frutta tropicale e candita, leggera nota vanigliata, toni di erbe aromatiche si fondono con un’avvolgente tostatura. Al sorso è ricco e ben modulato, in ottimo equilibrio. Lo chardonnay (60% dell’uvaggio) matura circa 1 anno in tonneau con costanti battonage, il tai (35%) e il sauvignon (5%), quest’ultimo raccolto con vendemmia tardiva, sostano in acciaio.

A seguire il primo rosso, l’HORA SESTA (DOC Lison Pramaggiore), l’ora del convivio, l’annata è il 2011, si tratta di un assemblaggio di cabernet franc e carmenere, qui si esprime il carattere dei vitigni nella loro essenza.

Il colore è rosso rubino con riflessi di gioventù. Il naso è rustico, selvaggio, inconfondibile. Si parte da un cesto di piccoli frutti neri, che portano con sé anche le note della terrosità e del bosco da cui provengono. Un netto sentore erbaceo di erba appena falciata si interseca a note speziate piccanti. Il sapore è fresco e spontaneo, i tannini levigati. Buona persistenza, chiude con un leggero fondo amaricante di china.

Intanto si crea convivialità, si taglia del salame; Lucio non ci nasconde la sua passione per il vitigno Merlot, i suoi viaggi in Francia per approfondire le conoscenze enologiche, ne nasce un vino, l’AD NONAM (IGT Veneto Orientale), un merlot in purezza, noi degustiamo il 2009. Sicuramente una buona annata in cui si era raggiunta la piena maturazione fenolica, ne segue l’affinamento in barrique per 2 anni e l’intento di estrapolare il cuore profondo del Merlot.
Si presenta alla vista con un colore rosso rubino intenso. Al naso ricorda una macedonia sotto spirito di marasca, mirtillo e mora che si mescola con dei sentori di sottobosco, resina e speziatura dolce, come cannella e liquirizia, un vago ricordo di cioccolato mentolato. L’ingresso in bocca è importante, di corpo e allo stesso modo elegante e armonico. Il tannino levigato dona grande piacevolezza alla beva ed invita il palato ad un nuovo sorso.

Siamo quasi al termine della giornata si pensava di aver terminato la sequenza degustativa, ma Lucio ci concede una nuova emozione: l’AD NONAM PASSITO.
Due sono le annate che ci vengono versate nel calice il 2011 e il 2012. Quest’ultimo ha stoffa da vendere. Ci colpisce per la sua sontuosità. Ambra liquida brillante crea tensione sulle pareti del bicchiere, scorre lenta ed elegante esprime profondità. Una esplosione di frutta candita e disidratata, riconoscimenti di fico secco e dattero. Speziature di zafferano, note eteree. Invoglia al sorso che risulta armonico, avvolgente con acidità in perfetto equilibrio.

In questo calice ci sta tutta la sensibilità del produttore, tutti gli sforzi per esprimere la passione per il suo lavoro, il contatto con la terra e i suoi frutti, l’evoluzione e la pazienza di saper aspettare il momento giusto per stappare una bottiglia di pregio. Grazie Lucio per averci amichevolmente accolto in azienda, cercheremo di far tesoro delle nozioni apprese e ora sarà nostra premura comunicare il vino con entusiasmo ed impegno.


 

 

 

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