L'azienda Cavazza di Montebello Vicentino ha ospitato qualche giorno fa una verticale di Cabernet Tenuta Cicogna, un vino che non temiamo di definire iconico nella denominazione Colli Berici. L'occasione è stata data dalla comunicazione di un rebranding della ormai storica etichetta, ma l'evento ha anche celebrato storia ed identità territoriale di un’azienda a conduzione familiare che ha attraversato quattro generazioni e si sta avvicinando a festeggiare il centenario della sua fondazione.
Le origini della vocazione vitivinicola della famiglia Cavazza risalgono infatti al 1928, quando il bisnonno Giovanni Cavazza da Montecchia di Crosara in provincia di Verona approdò a Montebello Vicentino: le viti erano allora esclusivamente di garganega e allevate a pergola. Iniziò così l’avventura nel mondo del vino e, nel corso del successivo cinquantennio, i Cavazza divennero interpreti sempre più autorevoli della garganega nella denominazione Gambellara.
Nel 1987 venne acquistata la Tenuta Cicogna, ad Alonte, nei Colli Berici, intuendo le notevoli potenzialità di quel terroir collinare dove il substrato calcareo e il particolare microclima potevano giocare una partita vincente nella produzione di ottimi vini rossi, in particolare da varietà bordolesi. Ad oggi, i vigneti della tenuta ammontano a circa 40 ettari (su un totale aziendale di 130) e sono destinati esclusivamente a cabernet sauvignon, merlot e syrah.
Durante la degustazione Giancarlo Cavazza, che è il più giovane della terza generazione, Matteo e Stefano, che assieme a Elisa e Andrea sono i cugini alla guida dell’azienda e rappresentano la quarta generazione, hanno raccontato la filosofia e la storia produttiva dei rossi aziendali. Il punto di partenza è stato sicuramente essere consapevoli che la Tenuta era ad alta vocazione vitivinicola: si tratta infatti di una vera e propria “isola mediterranea”, molto calda, con scarsa piovosità. L'esposizione delle viti è a sud ovest, e nel corso del tempo anche i vigneti hanno subito un cambiamento: dalla pergola si è passati al cordone speronato e infine al guyot, a partire dagli anni 2000.
Anche nella tecnica produttiva sono avvenuti alcuni cambiamenti: fino al 1994 il Cabernet Cicogna oltre al cabernet sauvignon conteneva anche altre varietà come il cabernet franc e il carmenère. A partire da quella data si è impiegato solamente cabernet sauvignon. La maturazione continua a essere condotta per un anno in barrique da 228 litri sempre della stessa tonellerie francese. I legni sono di secondo o terzo passaggio tranne per un 30% nuovo, ma la tostatura, dal 2018 è passata da media a blonde (leggera). A seguire, sempre una sosta di ameno due anni in bottiglia.
Cabernet Tenuta Cicogna 2021 - anteprima
Amaranto di bella trasparenza, mostra una piena nitidezza aromatica, nessuna surmaturazione, acidità e tannino in rilievo e bene in equilibrio. Ampio al palato, risulta croccante e teso, con un risultato gustativo di grande eleganza che fa presagire una bella longevità. Una bottiglia che descrive un'annata pressoché perfetta e che sarà in commercio verso Natale.
Cabernet Cicogna 2020
Luminose trasparenze rubino, profumi più mediterranei rispetto al precedente e di frutta rossa matura. Il tannino è più arrotondato, lo scorrere sul palato è più largo, ma anche qui è ottimo l’equilibrio gustativo. Mostra come lo stile dei Cavazza sia quello di non intervenire con forzature, lasciando tempo al vino per procedere con lentezza: è un vino che si beve con molta soddisfazione adesso, ma che può essere dimenticato in cantina, dando così altre profonde soddisfazioni in futuro.
Cabernet Cicogna 2016
Un'annata molto vicina al 2020, complessivamente fresca, con un'estate calda senza eccessi e un settembre piovoso. Vendemmia il 10 ottobre (quanto precoci sono invece ora, un decennio dopo!).
Carminio di media fittezza con riflessi rubino. Conquista per l’ineccepibile eleganza, con la parte vegetale in evidenza ma non preponderante: peperone verde, erba tagliata. È una nota vegetale che dà originalità e dinamismo. il palato è scorrevole, pieno, di grande freschezza e persistenza.
Cabernet Cicogna 2006
Granato intenso e di luminosa trasparenza. Richiami olfattivi di tabacco, tamarindo uniti ad altri aromi terziari. Sul palato scorre slanciato, elegante, con un tannino leggermente polveroso e ben presente. Persistenza finale notevole su ricordi di frutta rossa matura e china. Il frutto è integro, maturo ma non cotto. Vino succoso, denso ed elegante, ancora vivo e non di certo arrivato al punto finale.
Cabernet Cicogna 2003
Come ben ricordiamo, la 2003 è stata un'annata caldissima. Il colore è granato fitto, le sfumature odorose spiccatamente fruttate richiamano calore. Sicuramente è più squadrato e meno sfaccettato dei precedenti, ma è incredibile la sua tenuta gustativa. L'acidità è meno incisiva: è un vino avvolgente, evoluto, mediamente persistente ma di certo non caduto.
Cabernet Cicogna, 1991
Questa bottiglia, che è di una delle prime annate prodotte, trasporta i fortunati partecipanti alla degustazione in un mondo che non c’è più: i vigneti della Tenuta erano ancora a pergola, le rese erano maggiori e il vino con 12% gradi alcol non era stato di certo pensato per durare nel tempo, ma per essere bevuto giovane. Il colore granato è molto scarico, si avverte sia al naso che al palato una più evidente nota vegetale di peperone arrosto, accompagnata in filigrana da note di erbe aromatiche. Eppure, il vino è ancora qui! Bevendolo ci si rende conto di quanto abbiano contato quel terroir, quell’esposizione e anche la vocazione e la perizia dei Cavazza, che già qui pongono le basi per i vini rossi importanti, eleganti, territoriali e quantomai longevi.
Fa particolarmente piacere citare la chiusura del comunicato stampa relativo all’evento:
“A conferma dell’attenzione dedicata alla linea Cicogna, Cavazza ha recentemente presentato un listino interamente riservato alle vecchie annate, frutto di un lungo lavoro di archiviazione iniziato con la terza generazione e oggi valorizzato dalla quarta. Una scelta inedita che sfida le consuetudini locali e che interpreta l’invecchiamento non come un limite, ma come un’opportunità per esaltare il territorio e i suoi vini. Con questa iniziativa l’azienda si posiziona tra le proposte di più alto livello, offrendo a professionisti e appassionati l’occasione di scoprire autentici gioielli enologici che risalgono fino alla fine degli anni ’80.”
Un sentito grazie alla famiglia Cavazza per l’invito e a Nicola Frasson per l’avvincente degustazione.