Wine Experience
Dalla redazione
lunedì 6 febbraio 2017

Sagrantino di Montefalco: genesi di un grande vino

Sei modi di fare Sagrantino per conoscere più da vicino il vino simbolo dell'Umbria

Francesco Mancini


L’Umbria raccontata in un vino: il Sagrantino di Montefalco. La delegazione di Belluno il 31 gennaio, al ristorante De Gusto di Sagrogna, si è affidata all’esperienza di Roberto Anesi, vincitore del master del Sagrantino di Montefalco nel 2010, e grande conoscitore del territorio umbro. Sguardi curiosi dei tanti soci e simpatizzanti bellunesi accorsi, forse un po’ perplessi a pensare alla degustazione di ben sei tipologie di Sagrantino. Vino impegnativo, austero, conosciuto per la grande potenza e complessità: povere papille gustative!

Niente paura. Il trentino Anesi, accento a parte, ha l’Umbria nel sangue e ci introduce perfettamente attraverso i suoi incantevoli paesaggi collinari. Ma perché il Sagrantino si esprime a livelli altissimi solo nella zona di Montefalco e Bevagna? Presto detto. Sono il terreno argilloso, la giusta altimetria e un microclima continentale i segreti che regalano a questo vino la potenza e la struttura conosciute, impensabili in altre zone. E poi merito anche alla famiglia Caprai, la prima a credere nelle potenzialità di questo straordinario vitigno e di questa zona. Sono gli anni ’90: il Sagrantino decolla come uno shuttle ed entra i pochi anni nel gotha dell’enologia. E pensare che il Sagrantino era nato come vino dolce da abbinare ai piatti pasquali. Dopo il boom è stato il momento del business. Eccessivo, sconsiderato. Infatti gli anni 2000 hanno visto un proliferare di nuove aziende e una produzione decuplicata in pochissimo tempo. Oggi si è tornati a livelli di produzione decisamente più sostenibili per un vino che non è da tutti i giorni, ma da condividere e gustare in occasioni speciali, e con la giusta compagnia.

È ora di prendere i calici in mano. L’approccio e il rispetto per questo vino rendono la degustazione condotta da Anesi lineare, ma assolutamente affascinante. Ad ogni assaggio scopriamo sensazioni ed interpretazioni diverse, anche in base alla filosofia aziendale: chi punta sull’eleganza come Adanti, chi sulla potenza come il “25 anni” di Caprai, ma sempre tenendo fede alla logica e al vitigno, che ha fatto conoscere l’Umbria al mondo non solo per l’ottimo olio. Grazie al percorso sensoriale condotto da Anesi riusciamo a capire tante sfaccettature di questo incredibile vitigno. Scopriamo anche che, come una vera star, ha conosciuto l'iniziale grande successo negli anni ’90, l’esaltazione negli anni 2000 e il ritorno oggi a logiche che salvaguardano di più la qualità e meno la quantità e il profitto a tutti i costi. Chiudiamo la degustazione stuzzicando il palato con il Sagrantino passito Antonelli 2010. Le colline dell’Umbria da stasera sembrano più vicine.

Sagrantino Montefalco Adanti Arquata 2009: si presenta con un luminoso granato. Al naso esprime subito profumi  fruttati di ribes nero e more. Le note balsamiche e mentolate ci ricordano come l’annata sia stata particolarmente calda, e poi sfuma in ricordi di pepe, caffè e tabacco. Al palato l’equilibrio è molto piacevole ed elegante. Grandissima acidità nonostante l’imponente struttura. Lungo e piacevole, tornano nel finale ricordi speziati e fruttati.

Sagrantino Montefalco Carapace 2011: colore granato di media compattezza. Il naso accoglie un fruttato di more e mirtilli. Note di cacao, ma anche una delicata speziatura di chiodi di garofano e profumi balsamici. In bocca arriva deciso con tannini vibranti. Persistente ed elegante, ritornano delicati sentori fruttati.

Sagrantino Montefalco Milziade Antano 2012: granato con note rubino. Arriva intenso e diretto al naso, con un quadro aromatico complesso di piccoli frutti scuri, profumi di ciliegia in confettura e fiori appassiti, cioccolato e cenni speziati di noce moscata. In bocca il tannino è ancora esuberante e ciò lo rende poco rotondo. Lungo e persistente, tornano intriganti note di liquirizia.

Sagrantino Montefalco Tabarrini 2012 Campo alla Cerqua: ci accoglie con un rubino intenso. La complessità al naso evidenzia note speziate e di frutta molto matura, in particolare mirtilli, e di cioccolato. Dopo un po’ di sosta nel bicchiere troviamo anche note balsamiche di eucalitpo. Al palato è caldo e avvolgente; l’alcol equilibra la spiccata freschezza e il tannino elegante, che dona spessore e austerità.

Sagrantino Montefalco Caprai 25 anni 2011: un rosso rubino compatto. Al naso offre un’immediata complessità: more, prugne e mirtillo in confettura e uno speziato di chiodi di garofano e pepe. Aspettando un attimo nel calice si esprimono anche note balsamiche. Ingresso in bocca potentissimo e di grande eleganza. L’alcol e l'eleganza dei tannini, ancora in evoluzione, esprimono una grande complessità. Ha corpo e potenza e chiude con una lunga persistenza, che fa riemergere ricordi di cacao.       

Sagrantino Montefalco Passito Antonelli 2010:  un compatto rosso rubino al centro con una bordatura granata. Grande concentrazione zuccherina. Naso intenso di frutta molto matura; agrumi canditi, cioccolato e spezie con richiami balsamici. Dolce e caldo al palato, è rotondo e mitigato da un elegante tannino.

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