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Dalla redazione
mercoledì 21 ottobre 2015

CHAMPAGNE : Il Fascino dei Blanc de Blancs

Otto Champagne provenienti da zone diverse della denominazione. La cronaca di una serata speciale organizzata dalla Delegazione di Verona

Sonia Sandri


Atmosfera magica, una villa tra le più belle della Valpolicella, circa 600 calici brillanti quasi a sfidare la bellezza abbagliante degli affreschi della sala. Non è un sogno ad occhi aperti, ma è l'immagine che è rimasta nel ricordo e nel cuore di chi ha potuto partecipare alla prima serata dedicata da Ais Verona al re della bollicina: lo Champagne. Nel bicchiere solo Blanc de Blancs. Non grandi nomi, ma piccoli produttori, Vigneron Indépendant, quasi tutti R.M. Un percorso per cogliere le peculiarità delle varie zone fino ad arrivare alla più vocata Côte de Blanc.
Il relatore Nicola Chiavegato ha focalizzato l’attenzione sui punti cardine: clima, terreno, vitigno, tradizioni.
La degustazione inizia con il C. Perle de Nacre Extra Brut di Couche Père et Fils, proveniente dalla Côte de Bar, una zona meridionale e piovosa dello Champagne, che i francesi chiamano “Champagne humide”. Sono terreni argillosi e calcarei, generalmente coltivati al Pinot Noir, che donano vini opulenti, di grande personalità.  Più fine ed elegante il Blanc de Blancs Brut di Jacques Copinet della Côte de Sézanne. In questa zona il terreno di limo argilloso permette la produzione di champagne di buona longevità. Nel bicchiere le note agrumate arrivano all’olfatto rincorrendosi con quelle floreali di mughetto e fiori d’arancio, bollicina non elegantissima, ma bella mineralità e freschezza con ritorni di arancia al palato. Il nostro viaggio prosegue poi più a nord in una delle zone dello Champagne più vocate per il Pinot Nero: la Montagne di Reims; fa eccezione Villers-Marmery dove si produce un ottimo chardonnay molto fruttato. Nel bicchiere un Premier Cru di tutto rispetto: il Blanc de Blancs Brut millesimo 2008 della maison Sadi-Malot, in cui il frutto si fa più presente, con un bouquet olfattivo complesso, note di sambuco, agrumate, minerali; al palato di primo impatto ha una rotondità quasi da vino rosso, ma poi emergono sapidità e freschezza. Il percorso virtuale prosegue nella Vallée de la Marne, regno indiscusso del Pinot Meunier, terreno argilloso con poco gesso affiorante, pochi i   Blanc de Blancs prodotti qui, in degustazione un Nature di difficile approccio, strutturato, dove il suolo e la filosofia biodinamica di Laherte Frères giocano un ruolo importante. Mineralità che ricorda la pietra e palato citrino. Meglio apprezzato ad una temperatura di servizio non troppo bassa.

Ed eccoci ai Grand Cru. Cominciamo con il Réserve Brut di Vazart-Coquart proveniente da Chouilly, che ci introduce nella zona di elezione dello chardonnay: la Côte de Blanc, in cui lo strato di gesso è più puro e più vicino alla superficie rispetto alle altre zone. Champagne della “tradition”, ma molto delicato. Colore paglierino brillante, all’olfatto una gentilezza femminile, polvere di gesso e minerale. Elegante, fine, bellissima freschezza e otimo equilibrio. Approccio più deciso invece per il Réserve Brut di Bonnet-Gilmert, Grand Cru di Oger, deciso, intenso all’olfatto, si respira il gesso che arriva diretto, minerale, agrumato. Poi i profumi si evolvono in fiori di tarassaco e frutta a polpa bianca. Tagliente, un invito continuo alla beva. Sempre nella Côte de Blanc, ma a Cramant, lo Champagne Blanc de Blancs Cuvée Table Ronde Nature di Lancelot-Pienne, questo Grand Cru regala profumi floreali di fiori bianchi, minerali di ardesia ed alga nori, soffi di mandarino cinese, nespola, nocciola. Al palato sapido e molto fresco con una mineralità quasi salmastra. Decisa personalità con netti richiami al terreno gessoso. Per concludere, il Blanc de Blancs Grand Cru Expression 2008 Extra Brut di J.L. Vergnon. Siamo a Le-Mesnil-Sur-Oger, dove gli Champagne maturano più lentamente che altrove e nel bichiere questo si percepisce eccome: austero, elegante, bouquet fine e complesso con sentori minerali, polvere di gesso, crosta di pane, note tostate e fieno. Intenso. Al palato una spiccata freschezza, accompagnata da una bella e persistente sapidità. A dir poco emozionante.

Prossimo appuntamento con la Delegazione di Verona è fissato per martedì 10 novembre, quando il viaggio nella Champagne proseguirà alla scoperta del Blanc de Noirs.


Album e foto di Federico Marconi:  ALBUM

Video di Sonia Sandri: VIDEO

 

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