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Dalla redazione
martedì 8 marzo 2022

Passeggiando per Padova

Alla scoperta di donne straordinarie


Stefania Minante

 

Una passeggiata alla scoperta di donne straordinarie, la cui memoria è sbiadita nel tempo. A Padova, in Prato della Valle, una vasta piazza ellittica formata da un’isola centrale circondata da un canale, si affaccia la Basilica di Santa Giustina, a testimonianza della prima martire cristiana morta nel 304 D.C.: la prima santa protettrice della città che designerà Padova come meta di pellegrinaggio. Il primo sguardo sulla piazza si sofferma alle statue che ornano il doppio basamento del canale: sono ben settantotto a memoria di uomini illustri. Solo una donna, Gaspara Stampa (1523-1554), è ricordata nel piedistallo della statua di Andrea Briosco, importante scultore padovano del Cinquecento. Gaspara, proveniente da una famiglia facoltosa, ebbe un’adeguata istruzione. Innamorata di un uomo che non la corrispondeva, scrisse per amore e per passione un canzoniere di 218 sonetti, usando un linguaggio troppo libero a quei tempi per una donna. Non si sposò, morì probabilmente suicida.

All'epoca la donna aveva poco spazio sociale; lo studio era riservato alle figlie delle famiglie ricche e il fine ultimo era il matrimonio o il convento.

Giulia Bigolina (1518-1569), discendente di un'antica famiglia padovana, fu la prima romanziera italiana. Scrittrice apprezzata, il suo capolavoro il romanzo Urania, fu unico nel suo genere perché innovativo nella forma narrativa. Racconta un ipotetico viaggio in Italia di una poetessa travestita da uomo, sottolineando la differenza tra i sessi ed incoraggiando l’istruzione della donna. Giulia fu una donna rivoluzionaria nella scrittura e nei contenuti.

A palazzo Aganoor, edificio che si affaccia In Prato della Valle, nacque Vittoria Aganoor (1855-1910). Figlia di una famiglia di origine armena, visse in gioventù tra la casa natale, frequentata da insigni intellettuali, e la casa di villeggiatura sui colli Euganei tra i vigneti ad Arquà Petrarca. Visse una vita semplice; scrisse le sue composizioni facendole leggere agli amici letterati e pubblicò la sua prima opera nel 1900.  Dopo il matrimonio si trasferì a Perugia e poi a Roma, dove morì alla vigilia della pubblicazione della sua seconda opera.

A Vittoria Aganoor, Franco Zanovello, titolare dell’azienda vitivinicola Cà Lustra ha dedicato un vino rosato da uve merlot e cabernet raccolte dai vigneti di Arquà Petrarca. Un vino elegante, finemente complesso dai profumi fruttati di piccoli frutti di bosco e accenni di rosa selvatica.  

Lasciamo la piazza e proseguiamo per viuzze interne fino ad arrivare in via dell’Orto Botanico dove sorge Palazzo Tron, appartenuto alla omonima famiglia veneziana. La storia dei nobili Tron si incrocia con quella di una donna vissuta nel settecento Caterina Dolfin (1736-1793), scrittrice di sonetti, donna colta e brillante frequentatrice dei salotti padovani. Figlia del giurista Giovanni, ma proveniente da un ramo cadetto della famiglia, fu mandata in sposa ad un uomo a lei destinato. In seguito conobbe e si innamorò di Andrea Tron, per cui avviò la causa di annullamento del matrimonio perché impostole. Non fu un’impresa facile; subì una perquisizione da parte dell’Inquisizione veneziana, che le sequestrò i libri degli illuministi francesi. Ottenuto l’annullamento nel 1772 sposò il suo amato Andrea Tron.

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (1646-1684) visse nella cinquecentesca casa gentilizia di famiglia vicino alla Basilica di S.Antonio. Conosciuta come la prima donna laureata al mondo Elena, ragazza di grande talento fu avviata dal padre allo studio della teologia, del latino, greco, ebraico, spagnolo, francese, aramaico, dialettica e filosofia. Nel 1677 chiese di addottorarsi in teologia ma il Cardinale Gregorio Barbarigo non le concesse questa possibilità. Non potendosi laureare in teologia, scelse filosofia. Coseguì la laurea nel 1678.

La passeggiata continua in Via San Francesco, dove sorge la cittadella francescana oggi sede del Museo della Medicina. Qui incontriamo Sibilla De Cetto (1350-1421). Sibilla sposa Bonaccorso Nasieri, consigliere di Francesco da Carrara e porta in dote un notevole patrimonio. Dopo la morte del marito, condannato all’impiccagione per tradimento non accetta di essere stata privata della sua cospicua dote, ed inizia una causa per riavere tutte le sue proprietà. Tenace e forte combattente,ottiene la restituzione di tutto il suo patrimonio. Nel 1407 Sibilla e il secondo marito Baldo de Bonafini decisero di erigere l’Ospitale di San Francesco Grande con la chiesa. Sibilla fu una donna medioevale che lottò per riavere i suoi beni lasciandoli poi in beneficio alla comunità. Padova deve festeggiare le donne, ma soprattutto ricordarle per le loro grandi gesta.

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