Carnet di viaggio
Dalla redazione
martedì 13 ottobre 2015

AIS Rovigo tra la DOC Collio e la DOC Isonzo

Una giornata tra vigna, cantina e distilleria: Tenuta Villanova (GO)

Federica Fenzi


Uscita autunnale fuori porta per la delegazione di Rovigo, direzione Villanova di Farra (GO), ospite della Tenuta Villanova per una visita didattica. La cantina è situata su un piccolo altopiano a pochi chilometri dalla Slovenia e segna il confine tra due storiche zone DOC friulane, Collio (30%) ed Isonzo (70%). L’azienda nata nel 1499 è una realtà che ha 110 ettari vitati con una produzione di circa 600.000 bottiglie. Il percorso inizia con una sosta in vigna in compagnia del padrone di casa, il Sig. Alberto Grossi. Prima di immergersi tra i filari il gruppo viene accompagnato a vedere le Cannoniere della Pace sul vicino monte Fortin, di proprietà dell’azienda stessa, scenario del primo conflitto mondiale. In questi luoghi si è percepita l’ambientazione storica dei nostri nonni circondata da quei giovani vigneti che si affacciano sulla valle d’Isonzo. Calice in mano per immergersi negli adiacenti vigneti di ribolla gialla per un aperitivo di benvenuto: una location che ha fatto da sfondo per una degustazione originale di un prodotto spumante a base Pinot Nero (Villanova Brut). Questa etichetta viene aziendalmente definita “metodo villanova” in quanto dai primi del 900 il pinot nero segue un metodo di produzione che prevede dai 14-18 mesi di fermentazione in piccoli tini a pressione (piccole autoclavi di tipo artigianale) con 180 giorni di fermentazione. Dalla vigna alla cantina della Tenuta ove si osserva la tecnologia e la professionalità in contrapposizione alla tradizione, con un museo di antiche attrezzature usate sia nell’agricoltura che in cantina. Al fine di garantire gli standard di qualità, l’azienda ricerca nel suo percorso produttivo una lavorazione e conservazione dei prodotti in acciaio inox. Il percorso più suggestivo è la sosta nella barricaia, risalente alla metà del 700, dove sono custoditi i vini più pregiati dell’Azienda. Terminata la visita guidata ai locali della filiera produttiva, è seguita una tappa inderogabile per la degustazione di alcuni vini (Pinot 3; Malvasia DOC Friuli Isonzo; Friulano DOC Collio; Chardonnay Ronco Cucco; Pinot Grigio Ronco Cucco; Merlot DOC Collio). Peculiarità dell’Azienda, unica in regione, è l’essere dotata di una propria distilleria che con il proprio enotecnico, il mastro distillatore, la materia prima (vinacce e i mosti d’uva) e le conoscenze fisico chimiche hanno fornito un valore aggiunto alla qualità dei prodotti: in degustazione una grappa con vinacce miste bianche e nere e una grappa di Traminer.
Una giornata tra storia coltura e buon bere, un’ arricchimento culturale da ripetere.

 

Siamo tutti curiosi, ci vogliamo avvicinare alla sala degustazione, le bottiglie sono già disposte in fila e il primo vino che ci viene introdotto da Lucio è il ELEO annata 2013 (100% Lison), nome chenasce dalla fusione dei nomi dei suoi figli: Eleonora e Leonardo, i cui disegni hanno ispirato anche l’etichetta.
Un vivace giallo paglierino riempie i nostri calici, profuma prima di fiori bianchi, mescolati ad un sentore fruttato di pera, poi si esprimono piacevoli note di erbe aromatiche che ricordano la salvia e la mentuccia, per chiudere su un fondo che ricorda la mandorla. Al palato entra gentile, garbato, semplice e lineare, con una gradevole corrispondenza naso-bocca, noi ce lo immaginiamo accompagnato ad una bella spadellata di spaghetti e pevarasse, le vongole veraci.

“A tutti è dovuto il mattino, ad alcuni la notte e solo a pochi eletti la luce dell’ora prima, l’alba di un nuovo giorno”, con questa citazione ci viene introdotta la prima annata di HORA PRIMA (IGT Veneto Orientale 2012), un blended di Chardonnay, Tai e Sauvignon, ideato da Mosole con l’enologo Menotti.
Si presenta con preziosi riflessi dorati. Il naso è raffinatamente fruttato, aperto e sereno, quasi ‘ghiotto’. Ricordi di frutta tropicale e candita, leggera nota vanigliata, toni di erbe aromatiche si fondono con un’avvolgente tostatura. Al sorso è ricco e ben modulato, in ottimo equilibrio. Lo chardonnay (60% dell’uvaggio) matura circa 1 anno in tonneau con costanti bottanage, il tai (35%) e il sauvignon (5%), quest’ultimo raccolto con vendemmia tardiva, sostano in acciaio.

A seguire il primo rosso, l’HORA SESTA (DOC Lison Pramaggiore), l’ora del convivio, l’annata è il 2011, si tratta di un assemblaggio di cabernet franc e carmenere, qui si esprime il carattere dei vitigni nella loro essenza.

Il colore è rosso rubino con riflessi di gioventù. Il naso è rustico, selvaggio, inconfondibile. Si parte da un cesto di piccoli frutti neri, che portano con sè anche le note della terrosità e del bosco da cui provengono. Un netto sentore erbaceo di erba appena falciata si interseca a note speziate piccanti. Il sapore è fresco e spontaneo, i tannini levigati. Buona persistenza, chiude con un leggero fondo amaricante di china.

Intanto si crea convivialità, si taglia del salame; Lucio non ci nasconde la sua passione per il vitigno Merlot, i suoi viaggi in Francia per approfondire le conoscenze enologiche, ne nasce un vino, l’AD NONAM (IGT Veneto Orientale), un merlot in purezza, noi degustiamo il 2009. Sicuramente una buona annata in cui si era raggiunta la piena maturazione fenolica, ne segue l’affinamento in barrique per 2 anni e l’intento di estrapolare il cuore profondo del Merlot.
Si presenta alla vista con un colore rosso rubino intenso. Al naso ricorda una macedonia sottospirito di marasca, mirtillo e mora che si mescola con dei sentori di sottobosco, resina e speziatura dolce, come cannella e liquirizia, un vago ricordo di cioccolato mentolato. L’ingresso in bocca è importante, di corpo e allo stesso modo elegante e armonico. Il tannino levigato dona grande piacevolezza alla beva ed inviata il palato ad un nuovo sorso.

Siamo quasi al termine della giornata si pensava di aver terminato la sequenza degustativa, ma Lucio ci concede una nuova emozione: l’AD NONAM PASSITO.
Due sono le annate che ci vengono versate nel calice il 2011 e il 2012. Quest’ultimo ha stoffa da vendere. Ci colpisce per la sua sontuosità. Ambra liquida brillante crea tensione sulle pareti del bicchiere, scorre lenta ed elegante esprime profondità. Una esplosione di frutta candita e disidratata, riconoscimenti di fico secco e dattero. Speziature di zafferano, note eteree. Invoglia al sorso che risulta armonico, avvolgente con acidità in perfetto equilibrio.

In questo calice ci sta tutta la sensibilità del produttore, tutti gli sforzi per esprimere la passione per il suo lavoro, il contatto con la terra e i suoi frutti, l’evoluzione e la pazienza di saper aspettare il momento giusto per stappare una bottiglia di pregio. Grazie Lucio per averci amichevolmente accolto in azienda, cercheremo di far tesoro delle nozioni apprese e ora sarà nostra premura comunicare il vino con entusiasmo ed impegno.


 

articoli correlati
Chi non Ischia non ostrica
sabato 29 luglio
Se dovessero chiedermi un colore per descrivere Ischia non avrei dubbi a rispondere VERDE
Enocicloturismo: una strada in discesa
giovedì 8 giugno
Crescono velocemente gli appassionati e le proposte turistiche da Nord a Sud. Con le cantine sempre
Viaggio in Alto Adige
giovedì 18 maggio
Due cantine altoatesine di vini rossi e bianchi
I Capitelli si raccontano
lunedì 1 maggio